Buon lunedì ai tifosi biancocelesti. Il weekend di Serie A ha regalato una Lazio combattiva, concreta e più viva del previsto. A Bergamo, contro un’Atalanta in salute, la squadra di Sarri ha strappato uno 0-0 prezioso che va letto non solo nel risultato, ma nella crescita mentale e tattica mostrata in un momento di grande emergenza.
Maurizio Sarri ha dovuto reinventare l’undici titolare: Zaccagni schierato dal primo minuto dopo un solo allenamento, Basic e Guendouzi in mediana insieme a Cataldi regista, e davanti Cancellieri accanto a Zaccagni e Dia. Un 4-3-3 inedito, che per 25 minuti ha funzionato benissimo: la Lazio ha dominato il campo, costringendo l’Atalanta a rincorrere.
Ma la solita pecca è riemersa: la mancanza di qualità negli ultimi metri. Occasioni clamorose non sfruttate da Dia e Zaccagni, controlli sbagliati e tiri mai arrivati a Carnesecchi hanno confermato ciò che ormai è chiaro: questa Lazio non ha più i colpi di Milinković-Savić o Luis Alberto. Le partite che un tempo si decidevano con una giocata di classe ora devono essere vinte con il collettivo.
Crollo fisico e difesa ritrovata
Dopo i primi 25 minuti brillanti, la condizione è calata. Zaccagni e Dia erano a mezzo servizio, Cancellieri si è infortunato e l’ingresso di Isaksen, ancora indietro fisicamente, non ha portato la spinta sperata. L’Atalanta ha preso campo, ma la Lazio ha mostrato un volto nuovo: nessuna disattenzione, nessun regalo.
Provedel, criticato nelle ultime settimane, è tornato protagonista con almeno tre interventi decisivi. Accanto a lui, Gila e Romagnoli hanno tenuto botta, mentre Hysaj e Tavares hanno sofferto ma senza crollare. È stata una Lazio diversa: compatta, attenta, cattiva su ogni pallone.
Nel finale, Baroni (e non più Gasperini) ha ringraziato anche le scelte discutibili di Juric, che ha tolto Lookman, l’unico vero pericolo. Una decisione che ha alleggerito la pressione sui biancocelesti, permettendo di portare a casa il pareggio.
Un punto che vale morale, non classifica
Il pareggio muove poco la classifica, ma vale tanto per il morale. In piena emergenza, senza Rovella, Vecino, Dele-Bashiru e con diversi titolari a mezzo servizio, uscire imbattuti da Bergamo è un segnale importante. La Lazio ha mostrato spirito di sacrificio, unità e una ritrovata solidità difensiva.
Certo, la fase offensiva resta un problema. La mancanza di una prima punta affidabile pesa e l’infortunio di Cancellieri rischia di complicare ulteriormente la situazione in vista della sfida con la Juventus.
Sarri dovrà trovare nuove soluzioni, magari più pragmatiche, per una squadra che non può più contare sulle invenzioni dei grandi talenti del passato. Ma se questa determinazione dovesse restare, la Lazio potrà ripartire da qui.
Verso la Juventus con fiducia
Domenica all’Olimpico arriverà la Juventus, e i biancocelesti dovranno confermare i segnali positivi. La sfida sarà difficile, ma il punto di Bergamo — ottenuto con cuore e lucidità — può rappresentare la base per una risalita lenta ma concreta.
L’obiettivo non è più solo il bel gioco, ma tornare a vincere. E per farlo, serve esattamente ciò che si è visto a Bergamo: grinta, sacrificio e spirito di squadra.
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