La Lazio si avvicina alla sessione invernale con un quadro economico estremamente rigido.
Secondo gli ultimi dati e come ormai ampiamente confermato anche dalle fonti più vicine al club, a gennaio la Lazio non potrà fare mercato in entrata se non dopo aver ceduto.
Non solo: la dirigenza biancoceleste dovrà vendere a 10 e reinvestire massimo 5, destinando l’altra metà al bilancio per migliorare i parametri interni e cercare di evitare un nuovo blocco nella prossima estate.
Una situazione che fotografa in modo preciso il momento che vive la società: poche risorse, parametri stringenti, ricavi ridotti e scelte obbligate.
Mandas, il paradosso del momento: sacrificio obbligato o errore di gestione?
Tra i nomi più caldi figura quello di Christos Mandas, oggi considerato uno dei talenti con maggiore prospettiva della rosa.
Il portiere greco ha un potenziale evidente e potrebbe rappresentare il futuro della Lazio. Tuttavia, la sua cessione è diventata un argomento di discussione interna, complice la necessità di generare plusvalenze e registrare entrate immediate.
Il paradosso è chiaro:
- Se venduto oggi, dopo mesi in panchina, la valutazione sarebbe tra gli 8 e i 9 milioni.
- Se ceduto in estate, dopo una stagione da titolare, avrebbe potuto valere anche 20 milioni.
Per molti osservatori, si tratterebbe dell’ennesimo errore di gestione: una minusvalenza tecnica che la Lazio, con ricavi tra i più bassi della Serie A, non può permettersi.
La buona notizia? Secondo alcune fonti, non ci sono club pronti a investire subito e questo potrebbe consentire a Mandas di restare almeno fino a giugno.
Il nodo del secondo portiere: tra realtà e fantamercato
Nel frattempo si discute dei possibili sostituti.
Sono circolati nomi importanti, come Stanković Jr., portiere del Venezia, considerato in grande crescita.
La realtà, però, è molto diversa:
- il Venezia non lo cede a meno di 10-12 milioni;
- il 50% della sua rivendita spetta all’Inter;
- la Lazio non può permettersi questa cifra;
- Stanković non accetterebbe un ruolo da secondo.
Il confronto tra realtà e desideri è netto: la Lazio prenderà un portiere di seconda fascia, non un talento emergente.
Lo stesso vale per il nome di Caprile, oggi titolare in Serie A e convocato in nazionale.
Pensare che Cagliari o Napoli lo cedano per 2-3 milioni è totalmente irrealistico.
Caso Rovella-Frattesi: operazione impossibile
Tra le suggestioni circolate, anche uno scambio Rovella–Frattesi.
Un’ipotesi affascinante ma non realizzabile:
- la Lazio deve incassare 40 milioni da Rovella per sistemare il bilancio;
- l’Inter non cederà Frattesi per meno di 35;
- lo stipendio di Frattesi è fuori parametro;
- il centrocampista nerazzurro non accetterebbe un ridimensionamento tecnico.
Si tratta, quindi, di un’operazione senza basi economiche né logiche.
Ridimensionamento tecnico: un processo iniziato da tempo
La Lazio vive un percorso di riduzione qualitativa ormai evidente.
Basta confrontare l’attuale centrocampo con quello di pochi anni fa: da Milinković-Savić, Leiva, Luis Alberto a Guendouzi, Basic, Cataldi.
Un cambiamento che testimonia un ridimensionamento strutturale, reso ancora più evidente dalla situazione economica attuale.
Conclusioni
Gennaio sarà una sessione segnata da sacrifici, rinunce e scelte dolorose.
Non arriveranno giocatori di alto livello, ma riserve o profili low cost.
È una fase complessa che richiede consapevolezza: la Lazio non può competere su nomi di fascia alta e deve concentrarsi sulla sostenibilità.
La speranza dei tifosi è che i sacrifici di oggi possano permettere alla società di costruire un futuro più solido.
Ma al momento la parola d’ordine resta una sola: vendere.
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