ROMA – I numeri parlano chiaro e preoccupano: la Lazio, dopo quattro giornate di Serie A, ha segnato appena quattro gol. Un dato già di per sé poco esaltante, ma che diventa allarmante se si considera che tutte le reti sono arrivate in un’unica partita, il 4-0 contro il Verona. Contro Como, Sassuolo e Roma, invece, l’attacco biancoceleste è rimasto a secco.
Un digiuno offensivo che racconta meglio di qualsiasi parola il momento difficile vissuto dalla squadra di Maurizio Sarri, chiamata urgentemente a ritrovare cattiveria, concretezza e incisività sotto porta.
Il dato che allarma
Quattro partite, quattro gol, ma una sola gara realmente produttiva. Nelle altre tre, la Lazio non è riuscita a trovare la via della rete nonostante abbia creato occasioni importanti, soprattutto nel derby. È mancata la precisione, la freddezza nei momenti chiave e, in alcuni casi, la lucidità nell’ultimo passaggio.
Il confronto con la scorsa stagione è impietoso: dopo lo stesso numero di giornate, la Lazio di Baroni aveva segnato 8 reti, con un rendimento offensivo molto più continuo. Oggi la squadra appare invece troppo dipendente dagli episodi e incapace di trasformare la mole di gioco in gol.
Gli uomini chiave in difficoltà
Il problema non è solo di squadra, ma anche individuale.
- Valentín Castellanos: il “Taty” si è mosso molto, ma non ha ancora inciso in termini di gol pesanti. La sua generosità non basta: servono reti per cambiare volto alla stagione.
- Boulaye Dia: arrivato per portare fisicità e concretezza, ha invece deluso le aspettative. Nel derby, in particolare, è stato accusato di scarso impegno e poca determinazione.
- Mattia Zaccagni: reduce da mesi complicati, non riesce più a incidere negli uno contro uno e appare lontano dalla versione che aveva trascinato la Lazio a suon di giocate decisive.
A questi si aggiungono Pedro, sempre prezioso per esperienza ma non più decisivo come un tempo, e Isaksen, che fatica a trovare spazio e continuità.
Una squadra che produce ma non finalizza
La Lazio non è completamente sterile in fase offensiva: occasioni ne crea, come dimostrato contro la Roma, quando almeno tre palle gol nitide non sono state trasformate. Il problema, semmai, è la mancanza di concretezza. Sarri stesso lo ha sottolineato, parlando di “superficialità” e “banalità” negli ultimi metri.
Questa difficoltà si riflette anche a livello psicologico: i biancocelesti sembrano perdere fiducia col passare dei minuti, diventando più prevedibili e meno pericolosi.
Classifica che pesa

Con appena tre punti in quattro giornate e un attacco che non segna, la Lazio si ritrova a ridosso della zona retrocessione. Un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Lunedì sera, a Marassi contro il Genoa, servirà una svolta immediata. La sfida con i rossoblù diventa già un crocevia: vincere significherebbe ridare ossigeno a classifica e morale, perdere significherebbe precipitare in una crisi ancora più profonda.
Le prospettive
- Lazio, attacco in crisi: 4 gol in 4 partite ma tutti in una sola gara. Emergenza offensiva per Sarri
- Lazio, classifica da incubo: tre punti in quattro gare e lunedì sfida salvezza col Genoa
- Lazio in ansia per Rovella: nuovo stop e ipotesi operazione, centrocampo in emergenza
- Lazio, il derby fa male: errori individuali, superficialità e una classifica che preoccupa
- Zaccagni: “L’Errore ci ha Tagliato le Gambe. Non è Quello Che Ci Aspettavamo, Ma la Qualità C’è”
Sarri dovrà lavorare non solo sulla testa dei suoi attaccanti, ma anche su soluzioni tattiche che possano rendere la squadra meno prevedibile. Una maggiore partecipazione dei centrocampisti negli inserimenti, l’utilizzo di schemi su palla inattiva e la rotazione degli uomini offensivi potrebbero essere chiavi per sbloccare un reparto che oggi appare bloccato.
La Lazio non può permettersi di restare a secco così a lungo: il tempo delle scuse è finito. Per ripartire serve ritrovare cattiveria sotto porta e quella mentalità che, lo scorso anno, aveva permesso ai biancocelesti di sorprendere tutti conquistando un posto in Champions League.
👉 I tifosi lo sanno bene: segnare è l’anima del calcio. Senza gol non ci sono vittorie, e senza vittorie non ci sono sogni. La Lazio deve reagire subito, a partire da Genova, perché la stagione non può essere compromessa dopo appena un mese.
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