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Alessandro Nesta: “Rifiutai la Roma, la mia famiglia era lazialissima”

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Alessandro Nesta racconta il suo rifiuto alla Roma e l’inizio della sua carriera nella Lazio: “Eravamo una famiglia lazialissima”.

Una storia di fede, identità e appartenenza.
Ospite del podcast “Passa dal BSMT”, condotto da Gianluca Gazzoli, Alessandro Nesta ha ripercorso i primi passi della sua carriera, raccontando un episodio che ha segnato il suo destino e quello della sua famiglia: il rifiuto dell’offerta della Roma quando era ancora un bambino.

“L’offerta della Roma? È tutto vero, mio padre l’ha rifiutata.
Andiamo fieri di questa cosa.”

Così, con orgoglio e semplicità, l’ex difensore e oggi allenatore ha ricordato come la sua avventura nel calcio sia nata sotto il segno dell’aquila biancoceleste.
Nonostante vivesse a Cinecittà, quartiere storicamente romanista, la famiglia Nesta era profondamente lazialista, e quella scelta – apparentemente piccola – avrebbe cambiato per sempre il corso della sua vita.

Un destino scritto nel biancoceleste

Nesta ha raccontato come avvenne il suo primo incontro con la S.S. Lazio:

“A otto anni giocavo nel Cinecittà, una società affiliata alla Roma.
Loro mi volevano prendere, ma mio padre, dopo aver letto un annuncio sul Corriere dello Sport, mi portò a San Basilio per un provino con la Lazio.
C’erano quasi duecento bambini: scelsero me e un altro ragazzo.
Da lì è cominciata la mia storia con la Lazio.”

Una storia che sarebbe diventata leggenda.
Da quel giorno, il piccolo Alessandro iniziò il suo cammino nel settore giovanile biancoceleste, scalando le categorie fino all’esordio in Serie A e alla fascia da capitano, simbolo di una generazione che ha regalato alla Lazio lo scudetto del 2000.

Orgoglio e appartenenza

Il racconto di Nesta è intriso di sentimento e orgoglio familiare:

“Per mio padre e per tutta la mia famiglia era un sogno.
Ero piccolissimo. Pensa quando ho fatto l’esordio in Serie A, con mio fratello che andava in Curva.”

Un’immagine che riassume perfettamente l’anima del calcio vero, quello che vive nelle famiglie, nei quartieri e nelle passioni tramandate di padre in figlio.
In un’epoca dove le bandiere sono sempre più rare, le parole di Nesta assumono un valore speciale.
Non solo per il ricordo, ma per ciò che rappresentano: l’amore puro per i colori biancocelesti.

Da bambino a simbolo

Nesta, cresciuto nella Lazio, ha incarnato per anni i valori di serietà, eleganza e leadership.
Con la maglia biancoceleste ha vinto tutto: uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe italiane, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa europea.
Una carriera costruita passo dopo passo, partita dopo partita, a partire da quella scelta coraggiosa del padre, che rifiutò la “comodità” di un trasferimento alla Roma per inseguire un sogno chiamato Lazio.

Oggi, da allenatore, Nesta continua a rappresentare quegli stessi principi di dedizione e rispetto che hanno contraddistinto la sua carriera.
Le sue parole sono un inno alla coerenza e alla fede sportiva, ma anche un messaggio per i giovani: seguire la propria strada, anche quando è più difficile, può portare alle più grandi soddisfazioni.



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