Il dibattito sul fuorigioco torna prepotentemente al centro del calcio moderno. Una discussione mai davvero sopita, ma che negli ultimi anni si è fatta sempre più accesa a causa dell’impatto del VAR e delle decisioni millimetriche che hanno cambiato partite, classifiche e stagioni intere.
A riaccendere il tema è stato il presidente della FIFA, Gianni Infantino, che ha rilanciato pubblicamente un’idea già emersa in passato ma mai realmente approfondita fino in fondo: modificare l’attuale interpretazione della regola del fuorigioco.
Le parole di Infantino sono chiare e non lasciano spazio a interpretazioni:
“Consideriamo la regola del fuorigioco, che si è evoluta nel corso degli anni, imponendo all’attaccante di posizionarsi dietro il difensore, in linea con il difensore: forse in futuro dovrà essere completamente davanti per essere in fuorigioco.”
Una frase che, da sola, apre uno scenario potenzialmente rivoluzionario per il calcio del futuro.
In cosa consisterebbe il cambiamento
L’idea è tanto semplice quanto dirompente.
Oggi, un attaccante viene punito per fuorigioco anche se una sola parte del corpo utile – spalla, ginocchio, piede – supera di pochi millimetri quella del difensore.
Con la nuova interpretazione, invece:
- l’attaccante sarebbe in fuorigioco solo se completamente oltre il difensore;
- la posizione sarebbe considerata regolare finché anche una minima parte del corpo resta in linea;
- braccia e mani resterebbero escluse, come già previsto dal regolamento attuale.
In pratica, addio ai fuorigioco decisi da un alluce o da una spalla protesa in avanti.
Perché nasce questa proposta
Il motivo del ritorno di questa idea è evidente e poggia su tre pilastri principali:
- Fuorigiochi millimetrici
Decisioni corrette secondo il regolamento, ma incomprensibili per tifosi, giocatori e allenatori. - VAR sempre più invasivo
Il supporto tecnologico, nato per correggere errori evidenti, è diventato spesso protagonista assoluto. - Meno gol e più frustrazione
Attaccanti penalizzati per dettagli invisibili a occhio nudo e un calcio percepito come meno spontaneo.
Da qui la necessità di riportare equilibrio tra precisione tecnologica e giustizia percepita.
Cosa cambierebbe davvero in campo
Un eventuale cambio di regola avrebbe conseguenze tattiche immediate:
- le linee difensive dovrebbero rischiare meno il fuorigioco alto;
- aumenterebbero gli attacchi alla profondità;
- gli attaccanti recupererebbero un vantaggio sul tempo e sul movimento.
Il fuorigioco tornerebbe a essere leggibile a occhio nudo, riducendo l’uso ossessivo di frame, linee e righelli virtuali.
In altre parole: meno tecnologia protagonista, più calcio giocato.
Attenzione: non è una decisione immediata
È fondamentale chiarirlo: la FIFA non decide da sola.
La competenza regolamentare spetta all’IFAB, che dovrebbe avviare:
- sperimentazioni ufficiali;
- test in campionati pilota;
- valutazioni su più stagioni.
Il percorso sarebbe lungo e graduale, ma il segnale politico è ormai evidente.
Il vero punto: precisione o buon senso?
Il calcio moderno è arrivato a un bivio storico:
continuare sulla strada della precisione assoluta o recuperare una dimensione più umana e comprensibile del gioco.
La proposta di Infantino va chiaramente nella seconda direzione. E il dibattito è appena cominciato.
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