La lunga intervista pubblicata da Esquire Greece, realizzata da Rafaella Ralli con foto di Vasilis Mantas, offre un ritratto completo e sorprendentemente maturo di Christos Mandas, portiere della Lazio e uno dei giovani più promettenti della Serie A.
Il greco ha parlato della sua crescita personale, del suo percorso calcistico, delle difficoltà incontrate e delle ambizioni future, tracciando un profilo autentico e ricco di spunti.
“Fino ai 20 anni non avevo una vita fuori dal calcio”
Mandas parte dai sacrifici:
“Se il calcio è il mio sogno? A scuola ero l’unico a rispondere ‘voglio fare il calciatore’. Fino ai 20 anni non esisteva una vita al di fuori del calcio.”
Il giovane portiere racconta le difficoltà nel conciliare scuola e allenamenti, le rinunce alle gite e al tempo libero, ma anche la fortuna di aver avuto amici che lo hanno sempre sostenuto.
Da centravanti a portiere: “Era destino”
Curioso il racconto dei suoi inizi, quando da bambino era addirittura un centravanti:
“Non credo che sarei andato bene in quel ruolo. Diventare portiere era destino.”
Mandas spiega come col tempo abbia imparato ad avere pazienza, a sfruttare ogni occasione e a non agitarsi, qualità fondamentali per un estremo difensore.
“Sono un romantico del calcio. Gioco per amore, non per i soldi”
Un passaggio colpisce più di tutti:
“Gli stipendi dei portieri non sono come quelli degli altri, ma non mi preoccupa. Sono un romantico del calcio.”
E sul suo valore di mercato, stimato attorno ai 10 milioni:
“È folle, tre anni fa valevo dieci volte meno. Ma tutto mi entra da un orecchio e mi esce dall’altro.”
Un approccio umile e lucido, raro per un giocatore così giovane.
La fiducia costruita nel tempo: “Arrivato come terzo, volevo diventare primo”
Sul passaggio alla Lazio Mandas è molto chiaro:
“Sono arrivato come terzo portiere. Volevo diventare secondo, e poi primo. Ci sono riuscito in pochi mesi.”
La determinazione è una costante della sua carriera:
“Voglio competere con me stesso.”
Il paragone con Donnarumma e il modello Buffon
Mandas svela perché in Grecia qualcuno lo chiamava “il piccolo Donnarumma”, ma prende le distanze:
“Non voglio essere paragonato a nessuno.”
Se proprio deve scegliere un modello, però, non ha dubbi:
“Per me il complimento più grande sarebbe essere paragonato a Buffon.”
Del campione italiano ammira soprattutto:
- leadership,
- posizionamento,
- capacità di fare le cose fondamentali alla perfezione.
Pressione, rigori e mentalità: “In partita mi sento come in allenamento”
Su un tema spesso delicato per i portieri, Mandas sorprende:
“Non sento quasi la pressione. In partita mi sento come durante un allenamento.”
E sui rigori:
“È una sfida mentale. Le probabilità sono a favore dell’attaccante, devi solo concentrarti.”
Italia vs Grecia: “Qui si vive calcio. Anche dalla panchina.”
Mandas si innamora dell’Italia:
“Qui la gente ama il calcio. Dalla panchina vivi la partita come fossi in campo. In Grecia è diverso.”
Nazionali e futuro: “Voglio giocare all’estero il più possibile”
Sul percorso con la Grecia è fiducioso:
“Abbiamo costruito qualcosa. Abbiamo sbagliato qualche partita, ma è solo questione di tempo.”
Sul futuro non chiude nessuna porta:
“Voglio restare all’estero finché posso. Poi, un giorno, mi piacerebbe tornare all’OFI Creta.”
Conclusione
Dall’intervista emerge un Mandas maturo, ambizioso, determinato.
Non solo un talento tra i pali, ma un ragazzo con le idee chiare e una sorprendente profondità emotiva e professionale.
La Lazio si ritrova così tra le mani un portiere che non punta solo a crescere: vuole diventare un punto di riferimento, come Buffon lo è stato per l’Italia.
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