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Mercato di gennaio: tra illusioni, realtà e strategia

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Il nome di Giacomo Raspadori è rimbalzato su tutte le prime pagine, rilanciato dal Messaggero come presunta richiesta diretta di Maurizio Sarri. Una suggestione affascinante, un titolo che scalda la tifoseria, ma che non trova riscontri concreti nella realtà attuale della Lazio. Prima di parlare di acquisti impossibili, infatti, è necessario affrontare il tema principale del mercato biancoceleste: la sostenibilità economica e la strategia reale del club per gennaio.

Siamo a metà dicembre, un periodo in cui le società più strutturate e ambiziose hanno già mosso i primi passi per rinforzarsi. La Lazio, invece, si trova a vivere una situazione molto diversa. Sarri lo ha fatto capire da settimane: questa rosa è mediocre e avrebbe bisogno di tre-quattro innesti di qualità per competere almeno per l’Europa League. Ma è proprio questo il punto: questi innesti, a gennaio, non arriveranno.

Raspadori? Più che un obiettivo, un’illusione mediatica

Raspadori è un ottimo giocatore, per certi versi perfetto per il gioco di Sarri, ma resta un profilo irraggiungibile a gennaio. L’attaccante è passato all’Atlético Madrid la scorsa estate per circa 25 milioni più bonus, e nonostante stia trovando poco spazio in Spagna, i Colchoneros non hanno alcun motivo per regalarlo.

Per acquistarlo servirebbe vendere due o tre titolari. E tutto questo per prendere un calciatore che, pur di qualità, non è il bomber che alla Lazio manca disperatamente, né un attaccante da 20 gol a stagione. Una mossa economicamente e tatticamente illogica per il mercato invernale.

La sensazione è che certi nomi vengano proposti più per creare ottimismo che per reale fattibilità.

La verità di Sarri: “Fino a giugno accetto tutto, poi si vedrà”

In poche parole: Sarri ha già fatto sapere alla società che comprende le difficoltà di gennaio. Il mercato invernale, storicamente costoso e povero di occasioni, non permette rivoluzioni. E la Lazio, oggi, non ha la forza economica per investire.

Non è una resa, ma una strategia.
Il tecnico è disposto ad accettare un mercato minimo o addirittura nullo a gennaio, a patto che a giugno il club mantenga le promesse: costruire finalmente una squadra competitiva.

A gennaio si vende: la lista dei sacrificabili

Le parole di Lotito nel pre-partita di Lazio–Bologna non sono passate inosservate:
“Non ci indeboliremo.”
Che tradotto significa: si venderanno solo giocatori fuori dal progetto tecnico.

La lista è lunga:

  • Belahyane, mai utilizzato e facilmente cedibile;
  • Hysaj, fuori rosa e in uscita;
  • Nuno Tavares, ormai bocciato dopo l’ennesima prestazione negativa;
  • Dele-Bashiru, che Sarri non considera più affidabile;
  • potenzialmente anche Pedro o Cancellieri, in caso di offerte.

Sono giocatori che possono essere ceduti senza compromettere il rendimento della squadra, anzi alleggerendo il monte ingaggi e creando margini operativi in estate.

Il messaggio a Lotito è chiarissimo: “Non comprate tanto per comprare”

Sarri non vuole altri Belahyane, né operazioni superficiali che non alzano il livello della rosa. Lo ha detto chiaramente:
“Non bisogna comprare per comprare. Bisogna prendere giocatori che aumentano la qualità.”

Un diktat che ricorda gli errori del passato: acquisti inutili, costosi e poco funzionali, che hanno solo appesantito il bilancio senza migliorare la squadra.

I veri colpi servono in estate: centravanti, mezzala e terzino

Per competere seriamente per l’Europa League, Sarri ha bisogno di:

  • un centravanti che segni;
  • un interno di qualità alla Luis Alberto;
  • un terzino di livello;
  • e in aggiunta, un vero vice-Zaccagni.

Acquisti che richiedono 80-90 milioni di investimento, cifra impossibile da sostenere a gennaio.

Conclusione: gennaio serve per fare cassa, giugno per costruire la nuova Lazio

La Lazio non farà un mercato “trascendentale”. Le cessioni saranno la priorità, nel tentativo di avvicinare quei 30-35 milioni che garantirebbero un’estate finalmente libera dal vincolo del saldo zero.

Solo allora Sarri chiederà il conto: tre giocatori veri, tre rinforzi pesanti, tre innesti che possano cambiare il volto della squadra.

A gennaio, invece, l’obiettivo è solo uno: riorganizzarsi, non indebolirsi e preparare il terreno per un mercato finalmente all’altezza.



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