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Atalanta-Lazio, Sarri in conferenza stampa: ” Sia in casa che in trasferta il campo è lo stesso”

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Vigilia di serie A. La Lazio nel anticipo di sabato delle ore 15,sarà ospite del’ Atalanta di Gasperini. In conferenza stampa il tecnico laziale Maurizio Sarri ha presentato il match:

Tatticamente che Lazio si vedrà domani? Di ripartenza come con la Fiorentina?

“Alla base della domanda c’è un errore, la supremazia territoriale con la Fiorentina è stata 50 e 50, abbiamo fatto la nostra partita, solo che a volte la Fiorentina ci ha costretto a difendere. Non so come rispondere vista la premessa, andiamo a Bergamo convinti di affrontare una squadra forte, cercheremo come sempre di imporre il nostro gioco”.

Avversari così esaltano la Lazio?

“È una costante di questo gruppo da tanto tempo, la reazione è insita nella squadra dopo una partita sbagliata, l’obiettivo è avere continuità, dobbiamo averla nel risultato e nella prestazione”.

Luis Alberto può rigiocare?

“Dipende da come stanno o come sono usciti dalla gara i calciatori. Ancora non lo sappiamo, ieri abbiamo fatto solo scarico. Vediamo in che condizioni sono i calciatori, se sono riproponibili o meno”. 

Momento Milinkovic? Quanto ritmo serve domani?

“L ‘Atalanta è una grande squadra, ha fatto un percorso straordinario da qualche anno, hanno grande intensità, a differenza dell’inizio del ciclo ora ha anche qualità nel palleggio. Ora la vedo come una squadra completa, come dice Guardiola è come andare dal dentista, puoi uscire indenne, ma senti male lo stesso quando affronti certe squadre. Servono tante qualità da parte della Lazio. I numeri di Milinkovic dicono che con la Fiorentina ha fatto la miglior partita per accelerazione. Siamo alla terza gara con meno di 72 ore di riposo, questo non è successo a nessuna squadra in Serie A, è sicuramente una difficoltà in più”.

Cosa deve fare la Lazio per aiutare di più Immobile?

“Ora stiamo correndo tutti troppo in relazione a ciò che stiamo facendo, è un discorso di distanze e tempi. Siamo generosi nella pressione, ci facciamo saltare facilmente con il primo uomo e si vanifica tutta la pressione. È un discorso di movimenti e tempi, si può fare lo stesso lavoro con un dispendio di energie minori. Ciro ha fatto 9 partite e 8 gol, mi sembra stia rispettando ciò che ha sempre fatto, poi ci sono partite in cui le palle-gol sono di più o di meno, l’ultima gara è stata un po’ bloccata, c’era attenzione alla fase difensiva, che è il principale problema da risolvere. Siamo nella normalità”.

Muriqi a che punto è? Si parla sempre di lui in Turchia.

“Sul Fenerbahce non so che dire, lui si sta allenando bene, è uscito molto deluso da Bologna come tutti per il rendimento individuale e della squadra, si sta allenando bene, può dare qualche recupero a Immobile. Sul mercato non so proprio cosa dire”.

Cosa deve fare la Lazio per avere lo stesso rendimento in casa e fuori?

“Giocare come all’Olimpico, con lo stesso livello di personalità, attenzione e determinazione, cosa che non siamo riusciti a fare nelle ultime trasferte. Abbiamo pagato la minore intensità. Le porte e il campo sono uguali, quindi non so cosa cambi. Un discorso di mentalità”.

Le tante pretese nell’immediato dipendono dal suo arrivo?

“Ho spesso letto i numeri dell’anno scorso perché questo gruppo ha certe caratteristiche, quindi vado a vedere ciò che ha fatto nei periodi precedenti. La Lazio ha ottenuto un ingresso in Champions negli ultimi anni, lo ha fatto nel periodo in cui Inter e Milan non c’erano, o comunque erano in un periodo marginale. Ora si è un po’ complicato il discorso, il mio arrivo non può capovolgere tutto, si può iniziare un percorso con il lavoro, la determinazione e la fame. Si possono capovolgere certe aspettative, ma sono percorsi lunghi. Alla fine vedo anche in Europa vincono quasi sempre le squadre economicamente più forti. Qualche posizione la si può ribaltare, ma ribaltare tutto diventa complicato”. 

Migliorata la comunicazione della linea difensiva?

“Stanno migliorando, i due schierati contro la Fiorentina sono quelli che hanno giocato più spesso insieme, quindi a livello comunicativo sono quelli che hanno ora qualcosa in più. Acerbi mi sembra in crescita a livello di sicurezza e personalità, ci può dare tantissimo”. 

Ha visto uno scatto di mentalità nello spogliatoio? L’Atalanta si può prendere come esempio?

“L’Atalanta è un esempio societario, comportamentale, fa scelte precise, le ha fatte con convinzione, prende giocatori adatti al suo modo di giocare. Ha preso benefici dal proprio modo di pensare, è una fonte di ispirazione per tutto il movimento, ha dimostrato tante cose. Un punto di riferimento. Noi facciamo il nostro percorso, non siamo l’Atalanta, dobbiamo fare un cammino simile nelle scelte, diverso a livello calcistico”.

Con Zaccagni out quali alternative a Felipe Anderson e Pedro?

“Sono pochi i giocatori che possono giocare lì, ci si può adattare qualcuno, ma esterni puri ne abbiamo pochi. Abbiamo questi due giovani interessanti, un 2002 e un 2004, mi sembra prematuro dargli tante responsabilità. Moro essendo meno giovane di Romero è un po’ avanti nel percorso, per me possono diventare calciatori forti, ma ora vanno utilizzati a spezzoni senza dargli troppe responsabilità”.



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