ROMA – Da quasi trent’anni Fabio Caressa è una delle voci più riconoscibili del calcio italiano. Telecronista di punta di Sky Sport, ha raccontato alcuni dei momenti più iconici della storia recente del pallone, dal Mondiale vinto dall’Italia nel 2006 fino ai grandi match di Serie A e Champions League. Ma intorno al suo nome si è sempre sollevata una domanda che divide i tifosi: per quale squadra tifa Fabio Caressa?
La versione ufficiale
Il giornalista romano, classe 1967, ha più volte dichiarato di non avere una squadra del cuore. Una scelta non inusuale per chi ricopre il ruolo di telecronista: mantenere la neutralità è un requisito fondamentale per essere credibile agli occhi di milioni di spettatori. “Non tifo per nessuno”, ha ribadito Caressa in diverse interviste, sottolineando come la sua unica passione sia il calcio stesso.
Per quale squadra tifa Fabio Caressa, I sospetti dei tifosi
Eppure, questa posizione ufficiale non ha mai convinto del tutto i tifosi. Negli anni, soprattutto durante le sue telecronache di partite della Roma, molti appassionati hanno percepito un entusiasmo particolare, giudicato eccessivo rispetto al tono utilizzato per altre squadre. Il sospetto di una simpatia giallorossa è diventato così un tema ricorrente, soprattutto tra i sostenitori della Lazio e di altre rivali storiche.
Sui social, ogni derby capitolino raccontato da Caressa è stato analizzato al dettaglio: dal tono della voce alle parole scelte, fino alle esclamazioni per i gol. E puntualmente sono piovuti commenti che lo accusavano di “romanismo mascherato”.
Un tema che divide
Va detto che il rapporto tra telecronisti e tifosi è da sempre complesso. La passione calcistica porta i supporter a filtrare le parole dei cronisti attraverso il proprio tifo, spesso vedendo faziosità anche dove non c’è. Non è un caso che altri grandi narratori del pallone, da Sandro Piccinini a Bruno Pizzul, siano stati oggetto delle stesse accuse nel corso delle loro carriere.
Caressa, però, paga forse anche la sua provenienza: nato e cresciuto a Roma, in una città spaccata a metà tra biancocelesti e giallorossi, è inevitabile che ogni frase venga letta in chiave di derby.
Tra professionalità e percezioni
Sul piano strettamente professionale, è difficile mettere in discussione la carriera di Caressa. Oltre al Mondiale 2006, raccontato insieme a Beppe Bergomi e rimasto nella memoria collettiva per il celebre “Andiamo a Berlino Beppe!”, il giornalista ha seguito Europei, finali di Champions League e innumerevoli sfide di Serie A. La sua capacità di rendere epico il racconto è stata spesso elogiata, ma al tempo stesso ha alimentato l’idea che l’enfasi non sia sempre equamente distribuita.
Il peso delle opinioni
Non va dimenticato che Caressa, oltre a essere telecronista, è anche opinionista e conduttore. Nel corso di programmi come Sky Calcio Club non ha esitato a esprimere giudizi netti su squadre e giocatori. Le sue critiche, talvolta aspre, nei confronti della Lazio o di altre realtà hanno rafforzato la convinzione, in una parte di tifoseria, che il giornalista non sia del tutto imparziale.
Conclusioni: un enigma destinato a restare
La verità probabilmente non verrà mai a galla del tutto. Fabio Caressa continuerà a dichiararsi neutrale, e forse lo è davvero. Ma in un Paese dove il calcio è più di uno sport, e a Roma in particolare dove il derby condiziona tutto, ogni parola del telecronista sarà destinata a dividere.
Che sia simpatia nascosta o semplice passione professionale, resta il fatto che Caressa è ormai parte integrante dell’immaginario calcistico italiano. E come spesso accade, i sospetti e le polemiche non fanno altro che alimentarne il mito. Secondo te Per quale squadra tifa Fabio Caressa? La Roma o un’altra squadra di Serie A?
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