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🧙‍♂️ Luis Alberto a ruota libera: “Lotito? Per fortuna non è più il mio presidente. Quello Scudetto perso per il Covid…”

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Luis Alberto esulta con la maglia della Lazio.

Otto anni di magie, assist visionari, ma anche di malumori ciclici e polemiche roventi. Luis Alberto, oggi lontano dai riflettori della Serie A nel campionato qatariota con l’Al-Duhail, torna a parlare del suo lungo capitolo alla Lazio. In una lunga intervista concessa a Fanpage.it, il “Mago” non usa giri di parole, ripercorrendo gioie e dolori della sua esperienza biancoceleste, con stoccate dirette alla presidenza e alla dirigenza attuale.

💥 L’attacco frontale a Lotito e alla dirigenza

Il rapporto con il Presidente Claudio Lotito è sempre stato sulle montagne russe. Luis Alberto non lo nasconde e, anzi, rincara la dose con parole durissime:

“Ho litigato tante volte con lui. Lo conosciamo tutti, sappiamo com’è. Fortunatamente non è più il mio presidente. Non c’è nessuna amicizia e non ci sentiamo più”.

Ma la critica non si ferma al patron. Lo spagnolo lancia un’accusa pesante verso l’attuale gestione societaria, legandola anche all’addio di Maurizio Sarri:

“Alla Lazio c’è gente che non capisce di calcio e lo dirò sempre. Eravamo un gruppo sano, con un allenatore amico (Inzaghi, ndr) e un direttore sportivo (Tare, ndr) che sapeva quando mettere pressione e quando no. Poi è arrivato Sarri, che è un maestro. Quando è andato via sapevo che la Lazio non sarebbe andata da nessuna parte”.

😢 Il grande rimpianto: lo Scudetto pre-Covid

Se le parole sulla società sono veleno, quelle sulla Lazio della stagione 2019/20 sono miele misto a un’enorme nostalgia. Il rimpianto per quel campionato interrotto dalla pandemia mentre la squadra volava è ancora vivo:

“L’anno del Covid, per mentalità e per come giocavamo, era difficile non arrivare fino alla fine per vincere lo Scudetto. Era una squadra che giocava a occhi chiusi. All’Olimpico spesso vincevamo già nel primo tempo. Per sei-sette mesi non c’era sofferenza in campo. In campo eravamo felici, ci divertivamo. Senza il Covid, secondo me, fino alla fine ce la saremmo giocata“.

🧠 L’inizio shock, la svolta mentale e Inzaghi

Luis Alberto racconta anche i suoi primi, difficilissimi, mesi a Roma, svelando un retroscena drammatico:

“Dopo tre mesi alla Lazio volevo smettere di giocare, vedevo tutto nero. I primi tempi sono stati devastanti per me, perché non capivo niente”.

La svolta arrivò grazie a un lavoro su se stesso e all’aiuto di un professionista: “Ho iniziato a lavorare anche con il mental coach e da quel momento ho sentito un rapporto diverso con lo staff, mi sentivo più dentro al gruppo. È cambiata la mia mentalità e ho fatto vedere a Simone Inzaghi che dovevo giocare”.

Infine, una chiusura sul rapporto con l’attuale tecnico dell’Inter, smentendo le voci di mercato passate: “Se c’è mai stata una telefonata di Inzaghi per portarmi all’Inter? No, mai. E non credo sarebbe stato giusto”.


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