
Una Lazio con limiti evidenti ma con margini di crescita.
È questa la fotografia tracciata da Alberto Santi, telecronista di DAZN, che ha analizzato il momento dei biancocelesti dopo la sconfitta di San Siro contro l’Inter.
Ai microfoni, Santi ha offerto una riflessione lucida e schietta sulla squadra di Sarri, sulle difficoltà di mercato e sul futuro dell’allenatore toscano.
“La Lazio non deve autosabotarsi”
“È una Lazio che non deve fare l’errore di autosabotarsi — ha dichiarato Santi — perché è una squadra che ha chiaramente dei limiti. Non si è potuta muovere sul mercato e questo incide. È un po’ come in Formula 1: se tutte migliorano e tu resti fermo, anche se vai a 300 km/h hai comunque perso terreno.”
Il cronista di DAZN individua nella mancata crescita della rosa uno dei principali fattori del rallentamento biancoceleste.
La Lazio, priva delle coppe europee, potrebbe trovare una certa continuità, ma le assenze e la scarsa profondità della panchina restano un problema enorme.
“A centrocampo, Vittorio, a momenti chiamano me e te a giocare — scherza Santi — perché mancano davvero tutti. È una squadra che corre e lotta, ma che oggi paga la mancanza di qualità e di alternative.”
“Una squadra che non molla, ma serve equilibrio”
Nonostante i limiti tecnici, Alberto Santi ha apprezzato la prova della Lazio a San Siro:
“Mi è piaciuta la Lazio ieri sera. Tolto l’inizio, in cui ha sofferto l’aggressività dell’Inter, non è mai uscita dalla partita. Se il colpo di testa di Gila fosse finito dentro, forse staremmo raccontando un’altra storia. È una squadra che ha potenzialità e che secondo me può solo migliorare.”
Santi sottolinea anche quanto pesino le assenze, soprattutto quella di Rovella, elemento chiave per dare equilibrio tattico alla squadra:
“Rovella è fondamentale, perché è uno di quei giocatori che ti dà ordine. È il simbolo di ciò che manca a questa Lazio.”
“Basic simbolo delle emergenze”
Il giornalista di DAZN individua un simbolo dell’attuale situazione biancoceleste:
“Basic fino a un mese fa era fuori lista Serie A, e oggi ha deciso Lazio–Juventus. Questo racconta tutto. Sarri fa miracoli, ma serve una struttura più stabile. Se ogni due settimane la formazione cambia per squalifiche e infortuni, costruire diventa impossibile.”
E proprio su Guendouzi, Santi non risparmia una critica:
“È un giocatore esperto, ma con il centrocampo decimato non puoi farti buttare fuori così. Sono errori che una squadra come la Lazio non può permettersi. Ecco perché dico: attenzione all’autosabotaggio.”
“Sarri? Dichiarazioni realistiche, non polemiche”
Le parole di Maurizio Sarri dopo Inter-Lazio — “Accetterò tutto fino a giugno, poi vedremo” — hanno fatto discutere.
Per Santi, però, si tratta di una presa di posizione logica e comprensibile:
“Mi sembrano dichiarazioni realistiche. Sarri non vuole fare la vittima sacrificale. Se non può far mercato, è normale che valuti la sua posizione. Ha allenato Chelsea e Juve, ha vinto in Europa e in Italia, e ha riportato la Lazio in Champions. È un tecnico serio, che non si accontenta.”
Il commentatore aggiunge:
“Non è una minaccia alla società, ma un messaggio chiaro: lui ci mette la faccia, ma pretende coerenza. Finirà la stagione per rispetto dei giocatori e dei tifosi, poi deciderà.”
Una Lazio fragile ma viva
Il quadro tracciato da Santi è quello di una squadra imperfetta ma ancora viva, in grado di reagire nonostante le difficoltà.
La speranza è che la sosta e il mercato possano restituire energie e idee a un gruppo che, pur senza coppe, può ancora dire la sua.
“La Lazio ha potenziale, ma deve smettere di farsi male da sola — conclude Santi — e Sarri è l’uomo giusto per tenerla in carreggiata. A patto che la società lo metta in condizione di lavorare.”
Cosa ne pensate delle parole di Alberto Santi sulla Lazio?
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