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DAZN dà la caccia agli utenti del “pezzotto”: 500 € per chiudere

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Logo DAZN sovrapposto a schermata di streaming: simbolo della lotta contro la pirateria online.

DAZN ha deciso di intensificare la sua battaglia contro la pirateria digitale e, secondo quanto riportato, ha cominciato a inviare lettere raccomandate a utenti che usufruivano di IPTV illegali, chiedendo 500 euro per chiudere la pratica bonariamente e evitare di finire in causa.

Il caso si inserisce in un contesto più ampio di stretta normativa: DAZN sostiene che, ogni anno, il mercato parallelo del “pezzotto” arrechi danni per circa 300 milioni di euro al sistema calcio e alle piattaforme autorizzate.

⚖️ Come funziona la “composizione bonaria”

Secondo la missiva inviata alle persone coinvolte, è offerta la possibilità di pagare 500 euro per chiudere il contenzioso extragiudizialmente, con l’impegno a non riutilizzare canali illegali in futuro.
In caso di rifiuto, l’utente rischia di essere citato in sede civile o amministrativa, con spese legali supplementari e procedimenti giudiziari.

Si tratta dunque di una sorta di “offerta last minute” da parte di DAZN: paga ora la penale, evita la causa. Un meccanismo che punta a disincentivare la pirateria in modo preventivo.

🔍 Identificazione degli utenti pirata

Le lettere non arrivano a caso: gli utenti sono stati individuati grazie a un’indagine condotta con la Guardia di Finanza e la Polizia Economico-Finanziaria.
L’operazione, partita da Lecce, ha permesso di smantellare un’associazione che gestiva IPTV illegali, risalendo tramite analisi di dati bancari, geografici e anagrafici agli utilizzatori finali

Con l’autorizzazione della Procura, i dati sono stati trasmessi ai titolari dei diritti (come DAZN), che ora possono procedere legalmente contro gli individui.

Finora, DAZN afferma che sono circa 2.500 gli utenti già sanzionati e oltre 3.000 sono in fase di identificazione.

💰 Una strategia per contrastare i danni al mercato

Il “pezzotto” non è più un fenomeno marginale: è una piaga che mina l’economia dell’intero sistema televisivo sportivo.
Chiedere 500 euro può essere visto come un deterrente: meglio pagare subito che finire in un’aula di tribunale.

Ma c’è anche chi solleva criticità: l’offerta bonaria rischia di sembrare troppo “soft” o magari iniqua per chi ha utilizzato servizi illegali per anni. Qual è il confine tra prevenzione e abuso legale?

📝 Conclusione

Con questa mossa, DAZN cambia registro: da difensore dei diritti a “cacciatore” diretto di chi guarda senza pagare.
La strategia è chiara: ridurre il numero di utenti pirata, ottenere un segnale forte e contrastare perdite economiche ingenti.
Chiunque si sia approfittato del “pezzotto” ora ha due strade: pagare 500 euro o affrontare una causa.



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