Il 30 giugno 2025 ha segnato uno spartiacque nei conti della S.S. Lazio. Il Bilancio Lazio approvato dal club racconta una realtà economico-finanziaria ben diversa da quella celebrata appena dodici mesi prima. Se al 2024 i numeri parlavano di un esercizio in forte utile, sostenuto dalla partecipazione alla Champions League e da importanti plusvalenze, i conti 2025 mostrano invece una società in rosso, con indebitamento in crescita e vincoli federali stringenti.
Calo dei ricavi: Bilancio Lazio pesa l’assenza dalla Champions
Il dato più evidente riguarda i ricavi operativi, scesi a 143,5 milioni di euro contro i 193,2 dell’anno precedente. Una contrazione del 26% che ha come principale causa la mancata partecipazione alla Champions League: il passaggio all’Europa League ha comportato introiti televisivi e premi nettamente inferiori.
I diritti TV e i proventi UEFA rimangono la voce centrale, ma con un peso molto più leggero rispetto al 2024. Anche le entrate commerciali continuano a rappresentare un punto debole: la Lazio non ha ancora uno sponsor principale di maglia, elemento che incide negativamente sulla capacità di generare ricavi strutturali e indipendenti dai risultati sportivi.
Costi in discesa, ma non abbastanza

Sul fronte dei costi, il club ha ridotto la spesa complessiva da 192,1 a 173,6 milioni di euro (–10%). Il principale risparmio riguarda il costo del personale, sceso da 116,6 a 98,2 milioni. Una scelta che riflette il ridimensionamento tecnico avvenuto dopo la cessione di pezzi pregiati come Luis Alberto e Ciro Immobile.
Nonostante i tagli, le uscite restano superiori alle entrate. Il risultato operativo è in rosso e il bilancio chiude con una perdita netta di 17,2 milioni di euro, a fronte dell’utile di 38,5 milioni registrato nel 2024.
Patrimonio netto negativo e debiti in crescita
Un campanello d’allarme forte riguarda il patrimonio netto, tornato in negativo a –16,8 milioni. Questo significa che le passività superano le attività, situazione che indebolisce la solidità patrimoniale del club.
L’indebitamento finanziario netto è cresciuto da 38,1 a 66,3 milioni di euro, con un incremento del 74%. Nel complesso i debiti ammontano a 228,2 milioni (182,9 se si escludono i debiti tributari rateizzati). Si tratta di numeri significativi, soprattutto per una società che non può contare su un fatturato stabile e diversificato come le big europee.
Plusvalenze in forte calo
Un’altra voce che ha inciso negativamente è quella delle plusvalenze da calciomercato, passate dai 40,9 milioni del 2024 agli 11,1 del 2025. La cessione di Luis Alberto ha generato un margine di 8,3 milioni, ma non sono arrivate operazioni di rilievo in grado di riequilibrare i conti.

Al contrario, sul fronte acquisti la Lazio ha comunque investito cifre importanti: Rovella (17 milioni), Noslin (16,8), Belahyane (10,3), Tchaouna (8,8) e Tavares (6). Acquisti che pesano sui costi pluriennali e che andranno ammortizzati nei prossimi bilanci.
I vincoli Covisoc: blocco sul mercato
La fotografia scattata dalla Covisoc, l’organo federale che vigila sulla solidità dei club, è impietosa.
Tre parametri fondamentali risultano non conformi:
- Indice di liquidità sotto la soglia minima.
- Costo del lavoro allargato sopra i limiti consentiti.
- Indebitamento finanziario netto in crescita oltre i parametri di sicurezza.
Per questo la Lazio ha ottenuto l’iscrizione al campionato di Serie A 2025/26 solo con il vincolo di blocco agli acquisti nella sessione estiva. Una misura che di fatto limita le possibilità di rafforzamento tecnico della squadra e che obbliga la società a intervenire solo attraverso cessioni o scambi.
Un modello che non regge più

Il bilancio 2025 certifica un dato ormai inconfutabile: il modello gestionale di Claudio Lotito, basato su rigore finanziario e autofinanziamento, non è più sufficiente per garantire competitività. In assenza di Champions League, i ricavi crollano; senza sponsor e marketing internazionale, la base economica resta fragile; con il calo delle plusvalenze, i margini si assottigliano.
Il risultato è un club che si ritrova in perdita, con patrimonio netto negativo e sotto osservazione della Covisoc.
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Guardando al futuro, la Lazio ha due strade davanti a sé.
Da un lato può continuare con la politica di contenimento dei costi, puntando sulla valorizzazione dei giovani (Noslin, Rovella, Belahyane) e sperando in una qualificazione in Champions League che riporti ossigeno ai bilanci.
Dall’altro lato, servirebbe un salto strutturale: nuovi sponsor di livello internazionale, un marketing moderno, investimenti nello stadio e in un’organizzazione societaria più ampia.
Senza una strategia di crescita, il rischio è di rimanere imprigionati in un circolo vizioso: riduzione dei ricavi, minore competitività sportiva, ulteriore calo delle entrate.
Conclusione
Il bilancio 2025 della Lazio è un campanello d’allarme serio. Dopo anni di equilibrio, la società torna in rosso, perde solidità patrimoniale e si trova a fare i conti con vincoli federali pesanti. La mancata qualificazione in Champions ha mostrato quanto fragile sia il modello economico costruito da Lotito.
Se la Lazio vuole restare stabilmente tra le grandi del calcio italiano ed europeo, servirà un cambio di passo deciso. Non basterà più il rigore dei conti: serviranno visione, investimenti e capacità di espandere i ricavi. Il tempo delle scuse sembra finito.
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