Oggi e domani la Salernitana sarà a Milano per risolvere il nodo comproprietà e per mettere nero su bianco i primi contratti, ma la maggior parte delle trattative avrà il suo teatro in Roma, dove Claudio Lotito dirige le operazioni fino a tarda notte. Raggiunto dalla redazione di Granatissimi.com, il patron non si dice affatto preoccupato del ritorno alla Lazio di alcuni calciatori in comproprietà che hanno fatto benissimo a Salerno: “Al primo posto mettiamo la volontà dei giocatori – spiega Lotito – per adesso li abbiamo ri-acquisiti come Lazio, dal momento che avevamo una scadenza di termini a Milano e di contratto con alcuni elementi”.
Passaggio propedeutico, la discussione dei contratti con i calciatori che devono prolungare con la Lazio: “Se i giocatori intendono dare il proprio assenso a rimanere anche nella prossima stagione, vedremo, altrimenti cercheremo di valutare altre soluzioni. Quello che però cerco di far capire ai miei ragazzi che a Salerno la proprietà è la stessa ed hanno la possibilità di essere meglio seguiti ed avere la tranquillità salariale, dal punto di vista organizzativo, sanitario e così via. Insomma tutte quelle condizioni che possono permettere loro di esprimersi al meglio, avendo gli stessi vantaggi che hanno alla Lazio. Per questo dico che non conta solo la categoria, ma anche come viene condotta”.
A breve il confronto si sposterà in Federazione con l’art.16-bis delle NOIF, ma il commento di Lotito è secco: “Che problema c’è? Se dovesse arrivare una deroga di 12 mesi la accettiamo, poi Dio provvede. Non lo considero affatto un problema, in quanto non si favorisce nessuno, anzi si dà la possibilità ad alcune piazze di rivivere, come è successo per Salerno a beneficio del sistema calcio. Non è un vantaggio, ma un’opportunità. La norma va rivista perchè va contro il diritto alla libera imprenditoria, almeno fino a quando non sorge il conflitto di interessi, ma finchè Lazio e Salernitana non sono nella stessa categoria questo conflitto non c’è. Non capisco, si può avere un’altra società all’estero e non in Italia?”
Quindi la Salernitana può arrivare fino alla B e non oltre? “Vediamo. Posso anche capire la parte della norma che vieta a due squadre di giocare nello stesso campionato se c’è lo stesso presidente. Il discorso diventa un po’ più complicato in quel caso. Ma la regola va rivista, perchè prevede divieti legati anche alle parentele, cioè faccio un esempio uno si sposa e crea un legame quindi poi che deve fare, vende la società?” Un ragionamento che, applicato al caso granata, potrebbe rimuovere l’incompatibilità di Marco Mezzaroma.
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