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Lazio caos: errori, disorganizzazione e segnali preoccupanti

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Claudio Lotito e il caos interno alla Lazio: comunicazione sbagliata, maglie pubblicate in anticipo e disorganizzazione a Formello

Negli ultimi mesi, in casa Lazio si respira un’aria pesante. Non si tratta più soltanto di un problema tecnico o di un mercato bloccato: la sensazione è che qualcosa di molto più profondo stia scricchiolando all’interno della società biancoceleste.
A Formello regna la confusione, e i piccoli errori che si accumulano giorno dopo giorno stanno danneggiando l’immagine di una società quotata in borsa, che dovrebbe rappresentare un modello di organizzazione e professionalità.

Tutto parte dalle parole del direttore sportivo Angelo Fabiani, finite per errore in una chat con i giornalisti. Frase poi cancellata, ma che ha acceso un fuoco difficile da spegnere.
Un episodio forse banale, se isolato. Ma sommato a tutto il resto — tweet sbagliati, comunicazioni disastrose, la terza maglia pubblicata prima della presentazione ufficiale — diventa un chiaro sintomo di una Lazio disorganizzata e allo sbando.

Dalla doccia fredda al caos comunicativo

L’episodio della doccia fredda degli arbitri della Lazio femminile sembrava una barzelletta, ma è diventato un simbolo del momento attuale.
Il club ha subito diffuso un comunicato per smentire, ma la figuraccia era già servita. Poco dopo è arrivato il caso della giocatrice americana sparita, con l’agente che ha denunciato mancati pagamenti e una frattura da stress nascosta alla squadra di origine, il Lexington.

Situazioni che, per una società strutturata, non dovrebbero mai verificarsi.
A questo si aggiungono una lunga lista di errori di comunicazione: maglie svelate in anticipo, tweet corretti e poi cancellati, la terza divisa apparsa su GD prima della presentazione ufficiale. Tutti piccoli segnali di un caos organizzativo senza precedenti.

Un management che ha perso il controllo

Per anni si è detto che Claudio Lotito fosse un presidente attento a ogni minimo dettaglio.
Oggi, però, sembra che il controllo gli sia sfuggito di mano.
Formello dà l’impressione di una macchina senza coordinamento, con reparti che non comunicano e decisioni che arrivano in ritardo o non arrivano affatto.

La mancanza di uno sponsor principale, l’incertezza sul progetto stadio e i continui rinvii delle scadenze — prima giugno, poi luglio, poi settembre — sono campanelli d’allarme di un sistema che non funziona più come prima.

Effetto domino sul campo

Tutto questo disordine non può non riflettersi sulla squadra.
Maurizio Sarri si trova a gestire un gruppo spaesato, che percepisce il clima di incertezza e confusione interna.
Quando all’interno di una società non c’è organizzazione, anche il rendimento sul campo ne risente.
Ecco perché oggi la Lazio sembra una squadra senza certezze e senza direzione, prigioniera di problemi che partono ben più in alto dello spogliatoio.

Conclusione

Il caos di Formello non è solo un insieme di episodi imbarazzanti: è il riflesso di una crisi gestionale profonda.
E finché non ci sarà un cambio di passo, la Lazio rischia di trascinarsi in una spirale negativa difficile da invertire.



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