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📈 La Migliore Lazio di Sarri: Ecco i Segnali Positivi visti col Lecce

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La vittoria della Lazio contro il Lecce non è stata solo un risultato, ma un segnale di ripresa e, secondo molti, una delle migliori prestazioni stagionali dei biancocelesti. Sebbene l’avversario non fosse il “Real Madrid”, come sottolineato nell’analisi, è fondamentale ricordare che questa Lazio, in passato, ha dimostrato di poter inciampare contro chiunque, come testimonia il pareggio con il Pisa o la sconfitta col Sassuolo.

Ieri, invece, la squadra di Maurizio Sarri non solo ha conquistato i tre punti, ma ha dominato, sfiorando un successo ben più largo (due gol, uno annullato, due pali). Il dato più incoraggiante riguarda l’aspetto tattico:

“Per la prima volta, secondo me, in stagione la palla girava molto velocemente. Non era un giro palla lento, scontato che consentiva alla fase alla difesa avversaria di schierarsi, ma era un giro palla piuttosto veloce, rapido, che ha spesso messo in difficoltà il Lecce in fase difensiva.”

I Meriti di Sarri: Dalla Difesa Colabrodo a Muro Ermetico

Uno dei grandi meriti che spesso non vengono riconosciuti al tecnico toscano, è l’aver trasformato la fase difensiva. Come ribadito: “La prima cosa che ha sistemato Sarri è la difesa”.

È necessario sottolineare che i difensori in campo sono sostanzialmente gli stessi della scorsa stagione. Eppure, Sarri è riuscito a far evolvere una retroguardia che in passato era considerata un “colabrodo” in una delle migliori difese della Serie A. Questa metamorfosi tattica, che garantisce solidità (se non si becca gol, si pareggia almeno), è la base su cui l’allenatore sta ora costruendo i miglioramenti in fase offensiva. La prova contro il Lecce, una squadra che non regala nulla (come dimostra la sconfitta subita dalla Lazio lo scorso anno con Baroni in panchina), ne è la conferma.

La Sorpresa Basic e il Ruolo Cruciale del Centrocampo

Il centrocampo è stato il vero motore della prestazione. Nonostante l’ottimo Guendouzi (premiato dalla Lega Serie A), il vero mattatore dell’incontro è stato Toma Basic.

“Secondo me il migliore in campo è Toma Basic, non solo per l’assist, ma per la partita clamorosa che ha fatto. è stato il giocatore più pericoloso dei biancocelesti.”

La sua ritrovata motivazione e l’impatto sul campo, dopo un periodo di appannamento e voci di mercato, sono la dimostrazione che Basic è tornato a essere un elemento fondamentale per Sarri. Il tecnico lo ha preferito a Vecino e la scelta è stata ripagata con una prova di grande aggressività in fase di recupero e decisiva in fase offensiva (sebbene con qualche tiro da fuori area in eccesso).

La Novità Tattica: Centrocampisti in Area di Rigore

Il miglioramento più significativo, e forse il difetto cronico risolto della “vecchia Lazio” post-Milinkovic-Savic, è stato il riempimento dell’area di rigore avversaria.

“Se andiamo a rivedere Lazio-Lecce, scopriamo che in molti cross arrivati in area rigore del Lecce avevamo uno o due centrocampisti in area di rigore e questo è un dato importantissimo”.

Ieri, la Lazio ha occupato l’area con Basic e Guendouzi, un cambiamento epocale per il modulo 4-3-3 che spesso lasciava Ciro Immobile o il centravanti di turno isolati. L’azione del gol di Guendouzi, che pur essendo frutto di una traiettoria strana sorprende Falcone, nasce proprio da questa nuova propensione a entrare negli ultimi 16 metri.

Le Note Dolenti: Infortuni e il “Caso” Belay

Nonostante la prestazione positiva, restano due segnali preoccupanti. Il primo è l’incapacità di chiudere la partita prima, che ha lasciato il risultato in bilico fino al 90′. Il secondo è l’emergenza infortuni, con gli stop di Danilo Cataldi e Mario Gila che si aggiungono alle assenze (Castellanos, Nuno Tavares).

Infine, la gestione del cambio di Cataldi lascia pensare:

“Ieri intervallo esce Danilo Cataldi. Credo tutti noi ci aspettavamo di vedere Belahyane entrare e giocare nel suo ruolo mediano. E invece Sarry che fa? fa entrare Vecino e lo mette là davanti alla difesa.”

Il mancato utilizzo di Belahyane in una situazione di emergenza a centrocampo è un segnale molto preoccupante per il marocchino e una chiara indicazione al mercato: Belay, dopo pochi mesi, è già fuori dai piani. Un ulteriore fallimento, se confermato, per le scelte del DS Angelo Fabiani.



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