Home ExtraLazio De Laurentiis: “Serve un limite d’età in Nazionale”

De Laurentiis: “Serve un limite d’età in Nazionale”

26
0
Aurelio De Laurentiis durante una conferenza stampa del Napoli, autore di una proposta provocatoria sul limite d’età per le Nazionali.
Aurelio De Laurentiis durante una conferenza stampa del Napoli, autore di una proposta provocatoria sul limite d’età per le Nazionali.

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, torna a far discutere. Nel corso di un’intervista, il patron azzurro ha lanciato una proposta destinata a dividere il mondo del calcio:

“Non hanno capito che per le Nazionali servirebbe un cap: dopo i 23 anni non puoi più andare in Nazionale, perché devi scoprire i nuovi. Se fai giocare chi ha 37, 35 e 30 anni e questi si infortunano…”

Una dichiarazione che accende il dibattito su un tema eterno: la gestione delle convocazioni e il ricambio generazionale nelle rappresentative nazionali.

Una provocazione o un’idea concreta?

Come spesso accade con De Laurentiis, le sue parole suonano come una provocazione, ma contengono un fondo di riflessione. Il presidente del Napoli sottolinea un punto cruciale: la Nazionale, secondo lui, non dovrebbe diventare il rifugio dei veterani, ma la palestra dei talenti emergenti.

Negli ultimi anni, l’Italia ha faticato proprio su questo fronte. Dopo la vittoria dell’Europeo nel 2021, il percorso degli Azzurri è stato altalenante, tra mancate qualificazioni al Mondiale e difficoltà nel rinnovamento della rosa.

L’idea di un “cap” d’età a 23 anni potrebbe sembrare estrema, ma pone una domanda legittima: quanto spazio hanno davvero i giovani nel calcio italiano?

Il problema delle convocazioni “di status”

Molti allenatori, non solo in Italia, tendono a convocare giocatori esperti per “garanzia” e personalità. Tuttavia, questa logica rischia di frenare la crescita delle nuove generazioni.
Basti pensare al caso di Spalletti, che nel suo nuovo ciclo azzurro ha ancora puntato su diversi trentenni, lasciando in secondo piano alcuni giovani promettenti.

De Laurentiis va oltre, criticando implicitamente anche le Federazioni che, a suo dire, mettono a rischio i club:

“Se fai giocare chi ha 37 o 35 anni e questi si infortunano, poi i club pagano le conseguenze.”

Un richiamo diretto al problema dei troppi impegni internazionali e alle conseguenze sugli infortuni.

Giovani da lanciare e responsabilità dei club

Il dibattito è aperto: da una parte, chi sostiene che l’età non debba contare — conta solo il valore tecnico —; dall’altra, chi come De Laurentiis chiede un sistema che favorisca l’inserimento dei giovani.
In un campionato come la Serie A, dove l’età media resta tra le più alte d’Europa, la proposta del presidente del Napoli suona come un grido d’allarme.

D’altronde, lo stesso De Laurentiis ha spesso puntato su giocatori giovani, valorizzandoli e rivendendoli a cifre altissime (basti pensare a Osimhen, Kvaratskhelia, o Kim).

La sua visione, seppur drastica, è coerente con la filosofia aziendale del club: programmazione, sostenibilità e rinnovamento costante.

Tra realismo e utopia

L’idea di un limite d’età imposto per legge è difficilmente realizzabile, ma serve a riaccendere un dibattito che in Italia si trascina da anni.
Le Nazionali dovrebbero essere laboratori di crescita, non “premi alla carriera”. Forse, però, la chiave non è l’anagrafe, ma la meritocrazia: convocare chi gioca, chi corre e chi incide, indipendentemente dall’età.

De Laurentiis, ancora una volta, divide ma fa parlare. E nel calcio moderno, dove la comunicazione è potere, anche questa è una vittoria.



Resta Aggiornato con il nostro Canale WhatsApp! Ricordiamo che il canale è protetto da Privacy ed il tuo numero non è visibile a nessuno!Iscriviti Subito cliccando qui sul canale di Since1900