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Lazio-Roma, Sarri in conferenza stampa ” Al derby non ci si abitua mai”

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Il derby è della Lazio. Stesso risultato, stesso protagonista ( Ibanez espulso e Roma in 10 per più di un ora). La Lazio ora allunga in classifica e in attesa di Inter-Juve sale al secondo posto. Al termine della gara a parlare in conferenza stampa è stato mister Sarri. Queste le sue parole:

Le sue emozioni? Come sta?

“Se qualcuno pensa di potersi abituare al derby, si sbaglia. Più stai nell’ambiente, più lo senti. Ho giocato in tutti gli stadi più importanti del mondo, la notte prima ho sempre dormito, stanotte ho fatto fatica. È un’emozione unica, sono contento per il popolo laziale, oggi lo stadio era uno spettacolo. Sono contento per i punti ma oggi soprattutto per loro”.

Mourinho, che ci dice a riguardo?

“Lascialo fare Mourinho, lui è così. A me sta anche simpatico a volte, quasi sempre. Non c’è niente da rispondergli. Abbiamo vinto il derby, non vogliamo fare polemica con nessuno. Vogliamo fare festa con il nostro popolo, stop”.

Ha temuto l’arroccamento della Roma?

“L’espulsione ci può aver agevolato. Ma le statistiche dimostrano che la partita l’avevamo presa in mano anche prima. Io ho detto all’intervallo di non avere fretta, prima o poi se si trovava continuità nei ultimi metri il buco si trovava. E così è stato”.

16 clean sheet in campionato, 5 consecutivi. Si aspettava di ottenere un risultato simile?

“Sta andando oltre le aspettative. Ero convinto che avremmo potuto fare meglio dell’anno scorso, non così. Romagnoli è una pedina importantissima, sembra fatto apposta per difendere in questo modo. Ed è una guida anche per gli altri, sono cresciuti tutti in maniera esponenziale. Voglio spendere due parole per Hysaj che è sempre uno dei giocatori più criticati. Per me negli ultimi due mesi e mezzo, è stato uno degli esterni più forti di Serie A. Le prestazioni dell’anno scorso giustificavano la critica, quelli di oggi no”.

Più di 5 punti di vantaggio. Può essere questa l’occasione giusta?

“C’è ancora parecchia strada da fare, il calendario nostro è più difficile sulla carta. Quando si parla di queste cose si parla sempre di situazioni sulla carta, poi le sfide bisogna giocarle”.

Assenza di Mourinho un vantaggio o svantaggio?

“Noi allenatori siamo più importanti prima che durante. Durante ti trovi in mezzo a 70 mila persone che urlano, l’unico che ti sente è il giocatore che passa lì, gli altri manco ti sentono”.

Che squadra è la Roma?

“La Roma è un gruppo molto compatto, si vede da come si comportano. Io ho solo detto che questo è il loro modo di stare in campo, hanno compattezza nei momenti in cui succede qualcosa, dobbiamo essere bravi a non entrarci dentro. Alcune volte l’abbiamo fatto, altre no. Infatti abbiamo avuto anche noi tante ammonizioni e un’espulsione”.

Zaccagni non convocato in Nazionale?

“Ti posso dire come l’ho presa io meno male. Dal 4 gennaio che gioca ogni 3/4 giorni. Nelle ultime partite l’avevo visto affaticato, ha bisogno di qualche giorno di riposo e poi di allenarsi. Noi da fine dicembre non ci siamo mai allenati. Penso che a Zaccagni riposarsi un po’ possa fare molto bene”.

Assenza di coppe è un vantaggio?

“Preferivo essere in Coppa. Visto che non ci siamo più, e non si può tornare indietro, è chiaro che ci potrebbe portare qualche vantaggio,. Vediamo cosa accadrà in futuro, si parla sempre di ipotesi, è un’ipotesi percorribile. Vediamo l’evoluzione, gli infortuni, i recuperi, è sempre difficile stabilirlo ora”.

Zaccagni ha detto che Sarri ci ha caricato. Cosa gli ha detto?

“Della sconfitta ne ho parlato il giorno dopo, poi non ne ho più parlato. Questa sfida per noi aveva una valenza doppia, dobbiamo andare dentro e combattere per il popolo laziale. E poi era uno scontro diretto, dunque dovevamo combattere per il nostro gruppo. È stato un bel martellamento, i ragazzi sono stati bravi a trovare la motivazione. In campionato un minimo di continuità la stiamo trovando, la sensazione è che la testa dei giocatori inconsciamente abbia sentito più gli obiettivi di campionato rispetto a quelli europei. A me è successo a Napoli, perdemmo a Donetsk, mi inferocì, uno dei giocatori più esperti mi disse ‘mister ha tutte le ragioni del mondo, ma sa benissimo che siamo rimasti qui per il campionato, abbiamo la testa su un’altra cosa. Quella volta era un fattore conscio, oggi è inconscio”.



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