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La Lazialità di Cristiano Sandri :” Voglio trasmettere quella di Gabriele a mio figlio “
Ogni giorno è buono anche per un ricordo di Gabriele, un frammento di vita felice, un aneddoto divertente: “Ce ne sono talmente tanti che sceglierne uno in particolare è difficile. Noi due vivevamo in simbiosi, nonostante i sette anni di differenza eravamo sempre attaccati, spesso anche nei locali in cui suonava, quando andavo a trovarlo per condividere con lui le serate. Tra noi c’era una complicità enorme, un legame inscindibile. Ricordo che una volta, tornando a casa dopo una serata ‘allegra’, io mi sono trascinato nell’armadio anziché nel letto, mentre Gabriele non è riuscito nemmeno ad arrivare alla porta di casa! Ma penso anche a quando, io ventenne e lui tredicenne, finivamo a botte le nostre partitelle dentro casa, per la disperazione di mia madre”.
Il sogno di Cristiano è quello di non recidere il legame, seppur ideale, tra Gabbo e suo figlio Gabriele: “Lui vive la Lazio attraverso il padre, anche se questa passione che animava me e mio fratello per i colori biancocelesti ci è stata strappata.Vorrei tornare a viverla come una volta e mi piacerebbe riportare mio figlio allo stadio con più costanza, insegnargli la storia, fargli vivere la squadra che amava suo zio, pur consapevole che sarà quasi impossibile. Dal punto di vista della passione, infatti, è allarmante apprendere di tutti i divieti negli stadi a livello di sfottò, oltre che di accesso alle manifestazioni sportive: un limite che, a mio avviso, andrebbe affrontato con molta più ragionevolezza”.
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