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La Lazio è la polisportiva più grande del Mondo

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ROMA — Quando si parla di Lazio, la mente corre subito al calcio, al biancoceleste dell’Olimpico, ai derby con la Roma e ai ricordi scolpiti nella storia della Serie A. Ma c’è un lato della storia biancoceleste che troppo spesso resta in ombra: la La Lazio è la polisportiva più grande del Mondo , un patrimonio che dovrebbe essere motivo di orgoglio, e che invece la società comunica poco o nulla.

Un primato nascosto

Fondata il 9 gennaio 1900 come società podistica, la Lazio ha da subito abbracciato diverse discipline. Oggi la polisportiva conta oltre 45 sezioni agonistiche: dal rugby al padel, dal nuoto alla pallavolo, fino al basket e alla pallanuoto. Un mosaico di sport che nessun’altra società europea può vantare, neppure club come Real Madrid o Barcellona, che pure hanno sempre valorizzato le loro sezioni extra-calcio.

Eppure, mentre i blaugrana spingono con orgoglio il basket e il Real celebra ogni trionfo oltre il pallone, la Lazio quasi sembra ignorare questo primato.

I successi internazionali dimenticati

Il palmarès della polisportiva è impressionante:

  • Oltre 500 titoli nazionali e internazionali conquistati.
  • 16 titoli mondiali portati a Roma.
  • 10 medaglie d’oro olimpiche vinte da atleti biancocelesti.

Un bottino straordinario, che sarebbe degno di un museo permanente o almeno di un’esposizione chiara sul sito ufficiale della società. E invece, per conoscere questi dati, occorre scavare negli archivi o affidarsi alla memoria storica dei tifosi più appassionati.

Campioni leggendari in biancoceleste

La Lazio polisportiva non è solo numeri, ma anche volti e nomi che hanno fatto la storia dello sport italiano:

  • Fausto Coppi, il più grande ciclista della storia azzurra, fu tesserato Lazio. Un dettaglio che pochi conoscono.
  • Bud Spencer, all’anagrafe Carlo Pedersoli, campione di nuoto e pallanuoto prima di diventare attore, partecipò alle Olimpiadi con i colori biancocelesti e non mancava mai di ricordarlo nelle interviste.
  • Atleti della scherma, del nuoto, della pallavolo e di tante altre discipline hanno scritto pagine indelebili sotto il vessillo della Lazio.

Persino l’ultima medaglia d’oro olimpica a tinte biancocelesti porta un nome familiare al calcio: Felipe Anderson, che vinse con il Brasile ai Giochi di Rio 2016, allora tesserato Lazio.

Una comunicazione che non funziona

Il vero paradosso è che la Lazio sembra quasi vergognarsi di questa grandezza. Nessuna campagna promozionale strutturata, nessuna valorizzazione sul sito ufficiale, pochi riferimenti allo stadio. Solo sporadici eventi — come la passerella di ragazzi delle sezioni sportive prima di alcune partite — che però non vengono spiegati né raccontati.

Così, mentre altre società costruiscono un’identità globale valorizzando ogni aspetto del loro marchio, la Lazio perde l’occasione di differenziarsi e raccontare una storia unica: quella di un club che non è solo calcio, ma un universo sportivo capace di toccare ogni disciplina.

Orgoglio da riscoprire

In un’epoca in cui il calcio è sempre più brand, storytelling e marketing, la Lazio avrebbe un vantaggio enorme: raccontare la propria unicità come polisportiva più grande e antica del mondo. E invece resta in silenzio, lasciando che persino i propri tifosi ignorino i trionfi conquistati in oltre un secolo di storia.

Perché non trasformare queste vittorie in motivo d’orgoglio? Perché non aprire una sezione dedicata sul sito ufficiale, lanciare campagne social, valorizzare il legame con atleti olimpici e campioni del passato?

Conclusione

La Lazio è molto più di una squadra di calcio: è un simbolo dello sport italiano ed europeo, con una tradizione che abbraccia discipline e campioni di ogni epoca. Un patrimonio che meriterebbe di essere esaltato, non nascosto.

Se altre società avessero vinto 10 ori olimpici e avessero avuto atleti come Coppi e Bud Spencer tra i propri tesserati, probabilmente lo racconterebbero ogni giorno. La Lazio, invece, resta in silenzio.

Un silenzio che non rende giustizia alla sua storia.



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