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Gli ex analizzano l’anno della Lazio

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Come al solito, il day after è da sempre tempo di bilanci, che questa volta sorridono ai biancocelesti. La Lazio conquista infatti il preliminare di Champions League grazie ad un finale di campionato al cardiopalma. La formazione di Pioli ottiene al termine del match di Napoli il pass per l’Europa che conta, coronando una stagione ricca di soddisfazioni, in cui ha dimostrato di meritarsi una posizione nell’élite del calcio italiano ed europeo. Un finale davvero inaspettato a distanza di 10 mesi: già, perchè la formazione biancoazzurra era partita con l’obiettivo di ritornare nelle competizioni europee, per poi superare le proprie aspettative piazzandosi al terzo posto in classifica proprio grazie ai 96 minuti thriller del San Paolo, in cui si è portata sul doppio vantaggio prima di farsi rimontare nella ripresa dalla doppietta di Higuain; l’attaccante argentino fallisce poi la grande chance dagli 11 metri di portare per la prima volta nel match la sua formazione in vantaggio, calciando un rigore concesso per il fallo di Lulic su Maggio in curva. Un errore molto pesante a livello psicologico, con i Partenopei il contraccolpo incassando prima in contropiede la rete del 2 a 3 del neoentrato Onazi e poi il poker finale con un colpo di testa di Miro Klose su un calcio piazzato dalla trequarti di Cristian Ledesma. Una grande prova di carattere degli uomini allenati da Stefano Pioli, che riscattano nel migliore dei modi la doppia delusione in appena 5 giorni della finale di Coppa Italia persa ai supplementari contro la Juventus e del derby.

La redazione de lalaziosiamonoi.it ha contattato sette grandi ex per conoscere le loro riflessioni e valutazioni sull’intera annata e su “Top e Flop” biancocelesti, stagione 2014-15.

Angelo Gregucci ha davvero pochi dubbi: questa è stata per la Lazio un’annata trionfale. Si, perchè secondo l’allenatore di San Giorgio Ionico, nemmeno il più ottimista avrebbe previsto un finale di stagione con il terzo piazzamento in classifica e il raggiungimento della finale di Tim Cup. E proprio questa lascia un pizzico di amaro in bocca, perchè la Lazio ha dimostrato di essere l’unica squadra del Belpaese a saper tenere testa ai Campioni d’Italia, arrivando a pochi centimetri dalla conquista del trofeo con il doppio palo di Filip Djordjevic al terzo minuto del primo tempo supplementare. A livello individuale, l’ex tecnico di Casertana e Salernitana elogia le doti del suo collega Stefano Pioli, che ha saputo dare un’identità e il senso d’appartenenza ai suoi uomini. Felipe Anderson è stato l’uomo in più, mentre nessuno è da considerarsi flop nella rosa biancoceleste, poichè tutti si sono resi utili. Idea condivisa anche dall’altro tecnico, Giancarlo Camolese, che sottolinea come il gol-Champions sia stato realizzato da un calciatore molto spesso ai margini del gruppo, Eddy Onazi. Merito di Pioli, che ha saputo motivare tutta la rosa a disposizione, valorizzando ogni singolo elemento. Anche per lui la stagione è molto positiva.

Mister Pioli risulta essere il migliore tra i biancocelesti: infatti oltre ai due mister, anche Stefano Fiore, Attilio Lombardo e Cesar Aparecido Rodrigues lo eleggono personaggio-chiave della stagione biancoceleste. Il suo merito, oltre ad aver lanciato giovani dal futuro assicurato come Felipe Anderson e Danilo Cataldi, è stato proprio quello di aver portato una mentalità propositiva, una caratteristica che è risultata fondamentale per la conquista del terzo posto. I tre ex-calciatori concordano anche sul definire il campionato della Lazio “straordinario”, viste le aspettative e la delusione di quello scorso. Pensiero condiviso anche da Fabrizio Ravanelli e Riccardo Bonetto, che senza indugi dà un bel 9 alla stagione dei biancocelesti.

I calciatori top della stagione sono Felipe Anderson, elogiato da Gregucci e Camolese in primis ma anche da penna Bianca e Lombardo; Antonio Candreva, che Bonetto definisce il migliore per la personalità nei momenti che contano e la continuità; Marco Parolo, che grazie alle sue 10 reti stagionali entra di diritto nei migliori di Ravanelli.

