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Storia S.S. Lazio

Che cosa accadde quel famoso 11 Marzo 1973 in Sud ?

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Ricorderete tutti uno degli ultimi capolavori fatti dalla nord, la coreografia che recitava “la verità da me tiella pè certa” …pensando a quei versi del Belli bisogna renderci ancora più consapevoli che noi tifosi laziali siamo e saremo LA VERITA’ di Roma di padre in figlio, e per restare in tema evangelico saremo sempre NON profeti in patria nostra. Ma questa verità va trasmessa sempre alle nuove generazioni, della scelta che fanno amando la Lazio. 

Solo ed esclusivamente per onor di verità (perché qui non si tratta di dimostrare chi era coniglio, chi furbetto e chi gran fico) verrà ripercorso quel 11 marzo 1973, fantasiosa leggenda che i nostri dirimpettai giallorossi ad arte hanno creato, per provare a radicare delle “nobili” origini che in realtà evidentemente mancano e vedrete che in realtà i fatti furono molto più semplici di quanto favoleggiato.

Certo capiamo: che trattandosi di leggenda si da ampio spazio alla fantasia, ma se i fatti sono addirittura menzogneri, questa leggenda può attecchire giusto tra di loro…perché la verità reale è che NESSUNO CI HA MAI CACCIATO DALLA SUD !

Ma veniamo alla storiografia di quel giorno :
I primi club laziali e romanisti amavano stare in Sud perché dal parterre sottostante uscivano le squadre, nei derby quindi in sud c’erano sempre scazzottate che con gli anni di piombo divennero molto violente. Loro erano in maggioranza per il semplice fatto che erano sinistroidi e quindi avevano un più forte richiamo giovanile anche di curva ( non è un disonore affatto ammettere che il rapporto era 10 a 1) .

L’11 marzo 1973 i laziali ( ragazzi di Monte Verde dell’ Eur di S.Giovanni ed i Lazio Boys), consapevoli dell’azione che avrebbero intrapreso e calcolato lo svantaggio numerico, riuscirono ad entrare prima in curva sud piazzandosi sopra l’ambito muretto.
Mentre la curva continuava a riempirsi,scoppiarono molte colluttazioni e diversi parapiglia tra biancocelesti e giallorossi fino a quando le “forze dell’ordine” intervennero, entrando sugli spalti per dividere i contendenti.

Ristabilito l’ordine grazie all’irruzione della celere, i Laziali erano riusciti a conquistare mezza sud, la parte destra per la precisione, dove rimasero per TUTTA LA PARTITA ! Questo fu un fattore di grande smacco per i giallorossi che non riuscirono ad avere la meglio su una gioventù laziale in nettissima minoranza (queste cose bisogna riportarle altrimenti non si riesce ad essere obbiettivi e onesti sui fatti).

Quella per noi laziali fu una grande vittoria,vittoria che però non potemmo perpetuare nel derby seguente, non per fantomatici picchetti giallorossi (basti ricordare il compianto Tassinaro e i suoi ragazzi nel piazzale davanti alla sud che diedero vita a un pre partita a dir poco “caldo”), ma per una circostanza del tutto diversa. Infatti, come riportato fedelmente anche nel libro “Forza Roma, daje lupi.” Scritto da Marco Impiglia, la settimana precedente al derby successivo a quello del marzo 73, Via Ruffini (la polizia di stato n.d.r.) chiamò a se i capi delle associazioni del tifo delle due squadre (Renato Faitella commissario del Centro di Coordinamento Roma club e Tonino Di Vizio assieme a Camiglieri responsabili dei Lazio Club) , per evitare nuovi incidenti, “ordinando” ai Laziali di andarsene in Nord e “assegnando” la Sud ai romanisti.

Particolare di non poco conto, quello relativo alla fantastica organizzazione dell’Associazione dei club giallorossi (con relativa schiacciante voce in capitolo) e alla disorganizzazione e improvvisazione della nostra. Basti pensare che fu proprio Renato Faitella a proporre un tunnel per difendere i giocatori al momento dell’entrata in campo dal fitto lancio di bottigliette e agrumi dalla Sud; tunnel mobile realizzato da lì a poco. In realtà, senza “battagliare” a quel tavolo, subimmo questa decisione PROVENIENTE DALL’ALTO e ci ritrovammo a dovercene traslocare in Nord. 

Questa è la pura e semplice verità storica….chiunque dica o si ostini a divulgare altro è semplicemente perché non può avere riscontri dalla realtà, per cui l’unica via di scampo rimane il rifugiarsi nella fantasia, unica dimensione in cui certe leggende continuano ad avere luogo !

( fonte: www.forumlazioultras.it )



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