La S.S. Lazio rompe il silenzio e lo fa in modo formale, strutturato e istituzionale. Con una lettera ufficiale indirizzata alla Lega Serie A, il club biancoceleste ha avanzato una richiesta urgente di intervento, chiamando in causa anche la FIGC e gli organi tecnici competenti, sul tema della gestione arbitrale e dell’utilizzo del VAR.
Non si tratta di uno sfogo né di una protesta generica. Al contrario, il documento trasmesso dalla società è un atto politico-sportivo preciso, articolato in cinque punti chiave, che mirano a ottenere iniziative immediate, concrete e verificabili.
Il primo passaggio riguarda la richiesta di una convocazione urgente di un tavolo istituzionale, promosso dalla Lega Serie A, con il coinvolgimento della FIGC e dei referenti arbitrali. L’obiettivo è chiaro: un confronto operativo sui criteri applicativi e sulle criticità riscontrate nel corso della stagione. La Lazio chiede di discutere regole e interpretazioni, non di commentare singoli episodi a caldo.
Il secondo punto è forse il più delicato: la società chiede un riscontro formale scritto, nei limiti consentiti dai regolamenti, sugli episodi più rilevanti che hanno coinvolto il club. Non opinioni, non giustificazioni mediatiche, ma una ricostruzione chiara dei criteri adottati e delle valutazioni tecniche effettuate. Un passaggio che tocca direttamente il tema della responsabilità decisionale.
Al centro della lettera c’è poi la richiesta di uniformità di indirizzo immediata. La Lazio sollecita la definizione e la diffusione di linee guida operative vincolanti e coerenti su casistiche determinanti: rigori, falli di mano, fuorigioco, condotta violenta e gravi falli di gioco. In particolare, il club chiede soglie di intervento VAR non ambigue, per evitare interpretazioni variabili da gara a gara.
Un altro aspetto cruciale è quello della trasparenza. Secondo la Lazio, quando una decisione arbitrale incide direttamente sul risultato di una partita, non può mancare una spiegazione istituzionale chiara e tempestiva. Il vuoto informativo, sottolinea il club, alimenta tensioni, sospetti e delegittimazione dell’intero sistema.
Infine, la società chiede una vera assunzione di responsabilità e un controllo di qualità. Errori reiterati e macroscopici, si legge, devono produrre conseguenze tecniche nei percorsi di valutazione, formazione e designazione degli arbitri. In assenza di questo meccanismo, ogni richiamo alla “crescita” del sistema arbitrale rischia di restare una formula vuota.
La Lazio tiene però a precisare un punto fondamentale: non intende delegittimare gli ufficiali di gara né alimentare polemiche strumentali. Tuttavia, il silenzio non è più ritenuto una posizione sostenibile, soprattutto quando il ripetersi di determinati episodi rischia di danneggiare il club, la competizione e la fiducia del pubblico.
Non a caso, nel passaggio finale, la società biancoceleste avverte che, in assenza di un riscontro tempestivo e di iniziative concrete, si riserva di adire ogni sede istituzionale competente e di intraprendere ogni iniziativa consentita a tutela dei propri diritti. Un riferimento esplicito anche ai danni economici, evidenziando lo status della Lazio come società quotata, oltre al tema della regolarità sportiva e del rispetto dovuto ai tifosi.
La Lazio si dice infine disponibile a trasmettere un dossier dettagliato degli episodi segnalati, completo di documentazione e riferimenti tecnici, e a partecipare a un incontro in tempi immediati.
Un atto che segna un cambio di passo: non più proteste isolate, ma una richiesta strutturata di riforma e chiarezza. Ora la palla passa alle istituzioni del calcio italiano.
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