Una stagione come questa lascia davvero poco spazio alle cosiddette note stonate. Gli intervistati fanno fatica a citarne alcuni: Cesar è deluso dalla stagione di Dusan Basta, che nonostante una buona annata secondo lui poteva dare un maggior apporto, mentre Fiore si dice poco convinto della retroguarda biancoceleste, penalizzata dall’assenza per 8 mesi di Gentiletti. Difesa che non ha convinto nemmeno Riccardo Bonetto, soprattutto in uno dei suoi elementi, Edson Braafheid, rivelatosi fondamentale nel corso della stagione a causa degli infortuni di Radu. Secondo lui l’olandese non ha espresso tutte le sue qualità. Secondo lui servirebbe ancora un po’ di tempo per capire se il suo sia stato un acquisto fallito o un investimento azzeccato.

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Monza-Lazio,Sarri in conferenza stampa: ” Immobile non è al massimo, valutiamo di fargli fare uno spezzone”

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sarri az lazio

Dopo la sosta nazionali ritorna la Serie A. La Lazio seconda in classifica affronterà domani pomeriggio alle 15 il Monza. A presentare la gara in conferenza stampa è stato mister Sarri. Ecco le sue parole:

Ha preparato la gara di domani cavalcando l’entusiasmo o facendo il pompiere?

“Si sta preparando con logicità. Il derby non ci fa partire in vantaggio, sarà difficilissima, il Monza sta mettendo insieme dei numeri importanti. A livello di possesso palla è passata dal 18esimo posto al quarto posto in pochi mesi, ha qualità che ti possono mettere in difficoltà. Serve sacrificio e umiltà”. 

Come sta Immobile?

“Dal punto di vista clinico sta bene, poi c’è l’aspetto fisico visto che è stato fermo per un mese. Non può essere al massimo. Vediamo se lo possiamo sfruttare per uno spezzone di partita. 

Come ha visto i nazionali? Zaccagni sorpreso?

“Abbiamo un ct che fa le convocazioni, io quando i miei non vengono convocati sono contento. Sono decisione sue, quindi non mi interessa. Io so che le nazionali sono una follia. Vecino ha fatto Roma-Giappone, Giappone-Corea del Sud, Corea del Sud-Roma, il tutto per due amichevoli. È pure rientrato troppo bene per quello a cui è stato sottoposto. Il campionato non è più fattibile, ho sentito paragoni con la NBA, è una follia. Lì i giocatori stanno in campo per circa 28 minuti contro i 90 del calcio, e nel calcio si prendono più botte rispetto alla NBA. Rispetto al basket europeo non lo so”.

Ha rivisto la sua opinione sulla corsa Champions?

“Io ho sempre detto che ci sono squadre superiori al nostro organico, a livello complessivo. Vedo squadre che fanno dei cambi che ti lasciano pensare, ho visto l’Atalanta contro l’Empoli, a 20 minuti dalla fine ha messo Boga, Hojlund e Lookman dentro. Rimango dell’idea che ci sono organici superiori, poi lottiamo e vediamo come va a finire”.

Ora inizia un “altro” campionato?

“Il vantaggio è quasi simbolico, se penso ai punti che abbiamo recuperato nelle ultime 5 partite. Penso a cosa potrebbe succedere tra 11 giornate, non tra 5. Possiamo farci poco affidamento sul vantaggio. Non guarderei il campionato intero, ma la gara di domani. Lì ha perso la Juve e ha pareggiato l’Inter. Il Monza è una squadra difficilissima. Quello che possiamo andare a prenderci è il piccolo vantaggio di giocare una volta alla settimana, ma pensiamo di partita in partita. Quest’anno non c’è nulla di scontato”.

Giudizio su Palladino?

“Tra gli allenatori giovani di ora è uno dei più intriganti e interessanti. Riesce a fare una fase difensiva tipo l’Atalanta, con un palleggio però alla Guardiola. Uno da seguire con tantissimo interesse”. 

A che punto è Pellegrini? Può giocare titolare? 

“Se può giocare dall’inizio lo dico prima a Luca. Sono contentissimo di lui, è bello partecipe, grande progressione della condizione e dell’apprendimento. Poi stiamo parlando di una linea che ha funzionato, metterci le mani sopra è sempre difficile”.

Il momento di Milinkovic?

“Non è un momento in cui si sta esprimendo al massimo. Se torna al 100% può fare la differenza nella parte finale. Lo aspettiamo con grande fiducia”. 

Quanto è cresciuto il rapporto e il feeling con Luis Alberto?

“Dipende che intendi per rapporto. In questo momento è un giocatore fenomenale. Io non lo so cosa guardano il pubblico e i giornalisti in partita. Per quello che vede un allenatore, quello che sta facendo mi rende non contento, di più. Un giocatore totale, tira da fuori, rincorre, fa tutto. Un giocatore sopra le righe”.

Ha detto di preferire gli italiani: si è discusso di questo con Lotito?

