Torna a casa, Christian. Che per 55 miliardi, la cifra sulla quale Lazio e Atletico di Madrid hanno convenuto, si puo’ tutto nel calcio. Come per i 5 miliardi e 800 milioni all’anno netti, l’ingaggio che Sergio Cragnotti dovrebbe corrispondere al giocatore (trattativa in corso), lo stesso trattamento riservato all’ex barcellonista De la Pena. Moltiplicati i miliardi di Vieri per cinque stagioni si arriva a poco meno di 30 miliardi, premi e benefit esclusi (sempre secondo il tariffario De la Pena). La Consob ha chiesto di essere informata 15 minuti dopo la firma del giocatore. Percio’, in attesa di farlo sul campo – anche se non e’ detto che ci riesca – Vieri e’ addirittura riuscito a battere Ronaldo al mercato dei piedi pregiati.
Il brasiliano, infatti, un anno fa era stato pagato dall’Inter 51 miliardi: ovvero 48 piu’ 3 di indennizzo. Alla fine Christian torna a casa, come fortemente voleva. Ma non torna alla Juve, come fino a due giorni fa pensava. Anzi, per ironia del destino e coincidenza di tempi, domani probabilmente affrontera’ i suoi ex compagni nella finale di Supercoppa. Se mai la societa’ bianconera si e’ mossa – come in verita’ aveva fatto capire alla dirigenza dell’Atletico lo stesso giocatore – la strada e’ stata abbandonata lunedi’: forse per l’impossibilita’ di vendere Inzaghi, forse per evitare di dover ammettere l’errore commesso un anno fa: riacquistare Vieri ad una cifra di gran lunga superiore a quella incassata per la cessione non deponeva a vantaggio della lodatissima managerialita’ juventina. Cosi’ al giocatore e al suo procuratore non restava che la Lazio, tentatrice con lusinghe rapide e concretissime: la prima – decisiva per la serenita’ ormai minata di Christian – e’ quella di essere una societa’ italiana. Vieri non voleva piu’ restare in Spagna (sei volte nella stagione scorsa aveva manifestato l’intenzione di rimpatriare) e certamente avrebbe rifiutato qualsiasi altra ipotesi straniera.
Una settimana fa l’aveva detto al suo procuratore che aveva subito avvisato Sacchi; poi a Gil e al figlio, Miguel Angel, direttore generale della societa’ (ieri era a Nizza e li’ ha incontrato Cragnotti, oggi a Montecarlo ci sono i sorteggi di Coppa Uefa e Coppa delle Coppe). Il caso e’ stato risolto in poche ore, proprio mentre la stampa spagnola lo archiviava definitivamente. Invece, mercoledi’ pomeriggio, i telefoni cellulari di Gil figlio, plenipotenziario della societa’, e di Ernesto Bronzetti, consulente per il mercato dell’Atletico, registravano un’intensa attivita’. Gil era a Madrid, e verso la fine dell’allenamento ha avuto un lungo confronto con Sacchi. Bronzetti era in Italia e precisamente a Roma, a colloquio con Vinicio Fioranelli, agente Uefa e a tempo pieno uomo – mercato di Cragnotti. Gil figlio e Bronzetti esigevano dalla Lazio, su indicazione di Sacchi, una contropartita tecnica.
Un solo nome avrebbe aperto le porte all’operazione senza troppi pensamenti: quello di Pavel Nedved. Invece, su Nedved, e su qualsiasi altro elemento, la societa’ biancazzurra e’ stata irremovibile. A far vacillare i madrileni era la disponibilita’ laziale sul prezzo d’acquisto: non si impiantano questioni di principio, o tantomeno di capriccio, sul prosaico terreno di un affare di 50 miliardi e oltre. Prima Sacchi, anche se a malincuore, vedendo fortemente intaccati i programmi tecnici; poi Jesus e Miguel Angel Gil hanno giudicato le proposte adeguate all’insostenibile nostalgia di Vieri.
CORRIEREDELLASERA
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