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Dopo gli americani ci sono i russi, ma Lotito…

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LotitoDopo James Pallotta, proprietario della Roma, ecco un altro gruppo Usa che acquista un club italiano. Il Cagliari, dopo 22 anni, cambia proprietà. Il presidente Massimo Cellino ha venduto la società. La conferma è arrivata dallo stesso Cellino al termine di una lunga riunione appena conclusa a Miami. “Sono felicissimo. Dio li benedica, ora saranno loro a lottare con la burocrazia“, ha detto Cellino. La cifra dovrebbe essere intorno ai 50 milioni. Manca solo la firma, ma l’accordo di massima con tanto di foto e stretta di mano finale c’è. Il Cagliari Calcio passa al fondo americano interessato non solo al club, ma anche allo stadio. La Lega di A chiede un impianto da almeno 16.000 posti: il Sant’Elia sarà pronto? Entro il 20 giugno i club devono comunicare alla Figc dove vogliono giocare la prossima stagione.

Nonostante tutto, nonostante la crisi economica, il calo di ascolti tv (vedi Spy Calcio del 27 maggio) e il livello modesto del nostro campionato (ma Beretta la pensa diversamente…), i nostri club fanno gola all’estero. Roma e Cagliari sono in mani Usa. La Roma di Mr. Pallotta ha fatto una stagione eccezionale, seconda solo alla Juve dei record, e porta avanti con decisione il progetto dello stadio di proprietà. L’Inter è nelle mani dell’indonesiano Erick Thohir, capitalista senza capitali (così è stato soprannominato), che ora dovrà rinforzare la squadra ma prima ancora risanare la società (anche se Moratti sostiene che il suo club è sano: ma un rosso di 620 milioni, dal 2007 al 2013, è un record, almeno in Italia). Thohir ha sborsato 75 milioni, più si è accollato debiti ingenti. Per sua fortuna, e fortuna dell’Inter, ha l’appoggio delle banche. Il Milan cerca energie fresche dall’estero, soprattutto verso Oriente ma ora tutto sembra fermo: per il 30 per cento la proprietà avrebbe chiesto 250 milioni. Ma adesso c’è anche un’importante azienda russa interessata ai club italiani.

Un’azienda che opera nel campo dell’energia (gas), seconda solo al colosso Gazprom: sta sondando il terreno, tramite un advisor italiano, se acquistare (o sponsorizzare) un club. Vuole una società che abbia visibilità europea. La Lazio sarebbe l’ideale, secondo i russi.  Ma Claudio Lotito ha già detto che non vuole vendere, e nessuna trattativa al momento è stata intavolata, nemmeno per un’eventuale sponsorizzazione. Ma quanto potrebbe valere la Lazio? Gli esperti la valutano intorno ai 140-150 milioni: è un club sano, Lotito ha salvato il club ed è stato abile nell’ottenere un accordo pluriennale col fisco. Ma il vero problema ora è che il presidente ha rotto con la tifoseria: un errore. Giusto tagliare i ponti che certi elementi che facevano parte del passato, ma il patron ha esagerato, facendo disamorare anche tanti altri tifosi che ormai allo stadio non vanno più e seguono la squadra del cuore (quella non si tradisce mai) solo in tv. Lotito dovrebbe fare un atto di umiltà: i tifosi si aspettano investimenti, la stagione appena conclusa non è stata da Lazio, troppo anonima. Se non vuole vendere il club, Lotito, allora compri (giocatori), dia un’anima alla squadra, riporti i tifosi all’Olimpico. Così è una tristezza l’Olimpico vuoto.

I russi potrebbero essere interessanti anche al Bologna, appena retrocesso: il patron Guaraldi vuole vendere, è già in trattative con Zanetti, mr. Segafredo. Intanto Aldo Spinelli è costretto, almeno per ora, a tenersi il Livorno, scivolato in serie B: il club amaranto costa sui 12 milioni, e ha un paio di giocatori (Paulinho in testa) che hanno un buon mercato. Ma nessuno si muove per comprare la società.

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Monza-Lazio,Sarri in conferenza stampa: ” Immobile non è al massimo, valutiamo di fargli fare uno spezzone”

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sarri az lazio

Dopo la sosta nazionali ritorna la Serie A. La Lazio seconda in classifica affronterà domani pomeriggio alle 15 il Monza. A presentare la gara in conferenza stampa è stato mister Sarri. Ecco le sue parole:

Ha preparato la gara di domani cavalcando l’entusiasmo o facendo il pompiere?

