La campanella suonata ieri da Enrico Lotito al Nasdaq di New York ha acceso il dibattito nel mondo Lazio. In molti hanno parlato, forse con eccessiva superficialità, di una possibile futura quotazione della società biancoceleste sul mercato americano. Un’ipotesi che, allo stato attuale, appare non solo estremamente complessa, ma anche poco funzionale ai reali bisogni del club. Eppure, dietro quell’evento simbolico, potrebbe esserci qualcosa di molto più concreto e strategico.
Il punto centrale non è il Nasdaq in sé, né tantomeno un’ipotetica quotazione a breve termine. Chi conosce i meccanismi della finanza internazionale sa bene quanto sia irrealistico immaginare un ingresso della Lazio sul listino americano nel breve periodo. Ma il valore della giornata di ieri va cercato altrove: nel messaggio lanciato al mercato americano.
Per capire davvero cosa sta succedendo, bisogna fare un passo indietro e osservare le figure coinvolte. Tra queste spicca Emanuele Floridi, un innesto che in molti avevano sottovalutato al momento del suo arrivo in società. Il suo ruolo ufficiale – “Portavoce e Responsabile Strategia e Organizzazione della Comunicazione” – appare quasi riduttivo rispetto al suo reale profilo. Floridi non è un giornalista, non nasce come comunicatore classico, ma come uomo di business, con relazioni, esperienza e conoscenze nel mondo imprenditoriale nazionale e internazionale.
Floridi è stato coinvolto in operazioni legate all’innovazione e alla valorizzazione dei brand, basti pensare al lancio della criptovaluta legata a Ciro Immobile. È evidente che il suo lavoro alla Lazio non si limiti alla comunicazione tradizionale. Ed è altrettanto evidente che dietro l’operazione Nasdaq ci sia soprattutto la sua mano, più che quella di Lotito.
Il vero limite strutturale della gestione Lotito, infatti, non è mai stato il controllo dei costi – anzi, sotto questo profilo la Lazio è una delle società più virtuose d’Italia – ma l’incapacità cronica di aumentare i ricavi. La Lazio è oggi uno dei club che incassa meno tra le “medio-grandi” della Serie A. Incassa meno non solo di Milan, Inter, Juventus e Roma, ma anche di società come Fiorentina, Atalanta e Bologna. Un dato che pesa come un macigno e che si riflette inevitabilmente sul mercato, sulla competitività e sugli obiettivi sportivi.
Nel calcio moderno tutto parte dai ricavi: più incassi, più puoi investire; più investi, più puoi costruire una rosa competitiva. È un circolo virtuoso dal quale la Lazio è rimasta esclusa per troppo tempo. E qui entra in gioco il senso profondo della mossa di New York.
Nel suo discorso al Nasdaq, Enrico Lotito ha citato due advisor di primissimo livello: Deloitte Legal e lo studio internazionale Rosenstandt. Due nomi che segnano una netta discontinuità rispetto al passato. Non si tratta di consulenti improvvisati o di figure legate a rapporti personali, ma di realtà globali, strutturate, abituate a operare su mercati internazionali.
Molti hanno subito pensato: “Advisor = vendita della società”. Un’equazione semplicistica e, probabilmente, sbagliata. Gli advisor non servono solo a vendere club, ma soprattutto a costruire strategie di crescita, attrarre investimenti, sviluppare partnership commerciali. Ed è qui che si intravede il vero obiettivo della Lazio.
La campanella al Nasdaq non è stata il primo passo verso la Borsa, ma il biglietto da visita della Lazio verso il mercato americano. Sponsor globali, aziende sportive, fondi di investimento, partner commerciali, investitori di minoranza. È lì che la Lazio vuole – e deve – andare a pescare.
Negli Stati Uniti lo sport è business puro. Brand come Nike, Adidas, grandi multinazionali e fondi guardano con sempre maggiore interesse al calcio europeo, soprattutto alla Serie A, dove i costi sono ancora relativamente bassi e i margini di crescita potenzialmente enormi. La Lazio, con pochi debiti, costi contenuti e ricavi bassi, rappresenta paradossalmente un club ideale per chi vuole investire e far crescere un brand.
Questo è il vero senso della giornata di ieri: non una celebrazione, non un premio, ma un primo, timido passo fatto finalmente nel modo giusto. Affidandosi alle persone giuste, alle strutture giuste. Ora viene la parte difficile: trasformare il segnale in risultati concreti.
Perché se la Lazio non aumenterà in modo deciso i ricavi – non di 5 milioni, ma raddoppiandoli – resterà sempre un club che sopravvive, ma non compete. Il lavoro inizia adesso. E per una volta, la direzione sembra quella corretta.
Unisciti subito al Canale WhatsApp di Since1900.it per ricevere in tempo reale tutte le ultime notizie, le probabili formazioni, gli aggiornamenti di mercato e le cronache dei match direttamente sul tuo smartphone!👉 CLICCA QUI PER ISCRIVERTI SUBITO
Scarica l'App Ufficiale di Since1900.it! Vivi la Lazio a 360 gradi con la nostra app dedicata: notizie in tempo reale, statistiche, dirette e molto altro, tutto a portata di mano!




