Da anni Claudio Lotito promette una Lazio moderna, organizzata e ambiziosa, ma la realtà racconta una storia diversa.
Dalle parole ai fatti il passo sembra lunghissimo, e la pazienza dei tifosi biancocelesti sta per esaurirsi.
L’Academy “Bob Lovati”: progetto fantasma
Era il 26 maggio 2014 quando Lotito presentò con orgoglio il progetto dell’Academy “Roberto Lovati”, una struttura destinata a riunire a Formello il settore giovanile e la prima squadra, sul modello dei grandi club europei.
Doveva essere il simbolo di una Lazio in crescita, una casa biancoceleste all’avanguardia per formare i talenti del futuro.
Sono passati undici anni e dell’Academy non c’è traccia.
Zero lavori, zero aggiornamenti, solo rendering e comunicati di facciata.
Un progetto rimasto sulla carta, come tanti altri sogni biancocelesti.
Lo sponsor fantasma
Altro capitolo, la telenovela del main sponsor.
Da mesi la Lazio gioca senza marchio sulla maglia, con una perdita economica stimata di diversi milioni di euro.
A luglio si parlava di Aeroitalia, con tanto di cifre (5 milioni a stagione) e di data per l’annuncio ufficiale: il 14 ottobre.
Il giorno è passato, la partita con l’Atalanta pure, ma dello sponsor nessuna traccia.
Una mancanza che pesa, sia sul piano economico che su quello d’immagine.
La maglia biancoceleste resta pulita, ma non per scelta stilistica: è il simbolo di una società ferma, che non riesce a monetizzare il proprio brand.
Il Flaminio: il sogno infinito
Ogni mese la stessa storia: “Entro fine mese la Lazio presenterà i documenti per avviare l’iter del nuovo Stadio Flaminio”.
Ogni mese la promessa cade nel vuoto.
Il progetto, annunciato come imminente più volte nel 2023 e nel 2024, non è mai approdato agli uffici comunali.
Il risultato? Nessuna data, nessuna certezza, solo attese e slogan.
Nel frattempo, la Roma ha fatto passi concreti per il suo impianto, mentre la Lazio resta intrappolata nelle dichiarazioni.
Il falconiere e il mercato bloccato
Anche le promesse più “minori” sono rimaste sospese.
Il nuovo falconiere, che avrebbe dovuto sostituire Bernabé dopo anni di onorato servizio, è scomparso dai radar da giugno.
Un simbolo, piccolo ma significativo, di una gestione che annuncia e non realizza.
Sul fronte sportivo, poi, il discorso è ancora più grave:
Lotito aveva assicurato lo sblocco del mercato di gennaio, ma a novembre non si sa ancora se la Lazio potrà operare liberamente o sarà di nuovo vincolata dai paletti federali.
Tanti annunci, pochi fatti
Sono promesse che pesano, soprattutto perché si ripetono da anni.
Ogni stagione Lotito parla di “crescita, infrastrutture, organizzazione”, ma la realtà è una Lazio che resta ferma mentre gli altri club si evolvono.
Nel 2025 la società biancoceleste è ancora senza sponsor, senza stadio di proprietà, senza Academy e con un futuro economico incerto.
La gestione oculata, un tempo fiore all’occhiello del presidente, oggi appare come un freno alla crescita del club.
Conclusione
Parlare di “società solida” non basta più.
La Lazio ha bisogno di fatti, non di annunci.
Il tempo delle promesse è scaduto, e i tifosi biancocelesti lo sanno bene.
Finché i progetti rimarranno solo parole, la Lazio resterà una grande storia… ferma al palo.
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