“Si sta preparando con logicità. Il derby non ci fa partire in vantaggio, sarà difficilissima, il Monza sta mettendo insieme dei numeri importanti. A livello di possesso palla è passata dal 18esimo posto al quarto posto in pochi mesi, ha qualità che ti possono mettere in difficoltà. Serve sacrificio e umiltà”. 

Come sta Immobile?

“Dal punto di vista clinico sta bene, poi c’è l’aspetto fisico visto che è stato fermo per un mese. Non può essere al massimo. Vediamo se lo possiamo sfruttare per uno spezzone di partita. 

Come ha visto i nazionali? Zaccagni sorpreso?

“Abbiamo un ct che fa le convocazioni, io quando i miei non vengono convocati sono contento. Sono decisione sue, quindi non mi interessa. Io so che le nazionali sono una follia. Vecino ha fatto Roma-Giappone, Giappone-Corea del Sud, Corea del Sud-Roma, il tutto per due amichevoli. È pure rientrato troppo bene per quello a cui è stato sottoposto. Il campionato non è più fattibile, ho sentito paragoni con la NBA, è una follia. Lì i giocatori stanno in campo per circa 28 minuti contro i 90 del calcio, e nel calcio si prendono più botte rispetto alla NBA. Rispetto al basket europeo non lo so”.

Ha rivisto la sua opinione sulla corsa Champions?

“Io ho sempre detto che ci sono squadre superiori al nostro organico, a livello complessivo. Vedo squadre che fanno dei cambi che ti lasciano pensare, ho visto l’Atalanta contro l’Empoli, a 20 minuti dalla fine ha messo Boga, Hojlund e Lookman dentro. Rimango dell’idea che ci sono organici superiori, poi lottiamo e vediamo come va a finire”.

Ora inizia un “altro” campionato?

“Il vantaggio è quasi simbolico, se penso ai punti che abbiamo recuperato nelle ultime 5 partite. Penso a cosa potrebbe succedere tra 11 giornate, non tra 5. Possiamo farci poco affidamento sul vantaggio. Non guarderei il campionato intero, ma la gara di domani. Lì ha perso la Juve e ha pareggiato l’Inter. Il Monza è una squadra difficilissima. Quello che possiamo andare a prenderci è il piccolo vantaggio di giocare una volta alla settimana, ma pensiamo di partita in partita. Quest’anno non c’è nulla di scontato”.

Giudizio su Palladino?

“Tra gli allenatori giovani di ora è uno dei più intriganti e interessanti. Riesce a fare una fase difensiva tipo l’Atalanta, con un palleggio però alla Guardiola. Uno da seguire con tantissimo interesse”. 

A che punto è Pellegrini? Può giocare titolare? 

“Se può giocare dall’inizio lo dico prima a Luca. Sono contentissimo di lui, è bello partecipe, grande progressione della condizione e dell’apprendimento. Poi stiamo parlando di una linea che ha funzionato, metterci le mani sopra è sempre difficile”.

Il momento di Milinkovic?

“Non è un momento in cui si sta esprimendo al massimo. Se torna al 100% può fare la differenza nella parte finale. Lo aspettiamo con grande fiducia”. 

Quanto è cresciuto il rapporto e il feeling con Luis Alberto?

“Dipende che intendi per rapporto. In questo momento è un giocatore fenomenale. Io non lo so cosa guardano il pubblico e i giornalisti in partita. Per quello che vede un allenatore, quello che sta facendo mi rende non contento, di più. Un giocatore totale, tira da fuori, rincorre, fa tutto. Un giocatore sopra le righe”.

Ha detto di preferire gli italiani: si è discusso di questo con Lotito?

“Una cosa di cui abbiamo sempre parlato. Io l’ho sempre detto che preferisco gli italiani, perché danno più identità alla squadra. Se in rosa ne hai 7-8 di italiani dai un’identità maggiore, se sono laziali ancora meglio. Ma lo pensano tutti i tecnici. Poi c’è da dire che un italiano che fa 3 partite costa 15 milioni, uno straniero in Bundesliga costa 4. Il motivo non lo so sinceramente”

Incontro a breve con Lotito?

