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Lazio, crisi nera dopo il derby: errori individuali, attacco sterile e classifica da brividi

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ROMA – Per la terza volta in quattro giornate la Lazio si ritrova a commentare una sconfitta, e stavolta la ferita è ancora più profonda: il derby della Capitale è finito nelle mani della Roma. Un ko che pesa sul morale, sulla classifica e sulle prospettive stagionali. Perché se è vero che i biancocelesti hanno creato più occasioni degli avversari, il verdetto del campo è stato impietoso: la squadra di Maurizio Sarri non ha concretizzato, ha commesso l’ennesimo errore individuale e ha finito col pagare un conto salatissimo.

Un derby che lascia l’amaro in bocca

Molti romanisti hanno parlato di “dominio giallorosso”, ma i numeri e la cronaca raccontano altro. La Lazio ha avuto più occasioni, ha tirato di più verso la porta di Svilar e nel primo tempo avrebbe meritato di pareggiare, se non addirittura di passare in vantaggio. La differenza l’ha fatta la concretezza: la Roma ha sfruttato l’unico errore biancoceleste, firmato da Nuno Tavares, e ha capitalizzato con Pellegrini.

Errori che pesano

Il problema non è nuovo. Tutti i gol subiti dalla Lazio in queste prime giornate nascono da leggerezze individuali. Contro il Como una palla persa a centrocampo, col Sassuolo un fuorigioco non rispettato da Zaccagni, nel derby l’errore di Tavares in piena area di rigore. Nessuna rete subita per merito di azioni costruite dagli avversari, tutte figlie di disattenzioni e mancanza di concentrazione. Un dato che preoccupa e che Sarri ha definito “superficialità”, sottolineando come la squadra stia pagando a caro prezzo l’atteggiamento presuntuoso di alcuni giocatori.

I singoli sotto accusa

Il derby ha messo in evidenza i limiti di alcuni protagonisti.

  • Nuno Tavares ha confermato le difficoltà di inserimento, giocando con sufficienza e perdendo il pallone decisivo.
  • Boulaye Dia, titolare in una partita che poteva cambiare la sua stagione, ha deluso sotto ogni aspetto: poca cattiveria, scarso impegno e un gol clamoroso fallito davanti alla Curva Nord.
  • Mattia Zaccagni, teorico leader tecnico della squadra, non vince più un uno contro uno e da mesi sembra lontano parente del giocatore decisivo della passata stagione. L’atteggiamento, come la richiesta di sostegno alla Nord nonostante una prestazione negativa, ha irritato i tifosi.

Attacco sterile e panchina corta

Dopo il 4-0 al Verona, la Lazio non è più riuscita a segnare: tre gare senza reti tra Como, Sassuolo e Roma. Una sterilità offensiva che fotografa il momento e che accentua la preoccupazione. Castellanos è l’unico che ha provato a dare qualcosa entrando dalla panchina, mentre Pedro e Isaksen non hanno inciso. Belahyane ha confermato limiti di tenuta fisica, mentre la panchina appare troppo corta per garantire cambi di livello.

Provedel non basta

Un altro tema riguarda il portiere. Ivan Provedel non commette errori clamorosi, ma non regala neppure quelle parate decisive che cambiano le partite. Sul tiro di Pellegrini non è stato impeccabile e da tempo i tifosi attendono un intervento da “salva-risultato” che non arriva. Il paragone con Mandas, decisivo in più di un’occasione lo scorso anno, è inevitabile.

Classifica da brividi

Dopo quattro giornate la Lazio ha raccolto solo tre punti ed è a un passo dalla zona retrocessione. Un campanello d’allarme fortissimo, soprattutto considerando che lunedì ci sarà la trasferta di Marassi contro il Genoa, da affrontare in piena emergenza a centrocampo per via degli infortuni e delle due espulsioni rimediate nel derby.

Società nel mirino

Lotito e Fabiani avevano parlato di “squadra da Champions League”, ma il campo racconta altro: oggi la Lazio è invischiata nella lotta salvezza e non dà segnali di reazione. Il mercato estivo non ha colmato le lacune lasciate dalle cessioni eccellenti, e la rosa appare più debole rispetto agli anni precedenti.

Conclusioni: serve una scossa

Il derby ha messo a nudo i limiti della Lazio: superficialità, poca cattiveria, rosa corta e attacco sterile. Il rischio è che la stagione si trasformi in una sofferenza continua, con obiettivi ridimensionati in fretta. Servirà una reazione immediata, già contro il Genoa, per evitare che la crisi diventi irreversibile.


👉 I tifosi hanno fatto la loro parte, sostenendo la squadra per 95 minuti, ma ora aspettano risposte dal campo. La Lazio non può permettersi altri passi falsi: è tempo di ritrovare orgoglio, concentrazione e concretezza.



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