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L’anno che verrà

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L'anno che verrà

Di Luca Ciampi

“L’estate sta finendo e un anno se ne va”, così cantavano Stefano Righi e Stefano Rota, meglio noti come i Righeira, nel tormentone destinato a diventare immortale nella storia della musica italiana. Correva l’anno 1985, un’estate che i tifosi biancocelesti, specie i più grandi, difficilmente dimenticheranno per essere stata una delle peggiori della loro storia. Una retrocessione inaspettata a fine campionato, nonostante una squadra chiaramente allestita per centrare una qualificazione europea, e una sessione di mercato che ha segnato il dolorosissimo addio di antiche bandiere del calibro di Lionello Manfredonia, ceduto alla Juventus, e Bruno Giordano, che scelse il Napoli di Maradona.

Sono passati 40 anni esatti da quell’estate e i tifosi laziali sono ancora una volta obbligati a vivere un dramma simile, ma senza essere allietati da un tormentone musicale che possa alleviarne le sofferenze.

Quella del 2025, infatti, verrà ricordata come l’unica estate (finora) in cui la Lazio non ha potuto acquistare alcun giocatore nel corso della campagna acquisti, per via dell’infrazione commessa di tutt’e tre i parametri amministrativi di controllo previsti dalla COVISOC: indice di liquidità, indebitamento e costo del lavoro allargato.

A cavallo fra il mese di maggio e giugno, alcune fonti avevano già spoilerato la notizia, prontamente, però, smentita dal presidente Lotito che aveva gridato al complotto e promesso querele a destra e a manca. Peccato che, solo un paio di mesi più tardi, l’incubo sia diventato realtà. A rimetterci la faccia, annunciandolo al popolo biancoceleste, non è stato il presidente, come sarebbe stato auspicabile, bensì il DS Fabiani che, da vate del cambiamento e ringiovanimento della rosa, si è trovato inaspettatamente a dover ricoprire lo scomodo ruolo di parafulmine degli errori societari.

La notizia ha sortito, com’era logico che fosse, un effetto devastante nel cuore dei tifosi, coinvolgendo anche parte di quelli fedelissimi al presidente, che sono stati capaci di dar vita ad un Flash Mob che ha fatto il giro del mondo alla voce di “Libera la Lazio”, una chiara supplica a Lotito di passare la mano viste le difficoltà a mantenere il passo e gestire la società in maniera fluida e ambiziosa. Nel contempo, però, hanno fornito anche l’ennesima prova d’amore incondizionato, registrando più di 29.000 tessere di abbonamento, a dimostrazione di una fede incrollabile di una tifoseria unica al mondo anche per le splendide coreografie mostrate nel corso dell’ultimo periodo.

La loro speranza, oggi, si aggrappa al mercato di riparazione di gennaio per capire se l’impasse societaria è solamente temporanea oppure se c’è veramente da preoccuparsi per il futuro. Il 19 settembre, la COVISOC, come di consueto, aggiornerà l’indice dei parametri previsti e comunicherà ufficialmente se la Lazio potrà riprendere la sua normale operatività di mercato. Da gennaio 2026, poi, cambieranno le regole ed i nuovi indici punteranno ad una sostenibilità economica sempre maggiore che obbligherà molte società a cambiare le loro strategie, anche quelle della Lazio, le cui future ambizioni saranno esclusivamente legate alla possibilità di nuovi ricavi che aumentino la circolarità. Tuttavia, essendo quotata in borsa, la società non può immettere direttamente denaro liquido in cassa ma può farlo operando esclusivamente sotto le rigide regole della CONSOB attraverso un aumento di capitale o prestiti fruttiferi o infruttiferi. In alternativa, si potrebbe tentare di stabilire nuove partnership societarie attraverso l’ingresso di nuovi soci che porterebbero, nell’immediato, nuove risorse destinate a rinforzare il bilancio, un’opzione che, tuttavia, è stata più volte scartata dallo stesso presidente. Quindi, il futuro della Lazio, incluso il mercato di gennaio, è legato esclusivamente agli incassi dei diritti TV della stagione precedente ed alla sottoscrizione di un contratto con un main sponsor, argomento che puntualmente torna di moda ogniqualvolta Lotito è in difficoltà, salvo poi morire pochi giorni più tardi. A tal proposito, è d’obbligo citare anche il progetto stadio Flaminio, stranamente arenatosi di nuovo dopo che il Comune di Roma ha richiesto l’adeguamento documentale della parte afferente alla sicurezza ed alla viabilità nell’area durante lo svolgimento delle partite.

Lazio, un’estate senza sogni e un ambiente spaccato

E come se non bastasse, qualora a gennaio la società non troverà risorse, sarà obbligata ad affrontare, fra gli altri, anche il problema di quei giocatori che da tempo hanno chiesto adeguamenti contrattuali o cessioni e che proprio dall’apertura della prossima sessione di mercato potranno accordarsi con squadre di altri campionati e scegliere di andar via a parametro zero. Fra questi, spiccano i nomi di Gila e Romagnoli che rappresenterebbero, nello scenario peggiore, due grandi fallimenti, il primo, per la perdita di un’importante plusvalenza, il secondo per la sua esperienza. Certo, non stiamo parlando di valori assoluti del calcio internazionale ma, con le oggettive difficoltà a rinforzare la squadra, ogni perdita potrebbe risultare determinante in futuro. Tale situazione d’indeterminatezza potrebbe riflettersi pesantemente sullo spogliatoio che, più volte, è apparso sfilacciato e privo di quella coesione necessaria per ambire a qualsiasi obbiettivo, anche il più basico. Gravoso, pertanto, sarà il compito di mister Sarri, tornato, a suo dire, per amore di questi colori, perché dovrà riuscire a dare motivazioni ad un gruppo che sembrerebbe non averne o averne a sprazzi, come dimostrato dall’inizio di questo campionato caratterizzato da due prestazioni diametralmente opposte che rischiano di diventare il motivo constante della stagione.

Domenica 21 settembre ci sarà il primo derby stagionale e la Lazio si troverà già davanti ad un bivio importante che ne delineerà le ambizioni di quest’anno. Non è una partita come le altre e troppi allenatori se ne sono dovuti rendere conto, anche il povero Baroni, ultimo solo in ordine cronologico, che ricorderà a lungo la sconfitta nella stracittadina d’andata che coincise con l’inizio della parabola discendente di una stagione che, invece, era iniziata sotto i migliori auspici sia in campionato che in Europa League. Questo mister Sarri lo sa benissimo ma potrà poco se i suoi ragazzi non saranno i primi ad essere convinti che, quest’anno più che mai, la stagione ed il futuro della squadra dipenderà solamente da loro e dagli stimoli che troveranno oltre gli aspetti societari.

Per il resto, le speranze dei tifosi per un futuro nuovamente da protagonisti sono legate esclusivamente ad una possibile cessione societaria, purché aumenti il potenziale e riporti la Lazio ai livelli che le competono.

“L’anno che sta arrivando, fra un anno passerà …. La Lazio si sta preparando, e questa è la novità”.



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