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Lazio, il dilemma del modulo: 4-4-2 o 4-3-3?

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“Analisi tattica della Lazio: 4-4-2 offensivo o 4-3-3, il dilemma sul modulo di Sarri”

La Lazio continua a far discutere sul modulo più adatto per valorizzare la rosa. Dopo la vittoria contro il Genoa, il dibattito è tornato centrale: 4-4-2, 4-2-3-1 o 4-3-3? L’impressione è che, al di là dei numeri, la squadra viva un problema strutturale che va oltre la scelta tattica.

4-4-2 offensivo: la Lazio a trazione anteriore

Contro il Genoa, la formazione biancoceleste ha mostrato un 4-4-2 iper offensivo, più vicino a un 4-2-4 in fase di possesso. Zaccagni e Cancellieri hanno agito da esterni di centrocampo, ma con compiti da vere e proprie ali. Un sistema che ha reso la Lazio più pericolosa, permettendo a Castellanos di brillare accanto a un secondo attaccante.

Il limite, però, è evidente: una squadra così sbilanciata rischia di concedere troppo. Non a caso Provedel ha dovuto salvare il risultato con diversi interventi decisivi. Per sostenere questo assetto servono esterni offensivi disposti a sacrificarsi in fase difensiva, come accaduto con Cancellieri e Zaccagni.

4-3-3, l’assenza del “nuovo Milinković”

Il 4-3-3, storico marchio di fabbrica di Maurizio Sarri, sembra oggi poco sostenibile. Manca un centrocampista offensivo in grado di garantire gol e assist come faceva Sergej Milinković-Savić. Rovella e Guendouzi hanno altre caratteristiche, Vecino non ha mai segnato molto e Dele-Bashiru non appare pronto per quei numeri.

Inoltre, senza un centravanti capace di segnare 30 gol come Immobile negli anni d’oro, la Lazio deve necessariamente trovare alternative offensive. Castellanos e Dia possono arrivare a una quindicina di reti ciascuno, ma non bastano senza il supporto degli esterni.

Equilibrio o rischio calcolato?

Sarri sembra orientato a un calcio più verticale e coraggioso, ma le difficoltà difensive non possono essere ignorate. Senza terzini solidi (Pellegrini e Nuno Tavares faticano in copertura) e senza due mediani di rottura come ai tempi di Lucas Leiva, il rischio è di esporsi a troppe ripartenze.

Come ha detto lo stesso tecnico, oggi parlare di numeri conta meno: ciò che fa davvero la differenza è la mentalità. Con concentrazione e aggressività, il 4-4-2 può funzionare; con poca attenzione, anche lo schema più equilibrato diventa fragile.

Conclusione

Il vero tema, più che il modulo, è la costruzione della rosa. Una Lazio senza un Milinković-Savić e senza un centravanti da 30 gol deve inventarsi nuove soluzioni. Il 4-4-2 iper offensivo esalta Castellanos, ma rischia di sbilanciare troppo la squadra. Il 4-3-3, invece, appare monco senza un centrocampista da gol.

Probabilmente, la chiave sarà la flessibilità: adattare modulo e uomini a seconda delle partite e degli avversari. Perché, come diceva anche Sarri, alla fine contano più la testa e la determinazione dei giocatori che i numeri sulla lavagna.



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