La pubalgia è uno degli infortuni più frequenti e temuti nel mondo del calcio. Si tratta di una sindrome dolorosa localizzata nella zona inguinale e pubica, che spesso colpisce i calciatori sottoposti a sforzi intensi e movimenti esplosivi.
Cause principali
La pubalgia è causata da uno squilibrio muscolare tra adduttori, addominali e zona lombare. Nei calciatori, i movimenti rapidi di cambio direzione, scatti e contrasti aumentano lo stress sulla zona pubica. Una preparazione atletica non equilibrata, un carico di lavoro eccessivo o il ritorno troppo rapido da altri infortuni possono accentuare il rischio.
Sintomi

I primi segnali sono dolori all’inguine e al basso ventre, che peggiorano durante l’attività sportiva. Con il tempo, se non trattata, la pubalgia può limitare anche i gesti quotidiani e impedire la normale attività fisica.
Tempi di recupero
Non esiste un tempo standard: tutto dipende dalla gravità. Nei casi lievi bastano alcune settimane di stop, terapie mirate e rinforzo muscolare. Nei casi cronici o gravi, invece, si può arrivare a mesi di recupero o, in ultima istanza, all’intervento chirurgico.
Terapie e prevenzione
Il trattamento conservativo resta la prima strada: fisioterapia, esercizi di rinforzo, stretching e terapie strumentali. L’intervento chirurgico viene valutato solo quando il dolore persiste a lungo e non risponde ad altri metodi.
La prevenzione è fondamentale: corretta preparazione atletica, equilibrio muscolare e gestione dei carichi di lavoro aiutano a ridurre il rischio.
Perché colpisce spesso i centrocampisti
La pubalgia è particolarmente frequente nei centrocampisti, costretti a coprire ampie zone di campo, con continui scatti e contrasti. Non a caso, giocatori come Nicolò Rovella della Lazio o in passato Claudio Marchisio con la Juventus hanno dovuto fare i conti con questo infortunio
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La pubalgia è un avversario silenzioso: spesso non si manifesta con un episodio traumatico, ma con un dolore crescente che limita le prestazioni. Per questo motivo, società e staff medici cercano di individuare i primi segnali per intervenire subito.
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