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📰 La beffa continua: per gli arbitri il gol di Davis è regolare! Ma spunta un precedente che smentisce tutto

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Un confronto grafico tra l'arbitro Colombo che convalida il gol di Davis e un fermo immagine di un precedente gol annullato a Ibrahimovic per fallo di mano.

Non si placa la tempesta dopo Udinese-Lazio. L’ennesimo episodio arbitrale dubbio della stagione biancoceleste, il gol del pareggio friulano firmato da Davis al 95′ viziato da un tocco di braccio, continua a far discutere. Una decisione, quella dell’arbitro Colombo e del VAR, che ha lasciato increduli tifosi e addetti ai lavori.

Leggi: la spiegazione di Marelli

Eppure, secondo le ultime indiscrezioni, per i vertici dell’AIA la decisione presa in campo sarebbe corretta. Una spiegazione che, però, rischia di alimentare ulteriormente le polemiche a causa di un precedente illustre che sembra dimostrare l’esatto contrario.

La tesi dei vertici: “Manca l’immediatezza”

A riportare la posizione dei vertici arbitrali è l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. Per i designatori, la rete del definitivo 1-1 è da considerarsi regolare.

Il motivo? Non solo la presunta casualità del tocco del centravanti dell’Udinese, ma soprattutto il fattore tempo. Secondo l’interpretazione fornita, tra il tocco di braccio e il tiro in porta “trascorre un lasso di tempo che fa decadere appunto il concetto di immediatezza inserito nel regolamento”. In sintesi: Davis ha controllato la palla troppo a lungo dopo il tocco di mano perché questo potesse essere considerato punibile ai fini dell’annullamento del gol.

Il precedente che inchioda l’AIA: il caso Ibrahimovic

Questa interpretazione tecnica, però, stride violentemente con un precedente recente che i tifosi della Lazio (e non solo) ricordano bene. Si tratta di un Milan-Fiorentina, dove una situazione analoga ebbe un epilogo diametralmente opposto.

In quell’occasione, un gol di Zlatan Ibrahimovic venne annullato proprio per un tocco di mano avvenuto all’inizio dell’azione. La differenza? Lo svedese, dopo il tocco, costruì l’azione del gol in un arco temporale molto ampio, scartando anche alcuni avversari prima di segnare. In quel caso, l'”immediatezza” non fu considerata una scriminante e il gol fu cancellato dal VAR.

Due episodi simili, due interpretazioni opposte. Una difformità di giudizio che rende l’amarezza in casa Lazio, se possibile, ancora più grande.


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