ROMA – Un lunedì amaro, l’ennesimo. Per la terza volta in quattro giornate la Lazio si ritrova a fare i conti con una sconfitta, e questa volta il peso è doppio: la squadra di Maurizio Sarri ha perso il derby della Capitale. Nonostante una prestazione complessivamente migliore rispetto alla Roma sul piano del gioco e delle occasioni create, i biancocelesti sono stati puniti da un singolo errore e da una mancanza generale di cattiveria e concentrazione. Risultato: 1-0 giallorosso e classifica che inizia a farsi davvero preoccupante.
Più occasioni ma poca concretezza
La Lazio ha creato molto, specialmente nel primo tempo. Le conclusioni di Zaccagni e compagni hanno messo in difficoltà Svilar, ma i biancocelesti non sono riusciti a concretizzare. La Roma, invece, ha sfruttato l’unica vera occasione: il tiro di Pellegrini, nato da un errore in uscita di Nuno Tavares. Ancora una volta, quindi, i gol subiti arrivano da leggerezze individuali più che da manovre costruite dagli avversari.
Un dato allarmante: nelle prime quattro giornate di Serie A, ogni rete incassata dalla Lazio è arrivata da errori di concentrazione dei singoli. Dal pallone perso contro il Como, al blackout difensivo con il Sassuolo, fino all’ingenuità di Tavares nel derby. Una costante che fa riflettere sulla mentalità di un gruppo che spesso sembra superficiale.
Provedel sotto accusa
Altro tema sollevato dal post-partita è quello del portiere. Ivan Provedel non commette papere clamorose, ma raramente offre la parata decisiva che cambia il destino di una gara. Sul tiro di Pellegrini non era facile intervenire, ma la sensazione è che un portiere di livello superiore avrebbe potuto dire la sua. Il paragone con Mandas, capace in passato di salvare punti con interventi miracolosi, è inevitabile.
I casi singoli: Tavares, Dia e Zaccagni
Tra i bocciati del derby ci sono nomi pesanti.
- Nuno Tavares: troppa presunzione e poca concentrazione. Errori banali che diventano letali, e un atteggiamento che non convince né Sarri né i tifosi. Dopo le parentesi non brillanti con Arsenal e Marsiglia, la sua avventura alla Lazio rischia di complicarsi ulteriormente.
- Dia: l’attaccante aveva la grande occasione di incidere, ma è apparso molle, distratto, poco incisivo. L’azione con Rovella, non seguita con la giusta cattiveria, e il clamoroso gol sbagliato nella ripresa hanno segnato la sua prestazione. Per i tifosi, il simbolo della mancanza di grinta.
- Zaccagni: sulla carta uno dei leader tecnici della Lazio, in campo è stato l’ombra di sé stesso. Non vince più un uno contro uno, appare scarico e nervoso. Il gesto di chiedere il sostegno della Curva Nord dopo un corner guadagnato ha irritato molti sostenitori, che avrebbero preferito scuse piuttosto che richieste di incitamento.
Panchina corta e mercato deludente
Il derby ha evidenziato anche un altro limite: la scarsità di alternative valide. Dalla panchina, oltre a Castellanos, nessuno ha inciso realmente. Belahyane ha retto solo venti minuti, Cataldi e Noslin non hanno cambiato l’inerzia della gara. La rosa appare corta e incompleta, frutto di un mercato estivo che non ha colmato le lacune lasciate dalle partenze illustri di Milinković-Savić e altri senatori.
Classifica e prospettive
Dopo quattro giornate la Lazio ha raccolto appena tre punti. Troppo poco per una squadra che, secondo le dichiarazioni della società, avrebbe dovuto lottare per la Champions League. I numeri dicono altro: zona retrocessione e una squadra che deve ancora trovare identità e continuità.
E ora arriva la trasferta di Genova, resa ancora più complicata dalle squalifiche di Guendouzi e Belahyane. Un’altra sconfitta rischierebbe di aprire ufficialmente la crisi. Maurizio Sarri ha parlato di “superficialità” e “banalità”: l’impressione, però, è che manchi soprattutto la fame.
Conclusione: serve una scossa
- Lazio, classifica da incubo: tre punti in quattro gare e lunedì sfida salvezza col Genoa
- Lazio in ansia per Rovella: nuovo stop e ipotesi operazione, centrocampo in emergenza
- Lazio, il derby fa male: errori individuali, superficialità e una classifica che preoccupa
- Zaccagni: “L’Errore ci ha Tagliato le Gambe. Non è Quello Che Ci Aspettavamo, Ma la Qualità C’è”
- Sarri Sincero dopo il Derby: “Abbiamo Perso per Anarchia e Superficialità. Il Limite della Squadra è Evidente”
Il derby ha lasciato ferite profonde, non solo per la rivalità cittadina ma anche per il segnale dato alla stagione. La Lazio crea, ma non finalizza; gioca, ma non combatte. E senza grinta, il talento non basta. La squadra ha urgente bisogno di ritrovare attenzione, orgoglio e compattezza. I tifosi hanno fatto la loro parte, sostenendo la squadra per 95 minuti, ma ora attendono risposte concrete dal campo.
La stagione è lunga, ma il campanello d’allarme suona forte: la Lazio deve reagire subito, perché il rischio di sprofondare è reale. E il tempo per raddrizzare la rotta non è infinito.
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