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Il 2015 della Lazio: Novembre-Dicembre, ‘De Profundis’ biancoceleste

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Chiuso Ottobre con una  bruciante sconfitta in quel di Bergamo contro l’Atalanta dell’ex Mister Edoardo Reja, il primo Novembre all’Olimpico arriva il Milan di Mihajlovic: scende la notte, quella buia e profonda sulla squadra di Pioli, che viene travolta 3-1, sconfitta dai gol di Bertolacci, Mexes e Bacca, a cui sul finale ha risposto Kishna. La Lazio sembra essere entrata in una spirale di negatività, ma tutti predicano calma. La possibilità di un primo parziale riscatto è a Trondheim, contro il Rosenborg: basta un super primo tempo ai biancocelesti per chiudere il discorso con una doppietta di Djordjevic che scalda i cuori dei tifosi laziali presenti nella fredda serata norvegese. Neanche il tempo di tornare a Roma che la Lazio deve subito farsi trovare pronta per una riscossa in campionato. Quale migliore occasione se non il derby contro gli eterni rivali della Roma? Il 7 Novembre i ragazzi di Pioli vogliono fare bottino pieno con la squadra di Garcia ma, dopo una traversa colpita da Anderson nei primi minuti, le cose si mettono subito male con la Roma che va in vantaggio con Dzeko, che trasforma un calcio di rigore generosamente concesso (il fallo era nettamente fuori area). edin-dzeko-roma-lazio- Nel secondo tempo tutti si aspettano una reazione da parte della Lazio, ma i biancocelesti sono come imbambolati, sembrano aver perso la grinta e la voglia di fare bene dell’anno passato. La squadra non tira praticamente mai in porta e Gervinho al 62′ chiude i conti, regalando l’ennesimo derby alla Roma e la terza sconfitta consecutiva per la Lazio, dopo lo scivolone di Bergamo e la disfatta casalinga contro il Milan.

Tutti sperano che la pausa per le nazionali possa essere servita ai ragazzi di Pioli per aver fatto gruppo ed essersi ricompattati, ma per capire se lalazio palermo Lazio può davvero risollevarsi bisogna aspettare il responso del campo  il 22 Novembre all’Olimpico arriva il Palermo, che ha ricevuto nuova linfa dall’arrivo di un altro ex: Davide Ballardini, subentrato a Iachini sulla panchina rosanero. La Lazio annaspa, fatica, non riesce a risollevarsi ed incassa l’ennesimo cazzotto: Goldaniga porta avanti il Palermo e i biancocelesti  chiudono il primo tempo sotto 1-0.  Nella ripresa la squadra fornisce una piccola reazione e arriva al pareggio grazie al goal su rigore di Candreva. Ciò non evita però i fischi del pubblico, in uno stadio sempre più vuoto e sempre più triste, proprio come le prestazioni della squadra.

Se la Serie A porta praticamente più dolori che gioie, in Europa League la Lazio sembra essere un’altra squadra e a distanza di soli 4 giorni dal pareggio contro i Siciliani, batte 3-1 il Dnipro in casa e stacca con un turno di anticipo il pass per i sedicesimi di finale di Europa League, qualificandosi come prima del girone e quindi come testa di serie nel futuro sorteggio.

L’euforia europea viene subito placata il 29 Novembre, quando la Lazio cerca di tornare alla vittoria che manca ormai da 4 partite. Al “Castellani” di Empoli i biancocelesti vengono puniti dopo pochi minuti da un gol di Tonelli, abile a sfruttare l’ennesima disattenzione difensiva. I laziali giocano bene, ma il fortino dell’Empoli di Giampaolo sembra inespugnabile. C’è da dire che la Lazio due gol con Klose riesce a segnarli, ma l’arbitro li annulla (ingiustamente) entrambi. Si chiude così il mese di Novembre, un mese orribile per la Lazio, il cui allenatore viene messo seriamente in discussione.

