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Lazio, Sarri e gli acquisti 2024: il bilancio del Comandante

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Maurizio Sarri valuta il cambio di modulo tra 4-3-3 e 4-4-2 per una Lazio più offensiva e concreta dopo i recenti risultati.
Maurizio Sarri valuta il cambio di modulo tra 4-3-3 e 4-4-2 per una Lazio più offensiva e concreta dopo i recenti risultati.

A fine Ottobre, il bilancio degli acquisti 2024 della Lazio non è incoraggiante.
Quando Claudio Lotito e Angelo Fabiani decisero di affidare la panchina a Maurizio Sarri, l’obiettivo era chiaro: valorizzare questa rosa e rilanciare chi si era fermato a metà percorso.
Doveva essere il progetto della rinascita, ma al momento — dopo sette giornate — è ancora tutto in salita.

Dele-Bashiru, il grande punto interrogativo

Il caso più emblematico è quello di Fisayo Dele-Bashiru.
Il centrocampista nigeriano aveva iniziato discretamente la stagione, ma l’infortunio lo ha messo ko e da allora è sparito dai radar.
Sarri non lo ha reintegrato e i tempi di recupero restano incerti: se i protocolli saranno rispettati, dovrebbe tornare disponibile entro fine mese.
Ma il tecnico, ormai, sembra aver cambiato rotta, puntando su altri profili.

Noslin, l’oggetto misterioso

Solo 20 minuti complessivi tra Roma e Torino per Noslin, che Sarri considera un talento difficile da inquadrare:

“È un giocatore complicato da collocare: ha la gamba da esterno ma non lo è, potrebbe essere un trequartista ma non ha quella qualità, può fare la punta ma non lo è del tutto.”

Un giudizio che sintetizza bene la situazione: tanto potenziale, poca identità tattica.
Per ora Noslin resta un esperimento irrisolto.

Isaksen, il rilancio atteso

Il tecnico aveva visto in Gustav Isaksen un possibile rilancio dopo un primo anno sottotono.
Lo stop di Matteo Cancellieri potrebbe ora restituirgli spazio e fiducia, ma i numeri restano modesti: 101 minuti in tre presenze (10 col Sassuolo, 23 col Torino, 68 a Bergamo).
Il danese dovrà farsi trovare pronto, perché la Lazio ha un disperato bisogno di fantasia e imprevedibilità sugli esterni.

Tavares e Belahyane, luci e ombre

Sarri ha provato a “sarrizzareNuno Tavares, ma il processo è ancora lontano dal compiersi.
Il portoghese non è migliorato nella fase difensiva e ha trovato spazio solo per via dell’infortunio di Pellegrini.
Il sorpasso nel derby sembrava un punto di svolta, ma a Genova è tornato nell’anonimato.

Discorso simile per Belahyane, arrivato a febbraio come regista ma convertito da Sarri in mezzala.
Ha collezionato 12 minuti con il Como, 45 con il Sassuolo, 72 nel derby e 23 col Torino.
Promettente, ma ancora troppo disordinato. L’espulsione contro la Roma lo ha penalizzato pesantemente.

Basic e Provstgaard, le note liete

Tra le poche notizie positive c’è il ritorno di Toma Basic, reintegrato da Sarri in piena emergenza e autore di prestazioni solide e disciplinate.
E poi c’è Provstgaard, acquisto di febbraio, che ha subito conquistato la fiducia del tecnico grazie a intensità e maturità tattica.

Sarri lo considera un profilo da costruire per il futuro, forse uno dei pochi che risponde alle sue richieste.

Sarri e la sfida di creare un gruppo vero

Il tecnico ha sempre dichiarato di voler costruire una base solida di 6-7 giocatori su cui fondare la Lazio del futuro.

“Se riusciremo a creare un gruppo che farà da base al prossimo anno – disse a luglio – basteranno tre innesti. Altrimenti sarà dura.”

Le prime settimane confermano la parte più pessimista della profezia.
Tra infortuni, limiti tecnici e mancanza di identità, la Lazio non ha ancora trovato quella “spina dorsale” su cui costruire continuità.

Il lavoro del Comandante è ancora lungo, ma la sensazione è chiara: non tutti i libri che doveva scrivere sono ancora stati aperti.



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