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Sarri costretto al cambiamento: Lazio col 4-2-3-1 a Marassi

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Maurizio Sarri cambia modulo: Lazio in campo col 4-2-3-1 a Genova contro il Genoa per l’emergenza a centrocampo

Definire “strana” la stagione della Lazio 2025/26 sarebbe riduttivo. In soli quattro mesi i biancocelesti hanno vissuto una serie di prime volte storiche, spesso negative. Dalla sconfitta interna con il Lecce al derby perso, passando per un avvio di campionato con tre ko nelle prime quattro giornate — evento mai registrato sotto la gestione Lotito — fino al blocco totale del mercato estivo, senza nuovi acquisti.

Ora, alla vigilia della sfida con il Genoa, arriva un’altra novità assoluta: Maurizio Sarri abbandonerà il 4-3-3 per schierare la Lazio col 4-2-3-1, una scelta mai vista in oltre 100 partite del tecnico toscano sulla panchina biancoceleste.

Un ritorno al passato dopo dieci anni

Sarri non utilizzava il 4-2-3-1 dal 13 settembre 2015, quando alla guida del Napoli affrontò da ex l’Empoli in una partita terminata 2-2. Già dalla settimana successiva, proprio contro la Lazio, nacque ufficialmente il suo iconico 4-3-3 con un roboante 5-0.

Dieci anni dopo è ancora la Lazio a segnare un punto di svolta, ma questa volta non per una scelta ideologica: è l’emergenza a costringere Sarri a rinunciare al suo credo tattico.

Emergenza senza precedenti a centrocampo

Il centrocampo biancoceleste è letteralmente decimato. Vecino, clinicamente recuperato da un mese, è fuori dai convocati. Dele-Bashiru e Rovella non hanno retto un tempo intero nel derby. A complicare tutto ci sono state le ingenuità di Belahyane e soprattutto di Guendouzi, leader designato ma protagonista di un’espulsione pesante in un momento delicato.

Così, contro il Genoa, Sarri avrà a disposizione soltanto:

  • Cataldi regista unico e imprescindibile,
  • il reintegrato Basic, di nuovo in lista a scapito di Dele-Bashiru ,
  • e un Vecino ancora a mezzo servizio.

Un reparto ridotto all’osso, mai visto negli anni recenti, che costringe il tecnico a modificare radicalmente i suoi schemi.

Una rivoluzione obbligata

Il 4-2-3-1 nasce più dalla necessità che dalla convinzione: due mediani davanti alla difesa per coprire le lacune fisiche e tattiche, tre trequartisti a sostegno dell’unica punta. Una formula che Sarri non ama, ma che in questo momento rappresenta l’unica alternativa praticabile.

Il paradosso è che proprio il principio più forte del suo calcio — la fedeltà assoluta al 4-3-3 — viene messo da parte. Una rinuncia che pesa, ma che testimonia quanto la Lazio sia in difficoltà a livello numerico e qualitativo.

Lazio, momento cruciale della stagione

La trasferta di Marassi arriva in un momento chiave: i biancocelesti devono interrompere una striscia negativa e ritrovare fiducia. Per riuscirci serviranno compattezza e sacrificio, più che la fedeltà a un sistema di gioco.

Se la scommessa del 4-2-3-1 dovesse funzionare, Sarri potrebbe anche valutare di riproporlo in futuro, ma resta evidente come l’attuale rosa non sia costruita a sua immagine e somiglianza. Il blocco del mercato e gli infortuni hanno reso questa Lazio fragile e incompleta.



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