Dicembre si apre così come si era chiuso il mese precedente: allo Stadio Olimpico arriva una Juventus galvanizzata da 5 vittorie consecutive e sempre più decisa a risalire la classifica dopo un inizio piuttosto balbettante. Lazio-JuventusNon c’è storia: già nel primo tempo i bianconeri chiudono la pratica grazie ad un autogol di Gentiletti e alla rete di Paulo Dybala. La Lazio adesso è in crisi, una grave crisi che coinvolge tutti: società, allenatore, giocatori, tutti. E allora…tutti in ritiro a Formello! Sulla testa di Pioli pende una spada di Damocle pronta a cadere: i bianocelesti si rituffano in Europa, contro il Saint-Etienne, in casa dei biancoverdi, l’imperativo è quello di uscire con una buona prestazione e una vittoria (nonostante il primo posto nel girone sia già acquisito). Il gioco sembra esserci: Matri porta avanti i suoi ma, a non molto dalla fine, i padroni di casa pareggiano per colpa di un grave errore di Berisha.

Passano 4 giorni e, il 14 Dicembre, dopo aver pescato i turchi del Galatasaray nel sorteggio per i sedicesimi di Europa League, all’Olimpico arriva un’altra squadra gravemente in crisi e che ha già cambiato il proprio allenatore. Si tratta della Samp alla cui guida c’è adesso Vincenzo Montella, al posto di quel Walter Zenga che male certamente non aveva fatto.

 L’ex tecnico della Fiorentina è già sulla graticola per le brucianti sconfitte nelle due precedenti giornate. La Lazio sembra invece essere un pochino più spigliata: gioca benino e passa in vantaggio con un goal di Alessandro Matri (il più in forma tra i ragazzi di Pioli) a 12 minuti dalla fine del match. Ma proprio quando il ritorno alla vittoria sembrava cosa fatta, ecco che arriva il pareggio della Samp: punizione di Zukanovic al minuto 93 deviata da Felipe Anderson. L’arbitro fischia la fine e i giocatori biancocelesti si sdraiano sul prato dell’Olimpico, con alcuni di loro che piangono come se avessero perso una finale. Ormai i nervi sono a fior di pelle e sembra non esserci più una via d’uscita a questa situazione. La posizione di Pioli appare sempre più in bilico e tutto sono ormai convinti che la società stia attendendo solamente la sosta natalizia per sollevare il tecnico dall’incarico.

Ma si sa, la Lazio è imprevedibile e, in un Olimpico deserto, ospita l’Udinese di Colantuono per gli ottavi di finale di Coppa Italia. Stavolta non c’è possibilità di replica, è una gara da dentro o fuori. La Lazio gioca bene, corre, crea occasioni ma viene punita alla prima distrazione da un gol al 62′ di Kone. Stavolta la reazione dei biancocelesti è rabbiosa: in dodici minuti, prima Matri e poi Cataldi ribaltano il risultato e regalano la qualificazione ai quarti della coppa nazionale.

L’ultimo sforzo dicembrino prima della sosta natalizia è l’Inter, proprio come lo scorso campionato. Tutti vedono nella Lazio la vittima sacrificale per l’Inter manciniana. In fondo, come può una squadra che non vince da due mesi pensare di fare bottino pieno a San Siro contro un’Inter lanciata come quella di allora? Ma si sa, il calcio è strano.AFP_6N087-263-U202182049561AK-U140258254663kC-620x349@Gazzetta-Web_articolo Passano appena 5 minuti e Candreva, pescato fuori area da un calcio d’angolo di Biglia, infilza Handanovic con un bellissimo tiro che sorprende tutta la squadra nerazzurra. La Lazio c’è e tiene il campo, ma a metà dela ripresa l’Inter ottiene il pareggio con Icardi e sembra avere l’inerzia della partita dalla sua parte fino a che…Felipe Melo non decide di fare una “Melata”: su una palla innocua, frana addosso a Milinkovic all’interno dell’area: rigore per la Lazio. Candreva batte, Handanovic para ma sulla ribattuta il laziale ribadisce in rete. A solo tre minuti dalla fine la Lazio si trova in vantaggio in casa dell’Inter. L’espulsione di Melo per un’entrata da wrestling su Biglia e quella di Milinkovic per un doppio giallo, chiudono la gara. La Lazio torna alla vittoria, va in vacanza e aspetta il nuovo anno, sperando di tornare ad essere quella che è stata nella scorsa stagione.

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