“Una cosa di cui abbiamo sempre parlato. Io l’ho sempre detto che preferisco gli italiani, perché danno più identità alla squadra. Se in rosa ne hai 7-8 di italiani dai un’identità maggiore, se sono laziali ancora meglio. Ma lo pensano tutti i tecnici. Poi c’è da dire che un italiano che fa 3 partite costa 15 milioni, uno straniero in Bundesliga costa 4. Il motivo non lo so sinceramente”

Incontro a breve con Lotito?

“Lo vedo spesso, non così come prima da quando è in Senato. Ma lo vedo spesso”.

 

Spesso la Lazio si è fermata contro le medio-piccole. Cosa ne pensa?

“Mi sembra un campionato strano, contro queste squadre perdono tutte. Le squadre di media classifica sono forti, se le incontri in un momento di salute diventa un problema. Parlo di Bologna, Monza e Torino. La Fiorentina è un problema sempre invece. Hanno uno spessore superiore rispetto agli anni precedenti. Le motivazioni che contano sono quelle interne, quelle esterne sono frivole e il tempo se le porta via. Lo dico sempre alla squadra, vogliamo essere la più forte di Roma o una delle più forti d’Italia? Dopo le partite di cartello abbiamo vinto una volta sola. Il limite è stata questo”. 

La Lazio è stata alterna?

Succede a tutte, posso dire le gare di Milan e Inter, solo al Napoli non è successo. Periodi neri del Psg anche ci sono stati. Il livello top si è un po’ abbassato, il medio alzato. Il nostro gruppo ha mostrato la tendenza a accontentarsi. 

Quanto conta la Champions per la progettualità futura? La Lazio avrebbe più appeal?

Non lo so come ragionano calciatori e agenti. A me non importa se una squadra sta in Champions in meno, se una squadra mi cerca e il progetto mi intriga ci vado lo stesso. Se poi ci sono giocatori che si fermano al primo aspetto, può essere pure che aumenti a livello di richiamo. 

La Lazio vista la classifica ora ha più responsabilità?

La responsabilità ce l’ha chi ha l’organico migliore del nostro, noi abbiamo un’opportunità.

Oggi è una triste ricorrenza della scomparsa di Chinaglia.Pensieri?

Lo ricordo quand’ero ragazzino, ma avevo più come idolo gli allenatori che i calciatori. Lui ha segnato un’epoca, un personaggio estroso, particolare, rimane nell’immagine popolare fortissima. Come giocatore ho immagini davanti, però la cattura del personaggio era forte. Il ricordo è forte. 

Lei critica spesso le nazionali, perché?

Io non critico le nazionali, non mi interessa niente. Ho visto 10 minuti di Kosovo e Andorra, ho visto tutti i giocatori in area, ho detto “cazzo è successo?”. Critico il calendario, la qualità diminuisce, ci sono sempre 5-6 assenti per infortunio, mi devono spiegare dove vogliano andare. Il calcio da sport è diventato business, se poi diventa solo business non escludo che tra 10 anni nessuno si interesserà più.

Come sta Lazzari?

Sta bene, l’ho visto bello brillante. È rimasto fuori qualche partita, un giocatore che a fine anno sarà sopra le 35 presenze, poi per certe partite abbiamo fatto scelte diverse per motivi tattici. 

La pausa ha fatto bene?

Nei meandri mentali è difficile capire, cosa fa bene e cosa no. A volte giochi dopo 3 giorni e invece la trovi concentrata, a volte passa più tempo e lo scopri dopo. Non è facile da sapere. Poi la partita dice la verità.

La vittoria al derby può essere la cura al problema mentale?

Una piccola parte avete visto. La squadra ha lavorato bene dal punto di vista materiale e pratico. Ci sono stati momenti ludici e momenti tattici di alta intensità. Siamo indecifrabili, la squadra si allena a grandissimi livelli, spero che questa continuità nelle sedute diventi continuità mentale per le partite. Rispetto all’anno scorso abbiamo una continuità diversa, poi quest’anno non abbiamo fatto bene in Europa, ho paura che c’entri una scelta inconscia della squadra. 

Quanto Sarri c’è nella Lazio attuale?

Mi ci vedo. Giovedì abbiamo fatto un allenamento sulla linea difensiva, l’ho rivisto a casa, è roba importante. Una linea, lasciando perdere il valore dei singoli, è ai livelli di Napoli ed Empoli. Al Chelsea e alla Juve non l’ho mai raggiunto questo livello. Poi se Sarri nell’immaginario di tutti è quello del Napoli, non si rivedrà più. Ci sarà invece il Sarri di un altro gruppo di giocatori e di altre caratteristiche. 

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