Home News Lazio Lotito: “Ho deciso di restare”. Per la Lazio è un segnale d’allarme

Lotito: “Ho deciso di restare”. Per la Lazio è un segnale d’allarme

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Alt Description per l'immagine: Angelo Fabiani, direttore sportivo della Lazio, mentre parla con un microfono di DAZN, con un'espressione attenta e riflessiva.
"Dopo la sconfitta contro il Bologna, la Lazio sceglie il silenzio stampa, ma Angelo Fabiani si assume la responsabilità di commentare gli errori della squadra. Leggi le sue parole e la decisione di evitare commenti negativi."

Le parole pronunciate da Claudio Lotito alla Rai dopo la vittoria della Lazio contro il Cagliari sono passate forse inosservate ai più, ma nascondono – secondo molti osservatori – un messaggio chiaro e preoccupante per il futuro del club biancoceleste.

“Probabilmente non sono gradito perché vorrebbero che me ne andassi, ma ho deciso di rimanere e queste contestazioni strumentali mi rendono ancora più determinato nel mio cammino”.

Quella frase – “Ho deciso di rimanere” – ha il sapore di una chiusura definitiva alla possibilità di una cessione della società.
Eppure, secondo diversi segnali raccolti negli ultimi mesi, Lotito avrebbe realmente valutato l’idea di vendere la Lazio, per la prima volta nei suoi ventidue anni di gestione.


⚙️ Pressioni politiche e tensioni interne

Le proteste dei tifosi davanti alla sede di Forza Italia e al Parlamento avrebbero, secondo alcuni retroscena, creato non pochi imbarazzi all’interno del partito.
Non si tratterebbe, quindi, solo di malumore calcistico, ma di pressioni politiche che avrebbero spinto qualcuno vicino a Lotito a consigliargli di riflettere sulla possibilità di un passo indietro.

Il senatore biancoceleste, dopotutto, non è un imprenditore che vive di calcio: la Lazio è stata, negli anni, la piattaforma che lo ha portato dall’anonimato alla ribalta politica e mediatica nazionale.
Cedere il club, per lui, significherebbe perdere centralità e visibilità, e tornare nell’ombra.


💰 Dalla crisi estiva al “no” definitivo

L’estate 2024 è stata probabilmente il punto più basso della gestione Lotito:

  • mercato bloccato;
  • proteste della tifoseria;
  • Sarri vicino alle dimissioni;
  • rapporti interni logorati;
  • sponsor ancora assente.

In quei mesi, l’ipotesi di una cessione aveva preso forza.
Si parlava di fondi arabi, Red Bull, imprenditori italiani e perfino di gruppi americani interessati.
Tuttavia, secondo diverse fonti, le continue voci e speculazioni – spesso infondate – avrebbero irritato Lotito, spingendolo a blindare la propria posizione.

Da qui la frase di lunedì: “Ho deciso di rimanere”.
Un messaggio diretto non solo ai tifosi, ma anche a chi – nel mondo politico e finanziario – stava osservando con attenzione le mosse del patron biancoceleste.


📉 Un modello ormai in crisi

Al di là delle parole, i numeri raccontano una realtà difficile.
La Lazio è passata dal secondo posto del 2023 a due settimi posti consecutivi, con un mercato ridotto all’osso e una gestione finanziaria in sofferenza.

Il direttore sportivo Fabiani aveva promesso un “progetto giovani”, ma la realtà dice altro: rosa corta, zero plusvalenze e l’ennesimo mercato di riparazione che dovrà autofinanziarsi.
Secondo indiscrezioni, la Lazio dovrà vendere prima di comprare, e probabilmente realizzare anche plusvalenze per riequilibrare i conti.

A questo si aggiunge l’assenza di uno sponsor principale, nonostante mesi di annunci e trattative mai concretizzate.
Un problema serio per i ricavi, già ridotti dall’assenza dalle coppe europee.


⚠️ Una società ferma, un calcio che corre

Mentre club come Inter, Milan, Juventus e Roma continuano ad aumentare il fatturato e a consolidare il proprio brand internazionale, la Lazio sembra invece ferma, intrappolata in un modello gestionale che non riesce più a generare crescita.

“Il sistema Lotito è fallimentare”, scrive Vittorio Campanile.
“Il calcio moderno si regge su ricavi, strutture, sponsor e investimenti.
Noi invece stiamo affondando, e la frase ‘ho deciso di rimanere’ rischia di essere una condanna.”

Senza un cambio di passo – o di proprietà – la Lazio rischia di restare prigioniera della propria dimensione: una squadra solida, ma sempre più lontana dall’élite del calcio italiano.




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