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Così così
IL MILAN – A differenza di Parma, al Milan non si può rimproverare l’approccio iniziale (quando reclama per una trattenuta in area di Cavanda su Balotelli) ma sicuramente la gestione della partita, soprattutto dopo il vantaggio. A fronte del buon rientro dopo due mesi di De Sciglio a sinistra, Abate a destra è in serata no e ne approfitta alla grande Candreva. Ci pensa spesso Zaccardo a mettere una pezza, mentre nell’altra metà campo il Milan dipende dalle invenzioni di Kakà, che a volte si intende con Birsa e Balotelli, a volte predica a vuoto, come quando Muntari spreca un suo spettacolare colpo di tacco.
LA LAZIO – Finezze non se ne permette la Lazio, operaia come ha chiesto il presidente Lotito. Il 4-4-2 di Petkovic pensa soprattutto a difendere, e lo fa senza grandi sbavature grazie a Ciani, Cana e Cavanda. Non risponde invece all’appello Hernanes, di nuovo titolare, impreciso, svagato e sostituito all’intervallo da Onazi. Poco meglio fa Ledesma, così Klose ha pochi palloni giocabili. Il primo utile gli arriva casualmente fra i piedi al 6′ della ripresa, ma il tedesco rovina tutto con un controllo incerto. Tre minuti più tardi è il momento di Kakà, che a oltre 4 anni dall’ultima rete a San Siro (26 aprile 2009) si esibisce in una delle sua specialità, il colpo da fuori area a incrociare, e viene sommerso dall’abbraccio dei compagni. Ma come spesso accade, proprio nel momento migliore il Milan decelera, perde troppi palloni concedendo sempre più campo. Candreva è imprendibile per Abate e al 27′ serve l’assist perfetto per Ciani. Così la Lazio esce a testa alta, mentre per il Milan piovono fischi.
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