Il calcio italiano cambia ancora e, per la Lazio, la notizia è tutt’altro che positiva.
La FIGC ha ufficializzato che dalla prossima estate l’indicatore del Costo del Lavoro Allargato passerà da 0,8 a 0,7, confermando la linea più severa prevista dal Piano Strategico 2024.
Nonostante se ne parlasse da mesi, molti club – Lazio in testa – speravano in un rinvio. Rinviò che non è arrivato.
Per molti club si tratta di una stretta.
Per la Lazio, invece, è un vero e proprio disastro annunciato.
Cosa significa il parametro 0.7? Un taglio obbligato ai costi
Il meccanismo è semplice e spietato:
- Con parametro 0.8 potevi spendere 80 se incassavi 100.
- Con parametro 0.7, potrai spendere 70 se incassi 100.
Per chi ha ricavi alti, come Inter o Juventus, basterà aumentare ancora l’area commerciale, lo stadio, il merchandising.
Per la Lazio, invece, è l’esatto contrario:
👉 Ricavi bassi
👉 Parametro più severo
👉 Montengaggi troppo alto
👉 Mercato bloccato oggi e domani
Il combinato disposto è devastante.
Il problema vero? La Lazio ha ricavi troppo bassi
Ed è qui che la situazione diventa critica:
La Lazio ha chiuso l’ultimo bilancio con 143 milioni di ricavi totali, tra i più bassi delle big italiane.
In Serie A, negli ultimi anni, è stata superata persino da:
- Bologna
- Fiorentina
- Atalanta
La colpa?
Una gestione commerciale che non ha mai funzionato:
❌ Sponsor instabili
❌ Merchandising inesistente
❌ Stadio sempre in ritardo
❌ Nessun piano di crescita reale
La Lazio, di fatto, galleggia solo grazie ai meriti sportivi: quando fai le coppe incassi, quando non le fai precipiti.
E quest’anno la Lazio NON è in Europa.
Risultato: quei 30 milioni “di base” da diritti UEFA, botteghino e premi sono spariti.
La fotografia è impietosa: i costi superano i ricavi
Con 143 milioni di ricavi e un costo del lavoro allargato stimato fra 125 e 130 milioni, la Lazio NON rientra nel parametro FIGC.
Né oggi, né domani.
E il passaggio a 0.7 rende tutto più drammatico.
Per adeguarsi, servirebbero circa 70 milioni di euro entro l’estate prossima.
Una cifra enorme per un club che non riesce a generare ricavi autonomi.
Mercato di gennaio: bloccato (di nuovo)
Come già anticipato, a gennaio la Lazio potrà muoversi solo così:
👉 Cedi 5, spendi 5.
L’unico modo per sbloccare tutto sarebbe un intervento diretto dell’azionista di maggioranza, con un versamento da 3-4 milioni.
Cifra alla portata di Lotito… se volesse farlo.
E per l’estate?
Lì non basterebbe certo un versamento:
👉 servono 70 milioni veri.
Il rischio devastante: cessioni dei big senza sostituti
Per fare quei 70 milioni, non basterà vendere le riserve.
Chi compra Belahyane, Basic o Kamenovic? Nessuno.
Chi porta soldi veri?
👉 Gila
👉 Guendouzi
👉 Isaksen
👉 Castellanos
👉 Cataldi?
👉 Forse addirittura Zaccagni
Il problema è che, una volta venduti, non li potrai sostituire.
Perché ogni euro incassato serve a rientrare nel parametro 0.7, non a rafforzare la squadra.
Se vendi 70 e non spendi nulla… la rosa esplode.
E senza Europa, i ricavi scendono ancora.
E se scendono ancora… l’anno dopo dovrai vendere altri big.
È il circolo vizioso perfetto del ridimensionamento.
Rinnovi impossibili: rischio fuga dei migliori
Il parametro 0.7 bloccherà anche i rinnovi di contratto.
Il club non potrà alzare gli stipendi, quindi:
- Gila non può rinnovare
- Guendouzi non può rinnovare
- Isaksen non può rinnovare
- Cancellieri non può rinnovare
È il preludio a una fuga tecnica e sportiva.
Conclusione: non c’è fallimento, ma c’è un crollo sportivo annunciato
La Lazio non rischia di fallire.
Ma rischia di crollare sportivamente.
Senza investimenti, senza sponsor, senza strategia, senza stadio…
il passaggio a 0.7 è l’ultima mazzata.
La verità è semplice:
👉 se Lotito non aumenta i ricavi, il ridimensionamento è inevitabile.
👉 E durerà anni.
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