Il mercato della Lazio continua a vivere di rimpianti e contraddizioni. L’ultimo colpo sfumato è quello di Jan-Carlo Simic, difensore centrale dell’Anderlecht che era stato individuato come obiettivo per gennaio. Stavolta, però, non si è neppure arrivati all’apertura del mercato: l’Al Ittihad ha bruciato tutti i tempi, chiudendo per il giocatore con un’offerta da circa 20 milioni. La Lazio, ancora una volta, è rimasta ferma a guardare.
L’alternativa: Lorenzo Insigne
Con Simic ormai irraggiungibile, l’unico nome rimasto accostato alla Lazio è quello di Lorenzo Insigne. L’ex capitano del Napoli, reduce dall’esperienza deludente in MLS con il Toronto, è tornato in Italia da svincolato e vorrebbe rilanciarsi per provare a conquistare la convocazione al prossimo Mondiale.
Non è un mistero che Maurizio Sarri abbia chiesto alla società di valutare seriamente il suo arrivo: tra i due c’è un rapporto speciale, e proprio sotto la guida del tecnico toscano Insigne aveva vissuto gli anni migliori a Napoli. Tuttavia, in casa Lazio non tutti sono convinti.
Sarri sì, Fabiani no
Il direttore sportivo Angelo Fabiani ha già espresso più volte il suo scetticismo: l’idea della società è quella di portare avanti un progetto giovani, e l’acquisto di un 34enne come Insigne non rientrerebbe in questa linea. Una posizione che stride, però, con i recenti rinnovi concessi a Pedro e Vecino, giocatori esperti ma non certo giovani prospetti.
La spiegazione è semplice: con il blocco del mercato in estate, la Lazio non poteva permettersi di perdere due pedine senza poterle sostituire. In particolare Pedro resta un elemento prezioso per esperienza e duttilità.
I dubbi su Insigne

Al di là dell’età, ci sono interrogativi legittimi sul reale valore di Insigne oggi. Negli ultimi mesi al Napoli era apparso in calo, segnando quasi solo su calcio piazzato. L’avventura in Canada non ha migliorato la situazione: rendimento modesto e ritmo di gioco ben lontano dagli standard della Serie A. Inoltre, se arrivasse a gennaio, Insigne sarebbe reduce da quasi un anno di inattività: un’incognita enorme per un calciatore non più giovanissimo.
C’è poi un problema tattico: Insigne è un esterno sinistro, ruolo già occupato dal capitano Zaccagni. Inserirlo significherebbe spostare Zaccagni in un’altra posizione o cambiare modulo, ipotesi che appare complicata per una squadra che già fatica a trovare equilibrio.
Le vere priorità della Lazio
A ben vedere, l’arrivo di Insigne non sembra risolvere i problemi più urgenti della rosa. La Lazio ha una carenza evidente in difesa, dove al momento ci sono solo tre centrali a disposizione, con il rientro incerto di Patrick. Un altro ruolo da rinforzare è il centrocampo: Dele-Bashiru non ha ancora convinto, Vecino è spesso fermo ai box e i nuovi acquisti devono ancora dimostrare affidabilità.
In quest’ottica, un difensore centrale come Simic sarebbe stato molto più utile rispetto a un esterno d’attacco. Oppure, se proprio si vuole intervenire nel reparto offensivo, l’esigenza maggiore è sulla fascia destra, dove Isaksen e Cancellieri non hanno ancora dato garanzie.
Una scelta da non sbagliare
Insigne rappresenta l’opzione più facile: nessun costo di cartellino e la disponibilità ad abbassarsi l’ingaggio. Ma la Lazio non può permettersi di sbagliare la prossima mossa. L’obiettivo minimo della stagione resta il ritorno in Europa League, indispensabile anche per garantire nuove entrate e costruire un mercato più solido nella prossima estate, quando scadranno i contratti di giocatori ormai fuori dal progetto come Basic, Fares, Kamenovic e Hysaj.
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In definitiva, per una società che non ha budget illimitati, la priorità dovrebbe essere investire in profili giovani e funzionali, capaci di colmare le lacune più evidenti della rosa. Insigne, oggi, non sembra essere quel giocatore.
👉 E voi, tifosi biancocelesti: siete d’accordo con Sarri che spinge per Insigne o con Fabiani che lo considera un acquisto inutile?
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