“Lo vedo spesso, non così come prima da quando è in Senato. Ma lo vedo spesso”.

 

Spesso la Lazio si è fermata contro le medio-piccole. Cosa ne pensa?

“Mi sembra un campionato strano, contro queste squadre perdono tutte. Le squadre di media classifica sono forti, se le incontri in un momento di salute diventa un problema. Parlo di Bologna, Monza e Torino. La Fiorentina è un problema sempre invece. Hanno uno spessore superiore rispetto agli anni precedenti. Le motivazioni che contano sono quelle interne, quelle esterne sono frivole e il tempo se le porta via. Lo dico sempre alla squadra, vogliamo essere la più forte di Roma o una delle più forti d’Italia? Dopo le partite di cartello abbiamo vinto una volta sola. Il limite è stata questo”. 

La Lazio è stata alterna?

Succede a tutte, posso dire le gare di Milan e Inter, solo al Napoli non è successo. Periodi neri del Psg anche ci sono stati. Il livello top si è un po’ abbassato, il medio alzato. Il nostro gruppo ha mostrato la tendenza a accontentarsi. 

Quanto conta la Champions per la progettualità futura? La Lazio avrebbe più appeal?

Non lo so come ragionano calciatori e agenti. A me non importa se una squadra sta in Champions in meno, se una squadra mi cerca e il progetto mi intriga ci vado lo stesso. Se poi ci sono giocatori che si fermano al primo aspetto, può essere pure che aumenti a livello di richiamo. 

La Lazio vista la classifica ora ha più responsabilità?

La responsabilità ce l’ha chi ha l’organico migliore del nostro, noi abbiamo un’opportunità.

Oggi è una triste ricorrenza della scomparsa di Chinaglia.Pensieri?

Lo ricordo quand’ero ragazzino, ma avevo più come idolo gli allenatori che i calciatori. Lui ha segnato un’epoca, un personaggio estroso, particolare, rimane nell’immagine popolare fortissima. Come giocatore ho immagini davanti, però la cattura del personaggio era forte. Il ricordo è forte. 

Lei critica spesso le nazionali, perché?

Io non critico le nazionali, non mi interessa niente. Ho visto 10 minuti di Kosovo e Andorra, ho visto tutti i giocatori in area, ho detto “cazzo è successo?”. Critico il calendario, la qualità diminuisce, ci sono sempre 5-6 assenti per infortunio, mi devono spiegare dove vogliano andare. Il calcio da sport è diventato business, se poi diventa solo business non escludo che tra 10 anni nessuno si interesserà più.

Come sta Lazzari?

Sta bene, l’ho visto bello brillante. È rimasto fuori qualche partita, un giocatore che a fine anno sarà sopra le 35 presenze, poi per certe partite abbiamo fatto scelte diverse per motivi tattici. 

La pausa ha fatto bene?

Nei meandri mentali è difficile capire, cosa fa bene e cosa no. A volte giochi dopo 3 giorni e invece la trovi concentrata, a volte passa più tempo e lo scopri dopo. Non è facile da sapere. Poi la partita dice la verità.

La vittoria al derby può essere la cura al problema mentale?

Una piccola parte avete visto. La squadra ha lavorato bene dal punto di vista materiale e pratico. Ci sono stati momenti ludici e momenti tattici di alta intensità. Siamo indecifrabili, la squadra si allena a grandissimi livelli, spero che questa continuità nelle sedute diventi continuità mentale per le partite. Rispetto all’anno scorso abbiamo una continuità diversa, poi quest’anno non abbiamo fatto bene in Europa, ho paura che c’entri una scelta inconscia della squadra. 

Quanto Sarri c’è nella Lazio attuale?

Mi ci vedo. Giovedì abbiamo fatto un allenamento sulla linea difensiva, l’ho rivisto a casa, è roba importante. Una linea, lasciando perdere il valore dei singoli, è ai livelli di Napoli ed Empoli. Al Chelsea e alla Juve non l’ho mai raggiunto questo livello. Poi se Sarri nell’immaginario di tutti è quello del Napoli, non si rivedrà più. Ci sarà invece il Sarri di un altro gruppo di giocatori e di altre caratteristiche. 

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