Che fine ha fatto lo sponsor della Lazio? La domanda è semplice, la risposta – come sempre quando si parla di comunicazione biancoceleste – è un mistero.
I giornali ne erano certi: il 14 ottobre 2025 la Lazio avrebbe annunciato il nuovo main sponsor. Il nome era già uscito, Aeroitalia, e anche le cifre: circa 5 milioni di euro a stagione.
Non solo: gli stessi articoli specificavano che Claudio Lotito si era imposto una scadenza precisa, perché il giorno successivo – il 15 ottobre – era previsto il Consiglio di Gestione per definire il quadro del bilancio annuale. Insomma, una data “strategica”, come la definivano i quotidiani economici e sportivi.
Oggi però, un mese dopo, nessun annuncio ufficiale. Né comunicati, né conferenze stampa, né conferme da parte del club.
Silenzio totale.
💰 La promessa (mancata) di 5 milioni
La trattativa con Aeroitalia sembrava chiusa in ogni dettaglio.
Le indiscrezioni parlavano di un contratto biennale, con opzione per il terzo anno, e una cifra complessiva intorno ai 5 milioni.
L’accordo avrebbe portato respiro alle casse della Lazio, ancora prive di un main sponsor fisso dopo la fine della partnership con Binance, e rappresentato un segnale importante di ripartenza dopo un’estate difficile, segnata dal mercato bloccato e dalle proteste dei tifosi.
Eppure, dal 14 ottobre in poi, tutto si è fermato.
Nessun logo sulla maglia, nessun post sui social, nessuna menzione nei comunicati ufficiali.
🕵️♂️ Cosa è successo davvero?
Le ipotesi, come spesso accade in casa Lazio, sono più delle certezze.
- Ipotesi 1: trattativa saltata all’ultimo minuto.
Possibile che, durante le ultime fasi, siano emersi dettagli contrattuali o garanzie economiche non pienamente soddisfatte da una delle due parti. - Ipotesi 2: rinvio strategico per motivi di bilancio.
L’accordo potrebbe essere stato posticipato all’anno solare 2026 per motivi contabili, in modo da registrare i ricavi nel prossimo esercizio. - Ipotesi 3: divergenze sulla visibilità.
Aeroitalia, come ogni sponsor, chiede visibilità: maglia, cartelloni, backdrop, spot TV.
La Lazio, storicamente, ha avuto difficoltà nel gestire il marketing integrato, e non sarebbe la prima volta che i tempi di comunicazione si allungano (vedi Binance e Mizuno). - Ipotesi 4: Erano notizie fatte uscite ad arte. La notizie dello sponsor è stata fatta uscire per portare un po’ di positività nell’ambiente Lazio per far credere che Lotito stesse veramente risolvendo uno dei cronici problemi della sua gestione, ma in realtà o non c’era nessuna trattativa o la trattativa era tutt’altro che chiusa.
⚠️ Il problema strutturale: marketing fermo
Il ritardo non è un caso isolato, ma l’ennesima conferma di un marketing inefficiente.
In 22 anni di gestione Lotito, la Lazio ha avuto stagioni intere senza sponsor, perdendo milioni in ricavi commerciali e visibilità.
In un calcio moderno dove ogni club di Serie A moltiplica gli accordi commerciali – tra digital partner, sleeve sponsor e collaborazioni internazionali – la Lazio resta ferma agli anni 2000.
E il risultato è chiaro:
- meno ricavi,
- meno investimenti,
- meno competitività.
Il tutto mentre il presidente, nelle ultime interviste, continua a ripetere:
“La Lazio è una società solida, lavoriamo per il futuro.”
Sì, ma il futuro – senza sponsor – rischia di restare sempre uguale al presente.
🏁 Conclusione
Il 14 ottobre è passato, il 15 anche.
Il bilancio è stato chiuso, ma dello sponsor nessuna traccia.
E ancora una volta, la Lazio perde tempo, opportunità e credibilità.
Perché, nel calcio moderno, non basta essere solidi: bisogna anche essere organizzati.
E in casa biancoceleste, l’organizzazione del marketing resta il vero tallone d’Achille.
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