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I tifosi Laziali si sono abituati alla mediocrità?

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I tifosi Laziali si sono abituati alla mediocrità?

ROMA — La domanda che serpeggia tra i tifosi biancocelesti è tanto scomoda quanto inevitabile: ci siamo abituati alla mediocrità? La Lazio di Claudio Lotito continua a dividere la propria tifoseria, generando un dibattito acceso che va oltre i risultati sul campo e tocca l’essenza stessa delle ambizioni del club.

Una tifoseria spaccata

La frattura è evidente. Da una parte c’è chi sostiene la società, sottolineando la stabilità economica garantita da Lotito e ricordando come la Lazio, con continuità, sia riuscita a qualificarsi in Europa. “Bisogna avere pazienza, il progetto è a lungo termine”, dicono i difensori del presidente.

Dall’altra parte, invece, cresce la frustrazione di chi considera questa gestione incapace di portare la Lazio al livello delle big. “Ogni anno le stesse lacune, ogni anno mercati incompleti: così non vinceremo mai nulla”, ribattono i contestatori.

Il mercato sotto accusa

La sessione estiva ha lasciato più ombre che luci. Su otto acquisti, solo due — Boulaye Dia e Nuno Tavares — sono stati titolari fissi, salvo poi crollare nelle ultime settimane tra infortuni e prestazioni altalenanti. Noslin, l’investimento più oneroso, raramente è partito dall’inizio; Castrovilli è stato già ceduto a gennaio; Gigot e Munz restano comparse; mentre Dele-Bashiru è un giovane ancora acerbo.

Una campagna acquisti più da “scommessa” che da squadra con ambizioni Champions, che ha lasciato scoperti reparti chiave come l’attacco e le fasce difensive.

Una rosa corta e fragile

I problemi si ripetono stagione dopo stagione: panchina corta, alternative di livello insufficiente, emergenze continue alla prima assenza. Emblematici i ruoli di centravanti e terzino, dove l’assenza di titolari ha puntualmente messo in crisi la squadra.

Maurizio Sarri prima e Marco Baroni oggi hanno fatto il massimo con il materiale a disposizione, ma nessun allenatore può compiere miracoli senza una rosa competitiva. La Lazio resta una squadra da quinto–settimo posto, costretta a sperare nei passi falsi delle altre big per sognare il quarto posto.

Criticare non significa essere “contro”

Il dibattito si accende anche tra i tifosi: chi critica la gestione viene spesso accusato di “non essere laziale”. Ma la realtà è che la critica nasce dall’amore per i colori biancocelesti e dal desiderio di vederli tornare a competere ad alti livelli. Limitarsi a ringraziare Lotito per aver salvato la Lazio vent’anni fa non basta più: i tifosi chiedono una programmazione seria, rinforzi veri e un cambio di mentalità.

Il bivio della Lazio

La domanda resta aperta: i laziali devono accettare la mediocrità come nuovo standard, o pretendere di più? Senza investimenti, senza una visione a lungo termine e senza la capacità di strutturare la società come una moderna multinazionale del calcio, la Lazio rischia di restare intrappolata in un limbo eterno.

👉 La riflessione è chiara: criticando non si tradisce la Lazio, ma la si ama davvero.
E tu, cosa ne pensi? Ti accontenti di una Lazio da settimo posto o credi che sia arrivato il momento di pretendere di più?



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