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Lazio arbitri, la Lega risponde alla Lazio: “Serve rispetto”

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Simonelli risponde a Lotito

Non si è fatta attendere la risposta della Lega Serie A alla lettera inviata dalla S.S. Lazio dopo il pareggio contro l’Udinese. A prendere posizione è stato il presidente Ezio Maria Simonelli, intervenuto a Radio Anch’Io Sport, con parole nette che segnano un primo, evidente, irrigidimento istituzionale.

«Risponderemo alla Lazio, come facciamo con tutte le comunicazioni che arrivano dai club, Pec o non Pec, dopo averle analizzate nelle sedi opportune», ha spiegato Simonelli. Ma il cuore della sua replica è tutto racchiuso in un concetto chiave: il rispetto per la classe arbitrale.

Secondo il presidente della Lega, infatti, il confine tra critica e delegittimazione sarebbe stato pericolosamente avvicinato. «Ci vuole rispetto per la classe arbitrale, che svolge un ruolo delicato. Metterne in dubbio l’operato mina fortemente la credibilità del sistema e questo non è tollerabile», ha dichiarato, respingendo l’idea che il campionato possa essere considerato compromesso o screditato dagli episodi denunciati dalla Lazio.

Il caso nasce dal gol di Davis in Udinese-Lazio, convalidato dall’arbitro Colombo dopo controllo VAR, episodio che ha spinto il club biancoceleste a parlare apertamente di “ripetersi di errori arbitrali e disomogeneità VAR”, chiedendo un intervento immediato delle istituzioni calcistiche.

Simonelli, però, ha voluto marcare una linea di demarcazione molto chiara. «Non è mio compito dissertare su fatti tecnici», ha precisato, aggiungendo di aver sentito il designatore Rocchi, che gli avrebbe anticipato come nella prossima puntata di Open VAR verrà fornita «un’ampia e dettagliata spiegazione» sull’episodio contestato dalla Lazio.

Un passaggio non secondario, perché sposta il confronto dal piano politico-istituzionale a quello tecnico-divulgativo, affidando alla comunicazione arbitrale il compito di chiarire le decisioni prese sul campo.

Ma è nella parte finale dell’intervento che Simonelli alza ulteriormente i toni. «Gli errori arbitrali fanno parte del gioco del calcio, così come gli errori degli attaccanti, dei difensori e dei portieri. Vanno accettati senza pregiudizi», ha sottolineato, ribadendo una posizione storica delle istituzioni calcistiche italiane.

Il presidente della Lega, però, apre anche a uno scenario diverso, prendendo spunto proprio dalle parole utilizzate dalla Lazio nella sua lettera. Se, come scritto dal club, si ritiene che non si tratti più di casualità ma di «una sequenza di episodi che, per frequenza, natura e impatto, non è più archiviabile come casualità», allora – avverte Simonelli – «il discorso cambia».

Ed è qui che arriva il messaggio più duro: «Se si sostiene che c’è un disegno dietro, la strada è quella della denuncia nelle sedi competenti». Un invito che suona come una sfida istituzionale, ma anche come un modo per alzare l’asticella della responsabilità comunicativa dei club.

In sostanza, la Lega apre al dialogo formale, ma respinge con decisione qualsiasi narrazione che metta in discussione la buona fede del sistema arbitrale. La palla ora torna alla Lazio: accettare le spiegazioni tecniche, oppure decidere se fare un passo ulteriore, trasformando la protesta in un atto formale nelle sedi opportune.

Il confronto, a questo punto, non è più solo sportivo. È politico, istituzionale e comunicativo. E difficilmente si fermerà qui.



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