Nel calcio moderno i numeri non raccontano sempre tutta la verità, ma in certi casi diventano impossibili da ignorare. È il caso di Tijjani Noslin, che nelle sue prime apparizioni in Serie A con la maglia della Lazio ha prodotto statistiche semplicemente impressionanti. Due gol e un assist in appena 126 minuti complessivi: tradotto, un gol ogni 60 minuti. Una media realizzativa che pochi attaccanti, anche titolari fissi, possono vantare.
Dopp un anno deludente con Baroni in panchina, Noslin sta dimostrando di essere molto più di una semplice alternativa dalla panchina. I suoi numeri parlano chiaro: ogni volta che Sarri lo manda in campo, l’attaccante riesce a incidere. Poco tempo a disposizione, massimo rendimento. Un dato che inevitabilmente impone una riflessione sulle gerarchie offensive della Lazio.

L’ultimo sigillo, decisivo, è arrivato nella trasferta di Parma. Un gol pesantissimo, segnato in una partita complicatissima, con la Lazio addirittura in doppia inferiorità numerica. Non un dettaglio da poco: segnare quando la squadra soffre, quando c’è da lottare e correre più degli altri, è spesso il segno di una personalità forte, oltre che di istinto offensivo.
Sarri, nel post partita, ha parlato apertamente di Noslin, spiegando come stia ancora imparando a utilizzarlo nel modo migliore. “In certe condizioni è un centravanti straordinario”, ha detto il tecnico, sottolineando come l’attaccante renda al massimo quando può attaccare gli spazi e giocare in campo aperto. Ed è proprio in queste situazioni che Noslin ha costruito la sua efficacia.
La statistica della media gol è clamorosa, ma va letta con intelligenza. Noslin non è ancora un titolare fisso, non gioca 90 minuti a partita e spesso entra a gara in corso. Tuttavia, è proprio questo a rendere il dato ancora più significativo: nonostante un minutaggio ridotto, riesce a lasciare il segno con una continuità sorprendente. Due gol e un assist in poco più di una partita intera sono numeri da top player, almeno sul piano dell’impatto.
In una Lazio che fatica a finalizzare e che spesso crea più occasioni di quante ne concretizzi, la presenza di un attaccante così cinico rappresenta una risorsa preziosa. Cataldi, dopo Parma, ha parlato chiaramente di un problema di realizzazione più che di costruzione del gioco. E Noslin, sotto questo aspetto, sembra offrire una risposta concreta.
Naturalmente è presto per caricarlo di responsabilità e aspettative eccessive. Il campionato è lungo, le difficoltà non mancheranno e Sarri dovrà dosarne l’utilizzo per non snaturare gli equilibri della squadra. Ma ignorare questi numeri sarebbe un errore. La sensazione è che Noslin si stia guadagnando, minuto dopo minuto, spazio e considerazione.
In una stagione che sarà di sofferenza e di battaglia, avere un attaccante capace di incidere così tanto in così poco tempo può fare la differenza. Non è solo una questione di gol: è una questione di tempismo, freddezza e fame. E Noslin, fin qui, ha dimostrato di averne parecchia.
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