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Sarri attende Lotito: gennaio sarà il bivio decisivo per il futuro della Lazio

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Una foto di Maurizio Sarri in panchina con un'espressione visibilmente affaticata o pensierosa, magari con una mano sulla fronte, che suggerisce un malore.

Maurizio Sarri attende, osserva, valuta.
Il tecnico toscano, dopo settimane di tensione, ha scelto la via del silenzio: niente dichiarazioni polemiche, niente frecciate, solo lavoro e concentrazione. Ma dietro questa calma apparente si nasconde un messaggio chiaro a Claudio Lotito: a gennaio servono rinforzi veri, altrimenti l’addio non sarà più solo un’ipotesi.

Come riporta Il Messaggero, Sarri “è alla finestra”, consapevole che questo mercato invernale rappresenta un punto di svolta per il suo rapporto con la società. Dopo aver accettato la sfida estiva e aver evitato le dimissioni nonostante la delusione per la campagna acquisti, ora il tecnico chiede fatti concreti, non più promesse.

Mercato bloccato o parzialmente aperto?

La grande incognita resta legata ai parametri finanziari.
Molto dipenderà dal verdetto della Commissione di Vigilanza, che dovrà decidere se concedere alla Lazio il via libera totale per operare sul mercato oppure un’autorizzazione parziale, legata alle plusvalenze già realizzate con le cessioni di Casale e Tchaouna tra giugno e agosto.

Il rischio è concreto: se il club non riuscirà a mantenere il costo del lavoro sotto l’80% dei ricavi (che da marzo scenderà al 70%), la Lazio sarà costretta a ricorrere al player trading per evitare nuovi blocchi in estate.
In tal caso, i principali indiziati a partire sarebbero Mandas e Isaksen, due giovani con mercato e valutazioni in crescita.

Strategia low cost: ancora prestiti e pagamenti dilazionati

Al di là delle restrizioni, la strategia di Lotito sembra già tracciata: acquisti in prestito con obbligo di riscatto dilazionato.
Una formula già utilizzata per operazioni come Pellegrini, Rovella, Dia e Belahyne, che consente di spalmare i costi su più esercizi e mantenere il bilancio in equilibrio.

Il problema, però, è che questo modello ha già mostrato i suoi limiti: tempi lunghi, mancanza di immediatezza e difficoltà nel rinforzare davvero la rosa a metà stagione. E Sarri lo sa bene.

Tanti nomi sfumati e pochi arrivi concreti

La lista degli obiettivi mancati è lunga: da Simic a Fabbian, passando per Karetsas (Genk), Dughin (Salisburgo), Raspadori e Pio Esposito.
Trattative mai decollate o interrotte sul nascere per motivi economici o di indecisione gestionale.
Sarri, da parte sua, ha accettato la situazione senza esplodere pubblicamente, ma la sua pazienza ha un limite: se anche a gennaio la società resterà immobile, l’addio potrebbe diventare realtà.

Una sfida politica prima che tecnica

In fondo, la questione non è solo sportiva ma anche politica: chi comanda davvero sulla visione tecnica della Lazio?
Sarri chiede un progetto, Lotito risponde con equilibrio di bilancio.
Ma senza rinforzi adeguati, la squadra rischia di perdere terreno in campionato e di compromettere la corsa all’Europa, rendendo inevitabile una rottura tra allenatore e presidenza.

Conclusione: gennaio, mese della verità

Il mercato di gennaio sarà il mese della verità per la Lazio e per il futuro di Maurizio Sarri.
Il tecnico toscano ha scelto il silenzio come arma di pressione, ma dietro le quinte aspetta segnali concreti.
Se arriveranno rinforzi mirati, il progetto potrà ripartire.
Se invece prevarranno calcoli e rinvii, allora il gelo tra panchina e presidenza rischierà di trasformarsi in addio.



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