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Il bersagliere che fondò la Lazio

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Quella del 20 agosto, è una data da ricordare e da festeggiare per sempre. Come quella quelle in cui si sono vinti i trofei, come quella del 9 gennaio, il giorno della fondazione della Lazio. Sì, perché il 20 agosto  di 138 anni fa, è nato colui l’artefice della nascita della Lazio: Luigi Bigiarelli.

Tenente dei bersaglieri, come tutti i militari non era certo un uomo dal carattere molto facile Luigi Bigiarelli. Nato a Roma il 25 luglio del 1875 fu lui, insieme a Arturo Ballestrieri (sottotenente di cavalleria), Alberto Mesones (studente), Alceste Grifoni (all’epoca studente e successivamente ammiraglio), Giacomo Bigiarelli (fratello di Luigi), Odoacre Aloisi, Giulio Lefevre, Enrico Venier e Galileo Massa, a fondare il 9 gennaio del 1900 la Società Podistica Lazio su una panchina di piazza della Libertà, sulle rive del Tevere e a due passi da piazza del Popolo.

Quell’incontro era fissato da tempo, perché il 21 aprile era in programma a Roma una gara podistica a cui potevano partecipare solo atleti iscritti a qualche società. Invece di affiliarsi a qualcuna delle società già esistenti, tipo la Virtus o la Ginnastica Roma, decisero di creare una nuova società e di chiamarla Lazio, per dare l’idea di un qualcosa di più grande della città. A scegliere il bianco e il celeste come colori sociali, fu proprio Luigi Bigiarelli, cresciuto con la città di Atene e i colori della bandiera greca come ideale nella vita e nello sport. Perché la Grecia era la patria di quelle Olimpiadi che avevano reso tutti gli uomini tutti uguali: semplici atleti, senza distinzioni tra patrizi e plebei. Così, quando la sera del 9 gennaio del 1900, gli altri soci fondatori gli offrirono la carica di presidente, Luigi Bigiarelli rifiutò senza battere ciglio. Accettare quella carica, per lui avrebbe significato rinnegare i suoi ideali, quindi decise che fino a quando lui fosse rimasto nella Lazio, non ci sarebbero stati né presidenti né segretari generali.

Luigi Bigiarelli era fatto così, era da sempre un uomo d’azione, nella vita come nello sport, quindi non poteva neanche prendere in considerazione l’idea di poter restare seduto dietro una scrivania. Provato dalla guerra in Africa e dalle terribili battaglie di Dogali e di Adua, dove persero la vita oltre 5000 militari italiani, nella massima parte bersaglieri come lui, Luigi Bigiarelli tornato in Italia decise di gettarsi a corpo morto nello sport. Era un ottimo atleta e prima di fondare la Società Podistica Lazio aveva vinto una gara di marcia nel 1898 a villa Pamphili, sconfiggendo molti atleti arrivati dal Nord Italia. Successivamente, si segnalò con un’impresa che fece scalpore, coprendo di corsa in 2 giorni e 19 ore la distanza tra Roma e Firenze. Ma il successo che lo rese più orgoglioso, fu la vittoria di squadra nella maratona di Castel Giubileo il 21 aprile del 1900, proprio quella gara che aveva convinto Luigi Bigiarelli e i suoi amici a fondare la Lazio. Nel 1901, con la Lazio che non aveva compiuto ancora un anno di vita, fu costretto a lasciare Roma e a trasferirsi in Belgio, per raggiungere a Bruxelles il fratello Giacomo. Nella valigia portò con se con orgoglio la maglia biancoceleste della Società Podistica Lazio e quella medaglia d’oro vinta in quella prima gara. In Belgio continuò a correre con i colori della Lazio e vinse altre gare, diventando campione mondiale di marcia podistica e assistendo impotente alla morte del fratello Giacomo che aveva contratto la Febbre Spagnola, la stessa che un decennio dopo uccise più di 50 milioni di persone in tutto il mondo.

Non si hanno notizie certe sulla data precisa della morte di Luigi Bigiarelli. Si presume che sia morto in Belgio a soli 32 anni il 1 marzo del 1908. Il 2 marzo, “La Gazzetta dello Sport”annuncia così la morte del fondatore della Lazio:

“Qui non si parla di una nuova vittoria del forte marciatore romano. Da molto tempo Luigi Bigiarelli aveva abbandonato il suo sport preferito, pur rimanendo un amico appassionato, non dimenticando anche, nei brevi momenti lasciatigli liberi dalla sua professione, la nostra Gazzetta alla quale spesso collaborò. Oggi il suo nome è unito all’angoscioso annuncio della sua morte. A Bruxelles, dove con la sua attività insaziabile era riuscito a far prosperare una buona azienda, il nostro povero amico è stato strappato alla vita nell’ancora giovanissima età di trentadue anni. La notizia commoverà quanti come noi avendo conosciuto Luigi Bigiarelli ne apprezzarono le doti e la sincera sua passione per ogni manifestazione sportiva e riuscirà non meno dolorosa per quanti ricordano ancora il marciatore elegante e veloce e le sue clamorose vittorie. Luigi Bigiarelli fu con Arturo Balestrieri l’entusiasta fondatore della Società Podistica Lazio”.

Ora Luigi Bigiarelli riposa nel cimitero Ixelles, nella zona sud di Bruxelles. Dopo anni di ricerche, la sua tomba è stata individuata il 16 febbraio del 2011 e da allora è diventata meta di pellegrinaggio da parte dei dirigenti della Polisportiva e di semplici tifosi che passando da quelle parti vanno a rendere omaggio al fondatore della Lazio.Probabilmente, mai e poi mai Luigi Bigiarelli avrebbe immaginato, quella mattina del 9 gennaio del 1900, di aver dato vita insieme ai suoi giovani amici a quella che poi in seguito è diventata la più grande Polisportiva d’Europa, nonché la casa madre della Società Sportiva Lazio Calcio.

STEFANO GRECO



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