Home News Lazio Lazio tra mercato, Sarri e Flaminio: le vere scelte del 2026

Lazio tra mercato, Sarri e Flaminio: le vere scelte del 2026

46
0
Lo Stadio Flaminio di Roma e la squadra della Lazio come simboli del futuro economico e sportivo del club

Di Luca Ciampi

La Lazio osserva con grande attenzione ciò che sta accadendo in Campidoglio. Il motivo è evidente: il futuro del club passa in modo sempre più centrale dal progetto di riqualificazione dello Stadio Flaminio, sul quale il presidente Claudio Lotito è impegnato in una trattativa complessa con il Comune di Roma.

Al momento, i colloqui risultano rallentati. L’amministrazione capitolina ha chiesto ulteriori documentazioni legate a sicurezza e viabilità del quartiere Flaminio nei giorni di gara, materiali che la Lazio non ha ancora formalmente presentato. Un passaggio tutt’altro che secondario, perché senza queste garanzie il progetto rischia di restare bloccato.

Nel frattempo, sul fronte sportivo, il club biancoceleste ha ottenuto un risultato importante: lo sblocco del mercato da parte della Covisoc. Una notizia che ha riacceso l’entusiasmo della tifoseria, anche se l’ottimismo va tenuto sotto controllo. Gennaio non potrà essere la sessione riparatrice di ciò che non è stato fatto in estate, soprattutto considerando i limiti strutturali della rosa e del bilancio.

È utile chiarire come la Lazio sia rientrata nei parametri dell’indice del costo del lavoro allargato. La Covisoc, infatti, fotografa una situazione istantanea del bilancio, non strutturale. In questo senso, due eventi hanno inciso in modo significativo sul valore del titolo in Borsa:

  1. la notizia del parere di fattibilità chiesto sull’operazione Flaminio
  2. la presenza della Lazio al Nasdaq, con Enrico Lotito presentato come volto del progetto internazionale.

Queste operazioni hanno generato plusvalenze azionarie, utili a superare i controlli, ma non hanno prodotto liquidità reale per un mercato libero e ambizioso. È una distinzione fondamentale, spesso ignorata nel dibattito pubblico.

Ed è qui che la Lazio si trova davanti a un bivio strategico: continuare con Maurizio Sarri o programmare un futuro diverso. La permanenza del tecnico, a mio avviso, è legata in modo diretto a una qualificazione europea. Non per volontà della società, ma per scelta dell’allenatore stesso. Senza Europa, la Lazio ha già dimostrato di avere enormi difficoltà operative sul mercato, private dei ricavi UEFA.

Sul piano delle uscite, gennaio potrebbe diventare una finestra più attiva. Si parla con insistenza di Nuno Tavares in Arabia Saudita. In caso di cessione, però, non avrebbe senso sostituirlo subito: il vero obiettivo resta Aron Martín, in scadenza con il Genoa nel 2026, che potrebbe essere bloccato a parametro zero. In quel caso, la soluzione tampone sarebbe il reintegro di Hysaj fino a fine stagione.

Diverso il discorso per Castellanos. Se dovesse partire il centravanti titolare, la Lazio sarebbe obbligata a intervenire. I nomi che circolano sono noti: Raspadori, costoso, e Daniel Maldini, profilo giovane, oggi ai margini dell’Atalanta, che con Sarri potrebbe crescere e valorizzarsi.

Il problema di fondo resta la qualità. Questa Lazio applica alla perfezione i principi dell’allenatore, ma non ha più il talento della prima era sarriana: Milinković-Savić, Luis Alberto e Immobile appartengono al passato. Pedro è in fase calante, Vecino non rende più come prima, e l’infortunio di Rovella è stato gestito in modo discutibile, con un intervento chirurgico forse tardivo.

Eppure, nonostante tutto, la classifica dice che la Lazio è ancora lì. Con 5–6 punti in più, persi anche per decisioni arbitrali controverse, oggi si parlerebbe apertamente di corsa all’Europa League. Ed è proprio qui che emerge il vero danno economico: senza Europa, la Lazio perde decine di milioni, e il mercato diventa inevitabilmente difensivo.

Il progetto Flaminio resta quindi la chiave di tutto. Uno stadio moderno permetterebbe di aumentare i ricavi, rendere il club più credibile anche in ottica Nasdaq e, soprattutto, attrarre investimenti. Il nodo cruciale è la durata della concessione: la Lazio chiede 90–99 anni, il Comune sembra orientato su una soluzione più breve. Ma senza una concessione lunga, nessun piano industriale è sostenibile.

Chiudo con una riflessione doverosa: molte polemiche nate attorno a una presunta lettera della Lazio all’Avvocatura del Comune sono basate su un presupposto sbagliato. L’Avvocatura lavora per le istituzioni, non per i privati. Se c’è stato un parere richiesto, lo ha fatto il Comune, non la Lazio. E prima di alimentare tensioni, certe informazioni andrebbero verificate.

Il 2026 sarà un anno decisivo. Per il mercato, per Sarri, per lo stadio e per l’identità stessa della Lazio. La tifoseria – una delle più appassionate d’Italia – merita ambizione, rispetto e una visione chiara.



Unisciti subito al Canale WhatsApp di Since1900.it per ricevere in tempo reale tutte le ultime notizie, le probabili formazioni, gli aggiornamenti di mercato e le cronache dei match direttamente sul tuo smartphone!👉 CLICCA QUI PER ISCRIVERTI SUBITO

Scarica l'App Ufficiale di Since1900.it! Vivi la Lazio a 360 gradi con la nostra app dedicata: notizie in tempo reale, statistiche, dirette e molto altro, tutto a portata di mano!