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Napoli virtuoso ma bloccato: il paradosso del calcio italiano

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Napoli virtuoso ma bloccato sul mercato: il paradosso del Financial Fair Play in Serie A tra bilanci attivi e club indebitati.
Napoli virtuoso ma bloccato sul mercato: il paradosso del Financial Fair Play in Serie A tra bilanci attivi e club indebitati.

Qualcosa, nel calcio italiano, non funziona più. È una sensazione diffusa, sempre più difficile da ignorare, e il caso del Napoli ne è probabilmente l’esempio più emblematico.

Parliamo del club campione d’Italia, uno dei pochissimi grandi club italiani realmente virtuosi dal punto di vista economico: niente debiti strutturali, bilanci chiusi quasi sempre in attivo, grande attenzione ai conti e sostenibilità come principio guida. Eppure, proprio il Napoli si trova oggi nella situazione più surreale possibile: a gennaio non potrà fare mercato, o meglio, potrà farlo solo a saldo zero, comprando esclusivamente dopo aver ceduto.

Una situazione che appare difficilissima da spiegare e, soprattutto, da far accettare al tifoso medio.


Il paradosso: chi è virtuoso paga, chi è indebitato spende

Il punto centrale è tutto qui.
Il Napoli chiude i bilanci in attivo e viene bloccato.
Squadre come Juventus, Inter e Roma, che da anni chiudono con passivi pesantissimi, potranno invece operare liberamente sul mercato.

E non si tratta di situazioni isolate.
Basta citare il Como, che ha chiuso l’ultimo bilancio con un rosso superiore ai 100 milioni di euro e che, nonostante ciò, potrà comunque fare mercato.

Il risultato è un cortocircuito evidente:
👉 chi rispetta i conti viene penalizzato,
👉 chi accumula debiti viene di fatto premiato.


Le parole di Manna e una critica tutt’altro che campata in aria

In questo contesto si inseriscono le dichiarazioni di Giovanni Manna, che hanno sollevato un tema tanto delicato quanto centrale. Manna ha sottolineato come il Napoli sia un club virtuoso, che chiude i bilanci in attivo, e che proprio per questo si ritrova impossibilitato a fare mercato.

Una posizione che, al netto delle polemiche, appare logica e coerente.

La Serie A afferma di adottare i parametri della UEFA, ma con una differenza sostanziale che spesso viene sottovalutata e che invece fa tutta la differenza del mondo.


UEFA vs Serie A: il nodo del “warning”

Nel sistema UEFA, se un club viola il Financial Fair Play, non viene immediatamente bloccato.
Riceve un warning, una sorta di cartellino giallo economico, che concede tempo per rientrare nei parametri.

Il caso della Roma è emblematico:

  • ha avuto più anni per rientrare,
  • non ha rispettato i paletti,
  • è stata multata, ma non bloccata immediatamente.

Il Napoli, invece, non ha ricevuto alcun avvertimento preventivo.
Nessuna segnalazione, nessuna scadenza, nessun tempo tecnico per rientrare.
Il blocco è arrivato in modo immediato.

Lo stesso era accaduto alla Lazio nella scorsa estate. E anche questo non può essere ignorato.


Una regola che rischia di produrre l’effetto opposto

Se l’obiettivo del Financial Fair Play è:

  • evitare fallimenti,
  • garantire sostenibilità,
  • responsabilizzare i club,

allora qualcosa non torna.

Perché oggi in Serie A i versamenti degli azionisti di maggioranza vengono considerati come equilibrio finanziario. In pratica:

  • il club chiude in rosso,
  • il socio ripiana,
  • tutto è consentito.

Ma questo non è virtuosismo.
È semplicemente un azionista che ogni anno copre perdite strutturali.

Il Napoli, al contrario, non ha bisogno di ripianamenti continui. Vive con ciò che produce. E proprio per questo viene penalizzato.


Il Napoli andava avvertito, non fermato

Una soluzione più equa sarebbe stata evidente:
avvertire il Napoli, eventualmente multarlo, e concedergli tempo fino a giugno per rientrare nei parametri. Un obiettivo che, con ogni probabilità, Aurelio De Laurentiis avrebbe centrato senza difficoltà, vista la storica attenzione ai conti.

Così facendo, invece, si danneggia un club modello e si manda un messaggio pericoloso: conviene indebitarsi, tanto poi qualcuno ripiana.


Conclusione: un sistema da ripensare

Il caso Napoli non è solo un problema del Napoli.
È un problema strutturale del calcio italiano.

Se il sistema non distingue tra:

  • club sostenibile,
  • club dipendente dagli azionisti,

allora il Financial Fair Play perde di significato.

E alla fine, invece di premiare la virtuosità, la si scoraggia.



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