Per la Roma questa stagione rappresenta un crocevia fondamentale. Non solo sul campo, ma soprattutto nei bilanci. Il club giallorosso, infatti, deve rispettare i parametri stabiliti dal settlement agreement firmato con l’Uefa nel 2022, dopo la violazione delle norme sul fair play finanziario.
L’accordo impone un graduale percorso di rientro: entro il monitoraggio 2026-27, basato sui bilanci chiusi al 30 giugno 2024, 2025 e 2026, la perdita aggregata non potrà superare i 60 milioni di euro.
La situazione dei conti giallorossi
Negli ultimi anni la società ha ridotto progressivamente i deficit:
- -219 milioni nel 2021-22
- -103 milioni nel 2022-23
- -81 milioni nel 2023-24 (ultimo bilancio approvato)
Ai fini Uefa, il rosso 2023-24 viene calcolato attorno ai -60 milioni, considerando l’esclusione di spese virtuose come settore giovanile, calcio femminile, infrastrutture e progetti sociali.
Per la stagione 2024-25, la Roma ha tagliato oltre 30 milioni di costi e generato circa 10 milioni in più di plusvalenze rispetto all’anno precedente. In questo modo la perdita si sarebbe ridotta a circa 30 milioni, che nel computo Uefa equivalgono a un passivo di -10/-15 milioni.
Il problema è che così i giallorossi hanno già consumato la “tolleranza” concessa dall’Uefa: nel 2025-26 sarà necessario tendere al pareggio di bilancio.
I nodi da risolvere
Per rispettare i paletti, la Roma dovrà migliorare i conti di circa 30 milioni rispetto alla scorsa stagione. Ma ci sono fattori che complicano il quadro:
- 40 milioni di plusvalenze già registrate nel 2024-25, dunque non replicabili facilmente a giugno.
- +10 milioni di costi derivanti dall’ultima campagna acquisti.
- -12 milioni di ricavi per la scadenza del contratto con lo sponsor di maglia Riyadh Season.
In totale, servono circa 90 milioni da recuperare.
Le possibili soluzioni
Le leve principali sono tre:
- Cessioni di mercato: i principali indiziati sono Manu Koné e Ndicka.
- Nuovo sponsor di maglia, con trattative già in corso per sostituire Riyadh Season.
- Risultati sportivi: migliorare il piazzamento in Serie A e in Europa League significherebbe incassare premi e bonus che alleggerirebbero la necessità di fare plusvalenze.
La linea Friedkin
La proprietà americana ha già immesso oltre un miliardo in cinque anni, ma i soldi dei Friedkin non possono essere considerati per il rispetto della “football earning rule”, che si basa su ricavi e costi reali della gestione sportiva.
Come ha sottolineato il senior advisor Claudio Ranieri:
“Dobbiamo tenere i conti a posto. Vediamo come va il campionato e il percorso in Europa League. Se necessario, sarà inevitabile vendere qualcuno. Non possiamo permetterci di prendere il cartellino rosso: significherebbe restare fuori dalla Champions League anche in caso di qualificazione sul campo”.
Conclusione
La Roma ha ridotto il rosso negli ultimi anni, ma il margine di manovra resta strettissimo. Il 2025-26 sarà la stagione decisiva: tra cessioni, sponsor e risultati sportivi, i giallorossi dovranno colmare un gap vicino ai 90 milioni. Solo così potranno presentarsi al traguardo del 2026 con i conti in regola e senza rischiare nuove sanzioni da parte dell’Uefa.
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