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Lazio, Di Canio duro su Guendouzi e Sarri: “Leader dissonante. Maurizio non è l’allenatore giusto per questo momento”

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ROMA – La sconfitta nel derby della Capitale ha lasciato cicatrici profonde in casa Lazio. Alla delusione per il risultato si sono aggiunti infortuni pesanti, le espulsioni di Belahyane e Guendouzi e un ambiente che continua a vivere tensioni e malumori. Proprio sul francese e sul tecnico Maurizio Sarri si è espresso in maniera durissima Paolo Di Canio, ex bandiera biancoceleste oggi opinionista per Sky Sport.

Guendouzi, espulsione che pesa

Il cartellino rosso rimediato da Guendouzi dopo il triplice fischio ha complicato ulteriormente la situazione di Sarri, che nel prossimo turno dovrà fare a meno di un altro tassello fondamentale del centrocampo. Per Di Canio, il gesto del francese non è solo un errore tecnico, ma un problema di leadership:
“Poteva risparmiarsi quel gesto. Lui è riconosciuto come un leader da compagni e tifosi laziali, ma per me è un leader dissonante. L’anno scorso faceva errori gravi e aveva pure il coraggio di prendersela con gli altri”.

Una critica pesante, che mette in discussione non solo l’atteggiamento in campo ma anche il ruolo carismatico del giocatore nello spogliatoio.

Sarri sotto esame

Il discorso di Di Canio non si è fermato al francese. L’ex biancoceleste ha allargato l’analisi a Maurizio Sarri, finito sotto i riflettori dopo il terzo ko in quattro giornate:
“La Lazio ha preso un allenatore che in questi momenti, quando le cose non vanno, istintivamente rischia di fare danni, anche nella comunicazione. Dopo il derby ha detto che spera che i giocatori sentano il dolore. Maurizio parla in modo spartano, ma non è il tipo di allenatore che ora ha la capacità di dialogare e arrivare a un compromesso con i giocatori. Storicamente è molto integralista. A me piace come tecnico, ma non è quello che serve in questo momento”.

Parole che fotografano un ambiente complicato, in cui i risultati non arrivano e il rapporto tra allenatore e squadra rischia di incrinarsi ulteriormente.

Ambiente e mercato, i nodi irrisolti

Di Canio ha puntato il dito anche contro la società, ricordando i problemi dell’estate:
“Adesso la Lazio è messa male anche come ambiente. Quello che è successo quest’estate (il blocco del mercato, ndr) è molto grave. Non solo perché i tifosi laziali non possono sognare, ma anche per il calcio italiano. A gennaio cosa vuoi riparare? Cosa vuoi prendere? Che ti danno a gennaio?”.

Il riferimento è chiaro: l’assenza di rinforzi di spessore ha lasciato a Sarri una rosa più debole rispetto agli anni passati, priva di alternative reali in diversi reparti. La panchina corta, già evidenziata nei match con Como e Sassuolo, è esplosa come problema nel derby, quando le assenze hanno costretto il tecnico a soluzioni di emergenza.

Una Lazio fragile

Sul piano tecnico la squadra continua a mostrare le stesse fragilità: troppi errori individuali che si trasformano in gol subiti, poca concretezza sotto porta e un atteggiamento spesso superficiale. L’espulsione di Guendouzi, come quella di Belahyane, è lo specchio di un gruppo che fatica a mantenere lucidità nei momenti chiave.

Prospettive e rischi

Con appena tre punti in classifica dopo quattro giornate e un derby perso che ha aggravato la crisi, la Lazio si trova a un passo dalla zona retrocessione. Lunedì a Marassi contro il Genoa sarà già uno spartiacque: una nuova sconfitta potrebbe alimentare ulteriormente i dubbi su Sarri e sul futuro della stagione.

La tifoseria, che non ha fatto mancare il sostegno nel derby, ora chiede una reazione immediata. Ma tra emergenza infortuni, espulsioni pesanti e un calendario che non concede tregua, il cammino appare tutto in salita.


👉 L’espulsione di Guendouzi e le critiche di Di Canio hanno acceso i riflettori su una Lazio che sembra prigioniera dei suoi errori, tra un allenatore sotto pressione e una società che paga le scelte (o le mancate scelte) di mercato. La prossima sfida dirà se i biancocelesti sono pronti a rialzarsi o se l’incubo è destinato a continuare.



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